Da Lettera43 del 3 giugno 2011

La sconfitta di Berlusconi e Bossi ha proporzioni tali da costituire per Bersani e per il centrosinistra un’occasione senza precedenti. La decisione della Cassazione sul nucleare -che giudica insufficienti le modifiche strumentali apportate all’ultimo momento dalla maggioranza e che conferma il quesito sull’argomento- può dare l’abbrivio, sulle ali dell’entusiasmo per le amministrative, per il superamento del quorum al referendum, anche sui temi dell’acqua e della giustizia. Un esito di questo tipo per il centrosinistra sarebbe una nuova e ulteriore spinta verso l’apertura di un nuovo ciclo politico.

Bersani esce bene dalle elezioni. Aiutato dagli attacchi pre-elettorali di Veltroni e di Renzi, al momento non ha avversari interni che lo possano mettere in difficoltà. Anzi: Prodi, potenziale candidato al Quirinale, ha suggellato in Piazza del Pantheon un patto col potenziale candidato a Palazzo Chigi. E, dopo la disastrosa e dispendiosa campagna di comunicazione dell’autunno-inverno scorso, ci ha pensato Crozza -anzi, un vero e proprio duo-televisivo Bersani-Crozza- a costruire un’immagine simpatica. Ma ora la simpatia non basterà. Come su queste pagine avevamo previsto, l’affermazione di Pisapia e quella di De Magistris – e ancora di Zedda a Cagliari-, unite al successo dei candidati del Pd in tutte le altre città e all’ottimo voto di lista del partito principale di opposizione, esclusa Napoli, apre uno scenario nuovo. Occorre rilevare che i risultati nel complesso modesti di Sel e di Idv rimettono in discussione tanto le illusioni competitive coltivate in questi partiti -la dichiarazione pro-Bersani di Di Pietro ne è un esempio chiaro- quanto la semplificazione che i bersaniani hanno fatto di un’alleanza stretta Pd-Sel-Idv. Quest’alleanza ci vuole (lascerei stare fumisterie di un nuovo partito domani) e può diventare qualcosa di simile all’Ulivo prima maniera: ma non basta. L’operazione che Bersani-regista deve immaginare dovrà saper riassorbire il fenomeno grillino -aiutata dalle uscite del comico genovese incomprensibili ai suoi sostenitori- e dovrà avere un forte carattere federale. Pisapia, a Milano, -che ora si è distinto da Vendola e dai suoi toni barricaderi- ha imbastito un’alleanza tra borghesia, sindacati, finanza, unibersità, Chiesa e professioni intermedie: un movimento, di cui il Pd ha tratto giovamento in termini di consenso, ma che ancora non ha una compiuta voce politica. Ma ancor di più De Magistris a Napoli -sospesosi da Idv, e più lontano da Di Pietro, e costruito un nuovo asse col Quirinale-, è a capo di un movimento che fa riferimento alla sua persona. Esso può divenire un partito civico, una rete come quella di Leoluca Orlando, oppure essere il laboratorio di un nuovo centrosinistra nazionale che rimescoli le carte.

Non basterà il tatticismo. Anche nei confronti del terzo polo, uscito assai ridimensionato nelle sue aspettative da questa tornata, e tuttavia destinato a pesare. Ora è il tempo della politica -nuova, fresca, diversa-, e Bersani deve sapersi dimostrare non come il padrone della coalizione, innamorato dell’immagine che Crozza dà di lui, ma come l’allenatore di una squadra nuova, giovane, molto femminile, sobria nel suo modo di essere e di comunicare.

Una Risposta a “L’occasione del centrosinistra”
  1. roberto scrive:

    quanto siamo ripetitivi e monotoni,se si pensa che le tue opinioni possano essere utili…..meglio andare al mare e di fretta.va bene aderire al pd,ma un po di pensiero libero e non omologarsi cosi.