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Slide Arte Contemporanea

Un artista può campare d’arte? In Italia è difficile. La professione di artista non esiste… se chiedi la carta d’identità, la qualifica “artista” non è prevista.

Oggi ne ammiamo parlato a Bari, presentando i risultati dell’indagine conoscitiva della Commissione Cultura sull’Arte Contemporanea.

Ecco le slides che riassumono i concetti chiave.

Slide Arte Contemporanea – OOo (formato OpenOffice)

Slides Arte Contemporanea – ppt(formato MS PowerPoint)

Slides Arte Contemporanea – pdf (formato pdf)

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Confrontate questa pagina, con quest’altra. Entrambe sono su Wikipedia, la prima quella italiana, la seconda quella inglese. Notate la differenza (a parte la lingua, si intende)? Quella in inglese contiene in fondo una galleria di immagini di quadri presenti nel museo degli Uffizi di Firenze. Quella italiana no.

Come mai? La colpa è del  codice dei Beni Culturali che impone una speciale autorizzazione da parte del Museo. Questo durerà poco, perché su mia proposta la Commissione Cultura ha approvato un parere che impegna il governo a modificare il Codice. Tra poco, quindi, come recita il testo che abbiamo proposto, sarà libera la pubblicazione di immagini di opere d’arte e altri beni culturali.

Ecco il nuovo testo:

3. Sono libere le riproduzioni dei beni da parte di soggetti privati per uso personale, per motivi di studio o ricerca, per illustrazione, discussione o critica e per qualsiasi altro scopo non finalizzato all’uso commerciale della riproduzione, nonché da parte di soggetti pubblici per finalità di valorizzazione. Nel caso in cui l’atto della riproduzione richieda l’intervento o la sorveglianza da parte dell’autorità che ha in consegna il bene, è obbligatoria la richiesta da parte del soggetto che intende riprodurre il bene. Eventuali spese aggiuntive sono a carico dei soggetti che riproducono il bene.

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Paulo Coelho vestito da pirataE difatti bisognerebbe smettere di chiamarla pirateria ed iniziare a chiamarla con il suo vero nome: condivisione.

Oggi il Corriere della Sera pubblica un articolo molto interessante. Paulo Coelho, uno di quegli scrittori che quando pubblica un libro crea le file in libreria, sul suo blog spiega come scaricare le sue opere gratuitamente. Il perché è semplice: i suoi libri non vendevano in alcuni Paesi come la Russia, finché non sono finiti nei circuiti “pirati”. Lui stesso ha pubblicato il link e, magia, in due anni è passato da 1000 copie a 10mila. E ora addirittura a 10 milioni.

Certo, si può facilmente obiettare che lui “può permetterselo”. E’ vero. Ma vediamo di analizzare bene la questione.

Se sono un grande autore posso permettermi di pubblicare gratis sul web le mie opere. Così, mi farò pubblicità dove l’editoria o la discografia tradizionali non arrivano. E’ il caso, appunto, di Coelho.

Se invece sono un artista semi-sconosciuto, posso usare questo mezzo per farmi conoscere. E difatti è ciò che molti fanno, ad esempio pubblicando con licenze Creative Commons.

Insomma, che io sia un “grande”, oppure un “piccolo”, la condivisione non mi danneggia, ma mi aiuta.

Non dico che Coelho abbia ragione al 100%. Non dico che il suo esempio valga sempre e comunque. Ma possiamo iniziare a fare una seria discussione – senza pregiudizi – su questi temi? Possiamo iniziare a smettere di criminalizzare la condivisione della conoscenza attraverso le reti peer-to-peer?

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Le declinazioni del verdeMario Ferrario

Mario Ferrario era un grande uomo, e un artista di valore. La sorte lo ha portato via, in modo feroce e rapido. L’avevo conosciuto l’anno scorso, e qualche giorno fa doveva partecipare all’inaugurazione di una sua personale promossa dalla CGIL di Reggio Emilia. La malattia non glielo ha permesso. Meritava più successo, più possibilità di farsi conoscere. E’ un impegno per il futuro.
Da anni viveva in mezzo alla natura, e però la sua arte più recente si era fatta più aspra, carica di denuncia sociale e civile. Scriveva anche poesie. Sui due periodi della sua pittura gli avevo scritto le prefazioni dei cataloghi.
(continua…)

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