Il partito democratico ha candidato il presidente di Federmeccanica-Confindustria, Massimo Calearo. L’uomo, insomma, che ha tenuto gli operai senza contratto finché, a forza di proteste e scioperi, ha dovuto cedere. E che oggi dice che tra destra e sinistra – o meglio tra Pd e Pdl – non c’è differenza. Lo dice lui, non lo diciamo noi. Ma forse lui se ne intende più di noi e un po’ di ascolto dovremmo darglielo.
Gianni Rinaldini, invece, è la sua “controparte”. E’ il segretario della Fiom-Cgil, cioè del sindacato dei lavoratori metalmeccanici. Oggi, sulla Stampa di Torino, ha rilasciato una chiarissima intervista.
Sì, una forza politica ha bisogno di adesioni. Ha bisogno di persone. Una forza politica, in democrazia, è le persone che la compongono e che la votano.
Per questo i movimenti che hanno dato vita all’assemblea “Fare presto” del Farnese il 1° e il 2 marzo inizieranno la raccolta delle iscrizioni alla Sinistra Arcobaleno. Anche se il “partito” ancora non c’è, noi siamo già partiti con il tesseramento.
In Veneto, la settimana scorsa, con 200 banchetti abbiamo già raccolto 6000 adesioni. Le quattro forze politiche, insieme, hanno solo 3000 iscritti in quella regione. Se le adesioni saranno tante – e io penso che davvero ci sarà tanta parte del nostro popolo che vorrà aderire – la Sinistra/L’Arcobaleno non sarà solo un’alleanza elettorale ma un vero e proprio soggetto politico. Il suo emblema che troveremo nella scheda elettorale non sarà solo un “segno grafico” ma il simbolo di una forza politica che si candida ad essere la sinistra italiana. Non ci sono più infatti due sinistre – voglio dirlo ai compagni della Cgil che hanno fatto la scelta del Pd - ma una sola. E quella sinistra siamo noi. Abbiamo quindi una responsabilità in più.
Ed è un fatto significativo che le associazioni, prima dei partiti ma non contro i partiti, hanno deciso di dar vita ad un movimento che raccoglie le reti e i soggetti che vogliono la nascita del nuovo soggetto politico.
La nostra mobilitazione si concentrerà nelle piazze, nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, con tavolini e gazebo. Costruiremo i primi circoli e anche se non c’è ancora il partito della Sinistra/L’arcobaleno, la tessera già vale come adesione al soggetto unico.
Iniziamo noi. I partiti, sono sicuro, seguiranno.
Tantissime associazioni che aderiscono alla Sinistra Arcobaleno hanno deciso di auto organnizzarsi. Siccome i partiti non si muovono troppo… lo facciamo noi. Da oggi si può aderire direttamente alla S.A. anche senza essere iscritti ai partiti: http://www.autogestiti.org/
Al Cinema Farnese di Roma abbiano iniziato questo percorso.
“Oggi dobbiamo stringere un patto comune in nome di una consapevolezza drammatica, quella, cioè, di una situazione nel paese e nel mondo in cui le diseguaglianze sono cresciute a dismisura. La sinistra che in Italia ha avuto una capacità di egemonia culturale, che ha segnato intere generazioni, ebbene la sinistra oggi rischia di scomparire”. “Per questo – afferma Folena – abbiamo bisogno di un nuovo inizio”. “L’adesione diretta a La Sinistra – L’Arcobaleno, non è l’adesione ad una quinta gamba rispetto ai partiti, perché i partiti sono qui con noi”
Oggi il Riformista ha pubblicato questo mio articolo.
Dopo la porta in faccia sbattuta dal Pd ai compagni del Partito Socialista, si pone un problema molto serio di sopravvivenza dell'organizzazione di una cultura politica fondatrice della Sinistra e della Repubblica. E' una questione che riguarda anche noi, la Sinistra cosiddetta "radicale". Non solo per le lontane origini comuni, per la storia dei progressisti di questo Paese, ma anche per il futuro. I Socialisti sono portatori di valori che devono far parte della Sinistra, di cui noi stessi siamo portatori, ma che hanno trovato compimento più in quella parte della Sinistra che nella storia del Pci da cui buona parte di noi proviene.
E, tuttavia, non possiamo nasconderci le differenze. Alludo evidentemente al liberismo economico, che è cosa diversa dal volere un mercato più giusto ed è anche cosa diversa dalle misure liberalizzatrici pro-consumatore sulle quali siamo d'accordo. Ed ancora, il macigno della diversissima concezione dell'uso della forza, della guerra, che noi riteniamo debba essere non l'extrema ratio, ma un tabu. (continua...)