Non siamo dei pazzi visionari. In Germania, come in Italia, matura il tempo di una nuova sinistra socialista, pacifista, antiliberista. Per un socialdemocratico tedesco come Lafontaine è una rottura storica proporre un’alleanza con gli ex-comunisti dell’est.
Achille OcchettoPer un ex-comunista come Bisky è una rottura storica accettare il confronto su questa sfida. Così Galloway da un lato, e settanta deputati laburisti sempre più autonomi dall’altro disegnano in Gran Bretagna un quadro nuovo. E in Francia, dove la sinistra è ferocemente divisa sul referendum, si stanno rimescolando le carte. Comincia ad aprirsi un cantiere europeo di una nuova sinistra.
L’Italia, dove dalla sinistra DS a Rifondazione ci sono esperienze innovative e avanzate, deve divenire il laboratorio avanzato di questa sperimentazione. Carla Ronga ne ha scritto efficacemente su Aprileonline e Achille Occhetto ha rilasciato una dichiarazione molto giusta che trovate più sotto.

Lafontaine, il collante della sinistra
Germania. È rottura tra Spd e Verdi. Oskar ”il Rosso” lascia il partito e sogna la lista unica
Carla Ronga

La Renania ha voltato le spalle al governo Schröder, e oggi anche Oskar Lafontaine divorzia definitivamente dalla Spd: “Ho sempre detto che avrei stracciato la mia tessera di partito qualora la Spd avesse inserito nel programma per le elezioni l’Agenda 2010 e il pacchetto Hatz IV”. Le impopolari riforme economiche attuate dal governo rosso-verde non gli piacevano nel 1999 – tanto da determinare le sue dimissioni contemporaneamente da presidente del partito e da ministro delle Finanze – e ora hanno siglato anche l’ultimo atto del tormentato rapporto tra Oskar “il Rosso” e il partito socialdemocratico.Strana coincidenza: sia il Land Renania Westfalia che Lafontaine hanno garantito alla Spd ben 39 anni di fedele militanza. Fino al voto di domenica scorsa.
Ma chi pensa che ora andrà in pensione, si sbaglia di grosso. Dopo l’ultima, clamorosa sconfitta elettorale, Lafontaine rischia di diventare uno dei politici più ambiti: lo vogliono i comunisti di Gysi, ma anche i transfughi della Spd che, a fine 2004, hanno dato vita ad una nuova formazione politica, la Wasg (Alternativa elettorale per il lavoro e la giustizia sociale). Lui, l’Oskar nazionale vorrebbe vedere la Pds e la Wasg correre unite alle elezioni politiche anticipate. In una intervista rilasciata alla “Bild”, ha sottolineato che “non è sensato se Wags e Pds si candidano autonomamente come due piccoli partiti a sinistra della Spd”. Adesso è necessaria “una lista unica di sinistra, e se ciò dovesse accadere sono pronto a collaborare”.
La Wasg ha accolto con favore la decisione di Lafontaine: “Questo aumenta notevolmente le nostre possibilità di essere votati”, ha detto un esponente del partito, Klaus Ernst. Aperti al dialogo sono anche i comunisti. In un’intervista rilasciata al settimanale tedesco der Spiegel, il responsabile della campagna elettorale della Pds, Bodo Ramelow, spiega come il suo partito, erede della Sed (il partito comunista della Ddr) intenda conquistare consensi all’ovest, combattendo lo spirito neoliberista e riportando la giustizia sociale al centro della politica. Alla domanda se Oskar Lafontaine “calzasse” con la politica della Pds, Ramelow risponde: “Se il signor Lafontaine lo desidera, è invitato di cuore. Noi ci presentiamo con liste aperte. Chi vuole contribuire è benvenuto”. E Lothar Bisky, portavoce della Pds ha annunciato che il suo partito “è pronto a verificare la fattibilità di una lista comune” aggiungendo che la disponibilità al lavoro dimostrata da Lafontaine è il segnale che “il futuro Parlamento potrebbe ospitare una forte delegazione di sinistra”. Secondo alcuni sondaggi, una nuova coalizione di sinistra, con capolista Oskar Lafontaine, potrebbe arrivare ad ottenere fino al 9 % dei voti. Certo, le elezioni anticipate accorciano i tempi della trattativa e impongono decisioni rapide.
Se, a sinistra, la tendenza è quella di ricercare un’unione, la campagna elettorale della coalizione rosso-verde si apre con la parola d’ordine “ognuno corra da solo”. Il partito socialdemocratico prende le distanze dai Verdi, loro attuali partner di governo. È quanto traspare chiaramente da un’intervista che Gerhard Schroeder ha concesso al settimanale “Die Zeit”. Il cancelliere federale
mette in chiaro che intende “ottenere il massimo dei consensi elettorali contro ogni altro concorrente”, affermazione che viene considerata dal settimanale come un chiaro disimpegno nei
confronti dell’alleato ecologista. Dopo aver sottolineato che Spd e Verdi hanno lavorato bene
finora nel governo, il cancelliere non lascia dubbi sulla volontà di rinunciare a proporre agli elettori una nuova accoppiata rosso-verde. “Io voglio che la Spd diventi il partito più forte”, dichiara, specificando che intende puntare su una campagna fortemente centrata sulla sua figura.
Ma i margini per una vittoria di Schröder sono veramente minimi. Secondo un sondaggio realizzato dalla televisione tedesca Zdf, il 45 per cento degli elettori sarebbe pronto a riconfermarlo a capo del governo, il 44 per cento gli preferirebbe la candidata dei conservatori Angela Merkel.
Tassi di popolarità personale a parte, attualmente è lo schieramento conservatore a dominare, con il 50 per cento degli intervistati che voterebbe a favore della Cdu ed il 29 per cento a favore della Spd. Il sette per cento delle preferenze andrebbe ai Liberali della Fdp ed il sei per cento ai Verdi.

