Mi ha scritto su Facebook Pietro Masina, giovane professore universitario all’Orientale di Napoli, e antico militante della FGCI, a proposito di un mio recente post sul blog.
CaroPietro
un commento sul tuo articolo sull’Unità del 4 maggio. Sta emergendo con forza la necessità di riunificare la sinistra all’interno di un unico partito, mettendo al centro le cose che uniscono e imparando ad affrontare in modo costruttivo le differenze. Tuttavia rischiamo di dividerci inutilmente sulle due ipotesi in campo: dare battaglia nel PD o spendersi subito nella costruzione di una nuova forza che superi PD e SEL. Ci sono serie motivazioni a favore dell’una o dell’altra strada e non serve richiamarle qui.
Nel frattempo, però, sta già succedendo una cosa straordinaria. Te ne sarai accorto anche tu. In tutta Italia stanno nascendo gruppi in cui il popolo della sinistra ha ripreso a lavorare insieme, a prescindere dal fatto che alcuni siano iscritti al PD, a SEL, o siano semplici elettori della sinistra. Io stesso un paio di settimane fa mi sono lanciato nella costruzione di un gruppo su facebook e quasi magicamente siamo già arrivati a 2100 membri (ti ho anche invitato, così vedi di che si tratta). Questo enorme fermento non mi sembra paragonale con l’esperienza di Sinistra Europea. E’ completamente diverso il contesto. Mi sembra che in gran parte delle persone sia netta l’idea che tutte queste energie non devono portare alla costruzione di un altro partito o partitino, ma alla costruzione DEL partito della sinistra. Se questo partito potrà essere un PD completamente rinnovato oppure un nuovo partito lo capiremo più avanti. Ma intanto possiamo già iniziare a riannodare le fila e lavorare insieme. Mi sembra che la stessa SEL la pensi in questi termini.
PS A me sembra molto probabile che dal governo Letta nasca un nuovo partito centrista. Così leggo gli sforzi (non gli errori) di Napolitano degli ultimi due anni. Anche per questo mi sembra urgente cominciare a rimettere in campo le ragioni della sinistra senza già prefigurare le soluzioni organizzative finali.
Un abbraccio, Pietro Masina.
Questa la mia risposta.
Caro Pietro, grazie per il dialogo così costruttivo. Penso che il futuro del PD sia un problema che interessa tutta la sinistra e tutta l’Italia. Anche chi questo Partito non l’ha votato, o oggi dissente dalle scelte compiute in questi giorni. Se questo partito si dissolvesse o si autodistruggesse il danno sarebbe enorme per i lavoratori, per la società, per la democrazia italiana. Come penso che sia importante per chi nel PD crede in un futuro di sinistra nuova, profondamente connesso al socialismo europeo, dialogare insieme con quel vasto popolo che ha valori di sinistra, e che oggi, anche attraverso la rete, si sta mettendo in moto. La mia contrarietà a ipotesi di federazioni o ammucchiate a sinistra è radicale: abbiamo già dato, con pessimi esiti. Ciò che conta è il profilo socialista e riformista, e l’idea di una sinistra di governo, che rilanci una sfida che in questi anni, come dimostrano gli ultimi eventi, è stata perduta.
Per parte mia sono intenzionato, anche uscendo dal riserbo di questi anni e assumendomi delle responsabilità, a dare una mano perché nel PD si affermi una linea, largamente condivisa nell’elettorato e nella società, di autonomia della sinistra. Il modo in cui in queste ore si è sottoposta la candidatura di Gianni Cuperlo, che incarna a mio giudizio questa prospettiva, a veti e a letture deformanti, la dice lunga sulla battaglia che c’è da fare. Non ho idea di cosa succederà all’Assemblea di sabato. Ma l’esplosione di un meccanismo correntizio degenerato può essere dirompente. Se quei veti prevarranno, sarà necessario che Cuperlo si assuma una responsabilità candidandosi al Congresso, attorno ad una piattaforma volta a aprire le condizioni di un nuovo PD e di una nuova sinistra. In ogni caso a quel Congresso sarà presente una posizione che muovendo dalle componenti più innovative della storia della sinistra italiana -penso alla nostra comune esperienza nella nuova FGCI degli anni 80, importante almeno tanto quella di quei giovani DC che oggi sono al Governo- proponga un altro paradigma, rispetto a quello degli ultimi anni, per il futuro del PD. Anch’io sono pronto a dare un contributo in prima persona a questa battaglia.
Sento, come penso te e tanti altri delle nostre generazioni, la responsabilità di non assistere impotenti all’evaporazione di valori e idee della sinistra e di iniziare, in forme aperte, non leaderistiche, collettive, un nuovo percorso, di costruire una nuova comunità democratica. Un abbraccio a te. Pietro F.
10 maggio 2013 alle 10:23
seguo con interese il suo argomentare.Dirimente il rifiuto di una associazione con nostalgici e epidermici.La nuova sinistra deve saper infiammare ma, specialmente, programmare nel mondo di domani.
10 maggio 2013 alle 11:12
Caro Pietro finalmente….sottoscrivo dalla prima all’ultima riga e credo che hai colto sentire comune di tanti di noi, basta leggere in questi giorni su Facebook i commenti lasciati nel gruppo della Fgci. Per quanto mi riguarda, per quel poco che posso, sono a anch’io a disposizione per iniziare un nuovo viaggio. fatemi sapere.