Finalmente discuteremo di contenuti. Dopo il convegno riformista, in cui è stata annunciata la svolta di quell’area nella politica estera (”la democrazia si può esportare anche con la forza”), domani e sabato le riviste di sinistra (in primis Aprile, Alternative, Ecoradio, Nuova Ecologia, Carta, Quaderni di Labour) promuovono alla presenza di Prodi (parlerà domani alle 18) il secondo seminario programmatico, dopo quello di gennaio. Ho commentato quest’evento sul settimanale Carta (www.carta.org).

(da Carta di questa settimana)
Cresce, nel centrosinistra, quella che potremmo definire l’ “emergenza programma”. In molti avanzano l’ipotesi che l’esperienza di Berlusconi in politica, durata più di 10 anni, stia volgendo al termine. Mi auguro evidentemente che sia così, ma la partita non è ancora vinta. Sia come sia, oggi ci si rende conto che l’Unione, senza un avversario così forte e pericoloso, rischia di perdere le ragioni della propria unità. L’antiberlusconismo (che non è l’avversione verso una persona, ma verso quel mix di populismo, liberismo e autoritarismo che appunto chiamiamo “berlusconismo”) è stato e continua ad essere un elemento importante per fare politica a sinistra. Ci ha fatto trovare insieme nelle piazze, ci ha spronati a costruire una larga coalizione che potesse sconfiggerlo, ha animato un’opposizione spesso stanca e svogliata. Oggi, scemando via via il vicolo esterno rappresentato da Berlusconi, progressivamente rimaniamo nudi di fronte all’evidenza: non abbiamo un programma, non abbiamo un sistema di coordinate valoriali, non abbiamo neppure un metodo accettato da tutti per arrivarci. E manca solo un anno alle elezioni. Forse anche meno.
Come è potuto accadere? Credo che per troppo tempo siamo (per ora uso la prima persona plurale) stati in tutt’altre faccende affaccendati. E temo che, non avendo risolto alcuni problemi, continueremo anche in quest’ultimo scorcio di legislatura a non occuparci prioritariamente del programma dell’Unione. In questi anni siamo stati immersi in discussioni di questo tipo (cito a memoria e a caso): centrosinistra si scrive con o senza trattino? Meglio una “collaborazione rafforzata”, dei “cerchi concentrici”, un “motore riformista” o ancora un “partito del socialismo europeo”? Il listone ha vinto o ha perso? Lo presentiamo in tutte le regioni o solo in quelle in cui ci conviene? E per il 2006? E’ poi singolare che coloro che rimproveravano la sinistra radicale di essere troppo antiberlusconiana usino l’antiberlusconismo come la sola giustificazione alla creazione di una larga coalizione di centrosinistra.
Non voglio banalizzare. In realtà dietro ognuna di queste domande vi sono nodi politici veri, che vanno sciolti. Il problema è però di priorità e di metodo. Mi ha colpito molto quanto detto da Marco Follini a proposito della proposta (del ricatto) di un partito unico del centrodestra. Follini ha ricordato che “da antica scuola” è abituato ad anteporre “i contenuti ai contenitori”, “l’identità alla forma” e “il progetto agli uomini”. Mi pare che questo monito possa essere accolto in modo bipartisan. Per noi, per l’Unione, vuol dire impegnarci a costruire per davvero la nostra identità e il nostro programma. Oggi è difficile capire perché stiamo insieme, al di là di Berlusconi. Quando i Bondi e Cicchitto ci attaccano dicendo che siamo alleati solo contro il loro capo, purtroppo non hanno tutti i torti.
Il programma dunque. Il lavoro delle riviste della sinistra, del “cantiere delle idee”, è partito quando lo scenario che ho descritto ancora non c’era, quando il problema era capire se avremmo vinto. Ora che sappiamo che vinceremo, il problema diventa perché, per fare cosa. Il primo seminario è stato un esperienza largamente positiva per chi vi ha preso parte. Abbiamo cercato di trasportare il metodo dei movimenti nella discussione politica. Abbiamo fatto parlare non solo le competenze, ma le esperienze. Abbiamo rotto alcuni steccati tra la sinistra dei partiti e quella nella società. Certo, abbiamo anche commesso errori di inesperienza forse imperdonabili, e con l’appuntamento prossimo speriamo di correggerli, però sicuramente si è trattato di una cosa inedita. Il 6 e 7 maggio abbiamo di fronte una doppia sfida ancora più impegnativa: da un lato dimostrare che il lavoro fatto sinora non è stato episodico, ma ha un filo conduttore, una sua durata nel tempo. Dall’altro lato scardinare i cancelli della Fabbrica del programma: vale a dire fare entrare nel percorso di costruzione del programma sia le nostre proposte, sia un metodo nuovo.
Ho molte perplessità su come si è proceduto finora. L’idea che Prodi incontri, insieme ad autorevoli esponenti di una gloriosa rivista, i rappresentanti degli imprenditori, poi i sindacati, poi gli artigiani, poi gli agricoltori mi sembra un po’ solitario, un po’ elitario e un po’ novecentesco come la stessa Fabbrica. Oggi la società è molto più complessa ed è difficile inquadrarla in categorie, è difficile darle un ordine solo in base agli interessi economici di chi la compone. Ma soprattutto è difficile costruire un programma chiudendosi in un capannone. Al contrario occorre aprire porte e finestre, fare entrare il vivo della società e del popolo del centrosinistra nel percorso programmatico.
Se la Fabbrica è servita ad ascoltare i soggetti classici della concertazione, a stilare un inventario dei problemi, adesso serve qualcosa di ben più largo. Da tempo vado proponendo l’idea di una grande convenzione programmatica, con partiti, movimenti, associazioni, rappresentanti delle amministrazioni governate dal centrosinistra, intellettuali, riviste e tutti gli altri soggetti della galassia del centrosinistra che lavori a stilare il programma dell’Unione. Non un singolo appuntamento, è chiaro, ma una serie di gruppi di lavoro sui diversi temi, sessioni plenarie di sintesi, lavoro tra un incontro e l’altro fatto coinvolgendo anche chi è rimasto fuori in prima battuta. Così come abbiamo fatto noi con il seminario delle riviste. Dopo, sui punti di maggior rilievo (faccio qualche esempio: pace ed uso della forza, privatizzazioni, mercato del lavoro, riforma dello stato sociale) occorre chiamare il popolo del centrosinistra a pronunciarci, attraverso un referendum, delle “primarie programmatiche”. Anche (soprattutto direi) se ci sono proposte diverse.
Così si può democratizzare un processo di definizione programmatica e identitaria. Capisco che dare la parola al popolo del centrosinistra può spaventare qualcuno. Ma se non facciamo così, se non inneschiamo, sui contenuti, quella mobilitazione e quella partecipazione che abbiamo visto in Puglia in occasione delle primarie, perderemmo un’occasione per fare dell’Unione qualcosa di più di ad un cartello elettorale.
Infine, l’incontro del 6 e 7 maggio può essere un passo ulteriore verso la costruzione di una cultura politica della sinistra critica. Non possiamo definirci solo in base alle differenze con altri settori della sinistra. Abbiamo, tra di noi, punti di partenza e culture differenti che non vanno nascoste. Semmai occorre mettere tutto il nostro bagaglio di esperienze e di idee sul tavolo e mescolarlo. Contaminarci a vicenda: movimenti, partiti, sindacato, comitati, associazioni, singoli. E, sulla base di questo, provare anche a trovare una forma stabile di elaborazione collettiva. Per questo scopo penso possa essere utile una fondazione di cultura politica, un laboratorio in cui convergano le diverse esperienze. Non un comitato centrale di un partito prossimo venturo, sia chiaro, ma una soggetto che dia continuità alla nostra ricerca.
Su questa ricerca personalmente ho intenzione di spendere il mio tempo e le mie energie, dalla nuova collocazione politica che ho scelto. Non da solo, ma insieme a compagne e compagni che sul territorio sentono l’esigenza di una sinistra critica che non sia prigioniera del passato ma che sappia ridefinirsi sulla base dei grandi movimenti che abbiamo vissuto dal 1999 in poi.
In queste settimane sta prendendo forma l’idea che forze che hanno intenzione di rifondare la sinistra e la politica possano unirsi e partecipare, nella loro autonomia, alla sfida lanciata da Fausto Bertinotti e costruire una nuova cultura politica riformatrice e radicale.

