In queste ore si può solo sperare in un colpo d’ala di Pierluigi Bersani per rompere gli schemi che stanno appesantendo e avvelenando la corsa al Quirinale. La saggezza imporrebbe di volare alto, svincolandosi dal pantano di una situazione politico-parlamentare di difficilissima, se non impossibile soluzione. Lo spettacolo degradante che molti esponenti del Partito Democratico stanno dando, a partire da Matteo Renzi che agisce sempre più come leader di una nuova formazione, non incoraggia quella speranza che non è solo mia, ma che ho sentito da moltissimi in questi giorni. Il tema sono i prossimi sette anni: una figura che interpreti i sentimenti di disagio di larga parte dell’opinione pubblica, e che non spacchi il Paese a metà.
Sinceramente, con tutto il rispetto per la storia personale dei componenti della “rosa” di cui si parla in queste ore, sle risposte ipotizzate sono del tutto insoddisfacenti. Si tratta di esponenti politici, che hanno fortemente segnato la storia del nostro Paese: e che difficilmente possono interpretare qui sentimenti. Il piccolo suggerimento che ci sentiamo di fornire a chi dovrà scegliere, è quello di andare fuori dai partiti, e cercare una figura condivisa, prestigiosa, potenzialmente popolare e rassicurante, possibilmente una donna, capace di interpretare questo tempo.
L’Italia sta forse attraversando il momento più difficile della storia repubblicana: più degli anni di piombo, più del 92-93, tra stragi di mafia e tangentopoli. La politica non è mai stata così debole, corrosa da un personalismo senza idee e senza valori. Ma proprio la storia da cui viene il PD, e la lezione -che fu di Palmiro Togliatti, di Pietro Nenni, di Alcide De Gasperi, e poi trent’anni dopo di Enrico Berlinguer e di Aldo Moro- di anteporre sempre l’interesse generale a quello di parte, dovrebbe suggerire a Bersani, e agli altri co-protagonisti di questa vicenda, un colpo d’ala.
16 aprile 2013 alle 16:20
sarebbe ora che qualcosa dello statista uscisse dai grigi pensieri di un uomo che ha sbagliato tutto sino ad ora,
a partire dalle elezioni alle quali ha semplicemente presenziato come uno spettatore,
al dopo elezione, periodo nel quale ha semplicemente mostrato di non avere la minima capacità di capire la realtà e di progettare qualsiasi cosa.
ho votato per B. per fermare B., dalle prossime elezioni giuro che non voterò più per il PD.
16 aprile 2013 alle 19:38
Bisogna mettersi d’accordo, se il Presidente deve rappresentare gli italiani, allora va bene la Gabanelli, Rodotà, Prodi. Se deve rappresentare la Casta partitocratica, allora bisogna eleggere D’Alema, Amato, personaggi di questo genere. E’ una questione di scelte, quelle che Bersani pur tenendo fermo il no al governissimo, seguita a non fare.
17 aprile 2013 alle 9:34
Un colpo d’ala? Un testo dai toni salottieri.
A cominciare dall’uomo a cui ci si rivolge. Delle stravaganti iniziative delle quali siamo stati spettatori dalla conclusione delle elezioni, la parola d’ordine di Bersani, durante questi mesi, è la più imbarazzante di tutte: “cambiamento”. Presumibilmente, pronunciata da Bersaani, è l’elementare affermazione “qualcun’altro da Berlusconi”. Il che poco, pochissimo ha in comune con la spinta travolgente di rinnovamento e riforma che viene dalla maggioranza del paese. Se non fosse stato lui a pronunciare quella parola e a renderla un mantra, se l’avessimo chiesto noi a Bersani, sarebbe stato come chiedere ad un miope di guardare lontano, ad uno zoppo di andare di corsa; prima che risibile per un personaggio come Bersani, è offensivo.
C’è poi in questo testo una traccia storica, l’indicazione di un solco seguendo il quale si dovrebbe arrivare a “volare alto”; il solco è dettato da un inventario di nomi. nomi che, a partire da Togliatti, danno precise indicazione sulla posizione (una comoda poltrona) e l’origine della visione di questo paese: la storia scritta da Montanelli, l’attualità (si fa per dire) a firma Bobbio e Bocca.
Soloni e Baroni d’altri tempi.
Se nell’elenco ci metti Togliatti e Berlinguer, fai opera di faziosità e grave omissione a non aggiungere Mussolini e Almirante.