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ULIVO: OCCHETTO, RIORGANIZZARE LA SINISTRA COME LAFONTAINE
A PRODI DICO, ESCI DALLA GABBIA RISTRETTA DEI PARTITI (ANSA)

ROMA, 26 MAG – Achille Occhetto ha un nuovo modello: Oskar Lafontaine, l’ex leader socialdemocratico tedesco che ha da poco lasciato il partito per dar vita a una nuova lista di sinistra. Occhetto ha preannunciato un incontro con l’esponente della sinistra tedesca. Intanto sostiene che la sua preoccupazione per lo stato di salute del centro sinistra ”e’ fortissima” e annuncia la convocazione per sabato 28 maggio alle 10.30 della riunione del Cantiere.
Occhetto chiedera’ a Prodi di ”uscire al piu’ presto possibile dalle diatribe interne alla Fed per porsi come leader di tutta la coalizione”.
”Il fallimento dell’ipotesi strategica del partito riformista – spiega Occhetto in una dichiarazione – lascia un vuoto politico a sinistra la cui gravita’ sara’ valutata nel corso della riunione, anche al fine di prendere in considerazione un’ipotesi di riorganizzazione complessiva della sinistra su basi programmatiche solide”.
Secondo Occhetto ”la forza per governare e per affrontare con decisione le grandi sfide del paese, non la si trova tanto nelle alchimie interne ai partiti ma nella chiarezza di un processo di chiarimento programmatico che metta effettivamente il centro sinistra al riparo da brutte sorprese”.
”Quello che sta avvenendo – prosegue l’ex segretario del Pds – e’ la dimostrazione che la costruzione di contenitori privi di un’effettiva identita’ politica e culturale e frutto di incontri tra ristretti apparati partitici, non conduce da nessuna parte”.
Il Cantiere, per questo motivo, invita Prodi ”a ripercorrere la via maestra del cammino intrapreso nel ‘96” e a ”uscire dalla gabbia ristretta dei partiti, aprirsi al paese, alle associazioni, alle personalita’ della cultura, per riaggregare quel quid in piu’ che e’ stato il segreto dei successi del vero Ulivo delle origini”.
”Il fatto stesso che ieri, nella sedicente manifestazione della ‘Rete dei cittadini per l’Ulivo’ ci fossero quattro gatti – sottolinea Occhetto – dimostra che la ricorrente corruzione del linguaggio e la continua confusione delle formule, ha determinato uno scollamento e un disorientamento di fondo, anche tra coloro che hanno davvero creduto nell’Ulivo. Ma deve essere chiaro che per realizzare questo obiettivo si rende sempre piu’ necessario, di fronte ai rischi di una deriva moderata, una riorganizzazione della vera e autentica sinistra riformatrice, sulla scorta di quello che sta cercando di fare in Germania Oskar Lafontaine, con il quale stiamo preparando un incontro.
Riorganizzazione che permetta di riprendere finalmente a parlare di programmi e non di astruse formule che hanno ormai asfissiato il paese e gettato nello sgomento i cittadini di centrosinistra”. (ANSA).

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