Pietro Folena [pietro@pietrofolena.net]

Programma 6 e 7 maggio 2005

VENERDI 6 MAGGIO
Angelicum University Press
Largo Angelicum 1
Roma
Ore 15,30
Presentazione del Cantiere
Presiede: Lidia Ravera
Introduce: Anna Pizzo
Comunicazioni sui lavori della precedente assemblea
Pace: Don Albino Bizzotto
Migranti: Filippo Miraglia
Beni comuni: Riccardo Petrella
Lavoro e diritti: Paolo Nerozzi
Ore 16,30
Comunicazioni
Welfare: Paolo Leon, Antonella Picchio, Massimo Rossi, Beppe Caccia
Informazione: Roberto Di Giovan Paolo, Roberto Savio
Ore 18,00
Intervento di Romano Prodi
SABATO 7 MAGGIO
Facoltà di Architettura, Roma 3,
via Aldo Manuzio 72, Roma
ore 10,30
Gruppi di Lavoro
1) Welfare
Facilitatori: Betty Leone, Roberto Pizzuti, Paolo Leonardi
2) Welfare municipale
Facilitatori: Carlo Podda. Andrea Morniroli
3) Il sistema dell’informazione nell’epoca di Berlusconi e Murdoch
Facilitatori: Sergio Bellucci, Arturo Di Corinto
4) La nuova informazione dal basso
Facilitatori: Jason Nardi, Giancarlo “Ambrogio” Vitali, Pierluigi Sullo
SABATO POMERIGGIO
Teatro Tenda
Testaccio, Via Galvani, Roma

