Da Lettera43 di oggi
Che neppure a fronte dell’obbrobrio giuridico e culturale partorito sul biotestamento dalla maggioranza della Camera il Pd abbia dimostrato compattezza, è un fatto su cui riflettere. Certo: ci si può mascherare dietro ai problemi di coscienza, e al voto su questione “eticamente sensibili”, come con eufemismo un po’ ipocrita si tende a dire. Ma, come ha affermato il senatore Ignazio Marino – che non è certo un estremista anticlericale- forse non c’era bisogno di fare una legge che stabilisce che una persona è morta solo quando è morta. Jacques de la Palisse ringrazia. Dietro l’operazione ideologica della destra c’è una concezione autoritaria e illiberale, per nulla disponibile a confrontarsi col tema della sofferenza umana, fino ai suoi gradi più estremi ed insopportabili.
Insomma: ci avevano pensato le componenti più reazionarie del centro-.destra a costruire la compattezza dell’opposizione. Una cattolica democratica convinta e appassionata, come Rosi Bindi, intervenendo in aula ha dichiarato che “se prima le Dichiarazioni anticipate di trattamento non erano regolate, adesso sono impedite”. Ma come mai tutto questo a Pierluigi Castagnetti e a tredici deputati del Pd non sia bastato è davvero un mistero. Non dubito, conoscendo Castagnetti, dell’autenticità del travaglio morale dell’ex-leader dei Popolari. Ma dubito della lucidità politica sua e di chi, di giorno in giorno, pensa possa essere sfottuto e svilito il patrimonio di fiducia che il Pd ha raccolto nelle ultime tornate elettorali. A meno che non cantino le sirine d’Oltretevere, che cercanoi di ridare vita alla Balena Bianca.
Due anni di lavoro parlamentare avevano permesso di trovare un faticoso compromesso sul complicato tema del testamento biologico: un compromesso, interno e esterno al Pd, che in un attimo è stato spazzato via.
Abbiamo già scritto della tendenza masochistica e suicida di molti dei mandarini del Pd, forse sorpresi della popolarità di Pierluigi Bersani dopo le recenti elezioni Le ferite del voto sull’abolizione delle Province e della promozione di referendum elettorali contrapposti sono tutte aperte.
Ma ora è il leader di questo partito, e probabilmente del futuro centrosinistra, che in un momento in cui si richiede all’opposizione un grande senso di responsabilità e in cui si dovranno fare scelte complicate, e con lui il giovane gruppo dirigente che lo accompagna, che devono dimostrare di essere all’altezza: di non subire più lo stillicidio di chi pensa a propri disegni e non a un interesse generale.
Ora tutte le forze migliore della sinistra e dell’opposizione vanno chiamate a raccolta, e su grandi temi di libertà, come quello emerso nel voto alla Camera di martedì, devono essere capaci di raccontare un paese più giusto, più libero e più umano.