

Chi sono
Sono nato a Padova, nel 1957. Mio padre Gianfranco era un grandissimo intellettuale, storico della lingua (nonché autore del dizionario Palazzi-Folena, il primo e l’unico a riportare la data di nascita delle parole) e filologo romanzo. Insegnava proprio all’Università di Padova (ma era toscano). Mia madre invece era francese, si chiamava Elisabeth (Lizbeth per tutti) Marcilhacy, ed era pittrice e poetessa. Tra le altre cose ha partecipato alla liberazione della Germania come volontaria a fianco dell’Armée e poi ha militato nei Cristiani per il Socialismo. Recentemente è stata pubblicata una sua raccolta postuma di poesie “Comme cette autre fois”. Come lei, anch’io sono credente.
Ho due sorelle. Lucia, la primogenita, docente di letteratura inglese alla Facoltà di lettere dell’Università di Torino; Nora, professoressa di matematica e scienze a Padova, e madre di Giampaolo.
Andrea, il mio amatissimo e sensibilissimo fratello, è scomparso nel 2001.
Ho iniziato a far politica quando avevo i calzoni corti. Militavo nella (mitica!) Fgci, occupandomi prima degli studenti medi e poi diventando segretario provinciale della Federazione di Padova, quindi segretario ragionale del Veneto. Dall’80 all’82, a Roma, ho diretto gli studenti medi della Fgci, come responsabile nazionale del settore scuola. Quando lasciai (per un po’) la Federazione giovanile, entrai nel Pci divenendo segretario cittadino a Padova.
Era il 1984, un maledetto giorno di giugno quando, sul palco allestito a Piazza della Frutta, Enrico Berlinguer si accasciò davanti ai miei occhi. Su Enrico e la mia generazione ho anche scritto un libro: “I ragazzi di Berlinguer”, edito da Baldini&Castoldi. Qui puoi leggere una mia relazione sull’attualità del pensiero di questo grande uomo.
In quegli anni avevo a Padova un grande amico, un fratello. Si chiamava Tom Benetollo. Anni dopo divenne presidente nazionale dell’Arci e il vero leader del movimento per la pace. Tom ora non c’è più, ma se volete sapere qualcosa di lui, leggete qui.
Dopo quell’esperienza mi sono trasferito nuovamente a Roma, per fare il segretario nazionale della Fgci. L’ho rivoltata da capo a piedi e se chiedete in giro ancora molti ricordano con nostalgia “la Fgci di Folena”. Nel periodo della mia segreteria ho fatto entrare la Federazione come osservatore nella IUSY (Internazionale dei giovani socialisti), ben prima della nascita e dell’ingresso del PDS e ho promosso una raccolta popolare di firme, nel 1986 (la prima del genere in Italia), per il ritiro dell’URSS dall’Afghanistan.
L’anno dopo sono stato eletto al parlamento, a soli 30 anni, insieme ad altri candidati indicati dai giovani comunisti nelle liste del partito. Non era mai successo prima, non è successo dopo….
Nel 1989 sono stato inviato in Sicilia, col compito di rinnovare il partito, ed in qualità di segretario regionale del PCI prima e poi del PDS. Ho sostenuto attivamente la “svolta” del 1989 voluta da Achille Occhetto.
Nella mia esperienza siciliana ho costruito, insieme ad altri, la “primavera” di Palermo e ho promosso la grande mobilitazione antimafia, specie dopo le stragi del ‘92. E’ da questa esperienza che è nato il mio attaccamento al Sud.
In seguito, tornando a Roma, ho svolto la mia attività prevalentemente sui temi della giustizia, prima come membro della commissione antimafia e poi responsabile giustizia del Pds.
Con la segreteria di Walter Veltroni divengo “coordinatore” del partito (in pratica una specie di vicesegretario) e organizzo e preparo politicamente congresso di Torino dei Ds.
Nel 2001 mi candido nel collegio del Gargano Sud (che comprende Mattinata, Manfredonia, Monte S.Angelo, Zapponeta, Margherita di Savoia, …) e vinco, contro un candidato locale della destra.
In seguito, con il congresso di Pesaro dei Ds, do vita insieme a molte compagne e compagni alla Sinistra Ds, detta anche “correntone”. In alcune occasioni, molto significative, a partire dalla richiesta di ritiro dall’Iraq, ho votato in dissenso dal gruppo del mio partito. Ritengo infatti che la sinistra debba essere pacifista, laica, libertaria e socialista. Mi piace Zapatero. Non mi piace Blair.
Nel 2005 sono uscito dai DS, che stavano diventando PD, non condividendo quest’operazione, e vedendone tutti i pericoli. Sono entrato come indipendente nel gruppo del PRC, quando Bertinotti promuoveva la svolta verso una sinistra nuova. Ho fondato Uniti a Sinistra, un movimento che si è battuto e si batte per un nuovo iniziio della sinistra italiana. Nel 2006 sono diventato Presidente della Commissione Cultura della Camera, sviluppando un lavoro molto importante, soprattutto contro la precarietà nella scuola e nella cultura.
La sconfitta della Sinistra Arcobaleno e del procetto della sinistra nuova ha aperto per me una fase di pausa e di riflessione. Scrivo su Epolis (75 editoriali nell’ultimo anno), ho fatto due trasmissioni per Red tv (Il diavolo e l’acquasanta, con don Filippo Di Giacomo, e Malacoda). Mi occupo di aviazione civile, come Presidente di una nuova piccola compagnia regionale, Italiatour. E soprattutto mi dedico alla cultura: ho fondato un’associazione culturale, Metamorfosi, per promuovere l’arte e uno stile di vita nuovo.
La voce Pietro Folena su Wikipedia