Da Sardegna Quotidiano di oggi
Solo un Silvio Berlusconi in precipitoso declino poteva riuscire a coinvolgere le principali istituzioni europee -già messe a dura prova dalla situazione italiana- nella sua guerra coi pubblici ministeri. Se avesse accettato di farsi interrogare, dicendo tutto quello che pensa o vuole, dai magistrati napoletani, avrebbe prima di tutto fatto un favore all’Italia (ma forse era troppo chiedergli questo) e soprattutto alla sua parte politica, il Pdl, e al suo delfino Angelino Alfano. Il “legittimo impedimento” europeo ha spinto la Procura di Napoli ad una scelta quasi obbligata: convocare Berlusconi nel giorno dedicato al riposo e al Signore, poiché era prevedibile se non certo che dal lunedi al sabato la fabbrica degli impedimenti legittimi, a cui lavora uno strapagato pool di avvocati-parlamentari, avrebbe prodotto incombenze irrinunciabili per il Presidente del Consiglio. A meno che non si voglia invocare come impedimento la partita domenicale del Milan, che la sorte ha voluto collocare proprio nella serata di domenica a Napoli.
E’ un vero mistero perché la linea più moderata assunta dal premier nei confronti delle udienze di Milano, talvolta addirittura trasformate dai suoi fans in manifestazioni contro la magistratura, oggi sia stata accantonata. Cosa costava a Berlusconi dire ai PM napoletani, senza accompagnamento coatto, quello che ha dichiarato, e cioè che i soldi dati a Tarantini erano un aiuto ad una famiglia in difficoltà? Forse un barlume di un minimo senso del pudore impedisce di dichiarare di fronte ad un magistrato cose di questo genere, di fronte ai milioni di famiglie che, davvero, in Italia sono in difficoltà. Solo un uomo che perde lucidità e che naviga a vista, giorno per giorno, può ignorare così bellamente il momento difficile che l’Italia attraversa, oggetto di speculazioni finanziarie internazionali che hanno come obiettivo finale l’Europa e la moneta unica. In Germania si sta combattendo uno scontro aspro, culminato con le dimissioni del membro tedesco del board della Banca Europea, sulla prosecuzione o meno degli aiuti ai Bpt italiani. Ai nemici di questi aiuti, presenti anche in tanti altri paesi della moneta unica, oggi viene offerta un’arma formidabile.
Ma questo oggi passa il convento. Dalla Camera giunge la notizia del no della Lega all’arresto dell’on.Marco Milanese, fido collaboratore di Giulio Tremonti. Qui è la natura scellerata del patto che ha tenuto in piedi i cocci del rapporto tra Berlusconi e Tremonti, e che tiene insieme, non si sa per quanto, l’alleanza sgangherata di Governo. Tremonti va alla ricerca del sostegno cinese ai Btp -ma la Cina non era per il nostro Superministro dell’Economia e per la Lega il nemico numero uno?- e intanto, non ancora votata la fiducia alla Camera sulla manovra (voto che avverrà nella giornata di oggi), dall’Europa si alzano voci che chiedono un’altra manovra. L’intreccio tra questione economica -coi suoi drammatici risvolti sociali, esplosi nello sciopero generale della CGIL- e questione morale, a partire dalle vicende giudiziarie di Berlusconi, è una bomba ad altissimo potenziale che sta per esplodere.
C’è poco tempo per disinnescare questo ordigno. Le posizioni di Giuseppe Pisanu, e i malesseri profondi in molti settori del Pdl, fino allo scontro aperto e duro tra i supporters di Roberto Maroni, fautore di una linea di sganciamento da Berlusconi, e quelli di Umberto Bossi, raccontano di una possibilità di operare in questo senso. E’ ora di staccare la spina, o per imboccare subito la strada elettorale oppure per formare quel governo istituzionale che operando sulla crisi goda di un più forte prestigio in Europa e nel mondo, prepari una nuova legge elettorale e giri pagina rispetto a questi giorni infuocati.
Chi avrà il coraggio di staccare la spina?