Ore 15,30
Dibattito
“Riformare l’informazione pubblica è possibile. L’informazione libera in Europa a partire dall’esperienza spagnola”
coordina: Paolo Beni
relazione: A. Garcia Castillejo (assessore politiche audiovisive del Governo Zapatero)
intervengono: Luciana Castellina, Giulietto Chiesa, Roberto Natale, Vincenzo Vita, Franco “Bifo” Berardi, Paolo Serventi Longhi, Bruno Gravagnuolo, Gabriele Polo, Piero Sansonetti
SABATO SERA
Teatro Tenda
Testaccio, Via Galvani, Roma
Ore 20,00
Spettacolo

Le riviste promotrici:
Aprile, Carta, Alternative, Quaderni Labour, Ecoradio, Nuova Ecologia
Hanno finora aderito:
Adista, Avvenimenti, Micromega, Il manifesto, Altreconomia, Quale Stato, Mosaico di pace, Cem mondialità, Unimondo, Modus, Missione oggi, Critica marxista, La nuova ecologia, La Rinascita della sinistra, Altracittà, Agenzia Metamorfosi, Animazione sociale, Narcomafie, Macramè, Liberazione, Fuoriluogo, Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, Articolo 21, Mega Chip, Demote, Informazione@futuro, CNS Ecologia politica, Ora locale, Decanter, La voce dei Lavori, Rete del nuovo Municipio, Cepes, Il Tetto, Europa plurale, Solidarietà Internazionale, Rete Artisti contro le guerre, Associazione Argon Bloggersperlapace.
Partecipano tra gli altri:
Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Fabio Alberti, Stefano Anastasia, Gianfranco Benzi, Giovanni Berlinguer, Marco Bersani, Fausto Bertinotti, Mauro Beschi, Raffaella Bolini, Mauro Bulgarelli, Paolo Butturini, Carla Cantone, Alberto Castagnola, Paolo Cento, Raffaella Chiodo, Don Luigi Ciotti, Famiano Crucianelli, Ferdinando D’Aniello, Luca De Fraia, Sandro Del Fattore, Loredana De Petris, Fabrizio Fabbri, Fulvio Fammoni, Francesco Ferrante, Sergio Ferrari, Pietro Folena, Marco Fratoddi, Aldo Garzia, Alessandro Genovesi, Sergio Gentile, Alfonso Gianni, Franco Giordano, Sergio Giovagnoli, Carlo Ghezzi, Maurizio Gubbiotti, Domenico Iervolino, Peter W. Kruger, Giulio Marcon, Luca Marcora, Francesco Martone, Elisa Marincola, Eugenio Melandri, Sandro Morelli, Fabio Mussi, Antonio Onorati, Francesco Pardi, Achille Passoni, Alfonso Pecoraro Scanio, Gianni Rinaldini, Marco Romani, Massimo Serafini, Nicola Tranfaglia, Claudio Treves, Antonio Tricarico, Riccardo Troisi
Potete inviare le vostre adesioni a fuoriprogramma@gmail.com
Al Cantiere hanno finora aderito:
Adista, Avvenimenti, Micromega, il manifesto, Altreconomia, Quale Stato, Mosaico di pace, Cem mondialità, Unimondo, Modus, Missione oggi, Critica marxista, La nuova ecologia, La Rinascita della sinistra, Altracittà, Agenzia Metamorfosi, Animazione sociale, Narcomafie, Macramè, Liberazione, Fuoriluogo, Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, Articolo 21, Mega Chip, Demote, Informazione@futuro, CNS Ecologia politica, Ora locale, Decanter, La voce dei Lavori, Rete del Nuovo Municipio, Il Tetto, Cepes.
Si ricorda che per accedere alla sala delle conferenze di Montecitorio è necessario l’accredito (per essere accreditati chiamare Cristina Cosentino o Stefania Limiti) e per gli uomini è d’obbligo la giacca.
Ufficio stampa: Cristina Cosentino 3337785680, Andreina Albano 3483419402, Stefania Limiti 3392423219

2 Risposte a “Domani e sabato il cantiere delle riviste sul programma”
  1. Michele scrive:

    sono un trentenne da dieci anni iscritto ai DS, non partecipo alla carica dei trentenni yuppie del partito, anzi sto a poco a poco perdendo l’entusiasmo che avevo per la politica.
    Ho riposto molte speranze nella tua iniziativa politica, e quindi sarò all’Angelicum per ritrovarmi con altri che la pensano come me sul che fare..

  2. Anonimo scrive: