Centocinquanta tirocini retribuiti nei Beni Culturali non rappresentano ancora un’inversione di tendenza. Indicano tuttavia una volontà, già affermata da Dario Franceschini con altri provvedimenti, di immaginare una strategia generale per la cultura nella quale al primo posto viene l’occupazione giovanile.

Decine di migliaia di ragazze e ragazzi, per passione, si sono laureati in storia dell’arte, architettura, archivistica e in tutte le altre discipline proliferate nel settore negli ultimi vent’anni nelle Università italiane. Hanno trovato però di fronte il Muro. Il Muro del blocco del turn-over, accompagnato dai tagli lineari nel settore pubblico e, negli ultimi tempi, dall’avvio del pensionamento di un’intera generazione di studiosi che entrò nel Ministero dopo la sua costituzione, da parte di Giovanni Spadolini, negli anni 70. Oltre quel Muro, dove una volta c’era un fiorire di posti di lavoro e di professionalità, ora ci sono grandi aree di deserto, col rischio di una dispersione di conoscenza.

Franceschini concentra i tirocini retribuiti nei siti più importanti, a partire da Pompei e Caserta, prevalentemente nel Mezzogiorno. Il tema all’ordine del giorno è immaginare una transizione tra il vecchio Ministero e un nuovo Ministero della Cultura e del Turismo, accompagnando le uscite che ci saranno con affiancamenti ed entrate capaci di salvaguardare il grande know-how pubblico del settore. Ed è quello di chiamare anche i privati in questo progetto di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali, con lo sviluppo, guidato ed aiutato, di start-up giovanili nei beni culturali e nel turismo. Perché non pensare, per esempio, che parte del nuovo servizio civile a cui pensa il Governo non si debba indirizzare con stage e tirocini anche nel settore della catalogazione delle nostre ricchezze, quella che abbiamo chiamato (vedi Il potere dell’arte, Datanews 2013) una vera e propria Enciclopedia digitale dei beni culturali, aperta a tutti?

L’auspicio è che i centocinquanta tirocinanti, che scavalcano il Muro, siano la prima avanguardia, di una nuova grande forza-lavoro del settore, capace di abbatterlo. Sarebbe un formidabile messaggio di speranza nel futuro.

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