Da Epolis di oggi

Il mondo vive una fase di transizione e di incertezza. E’ in momenti come questi – la storia ce lo insegna – che, con folate improvvise, si possono appiccare incendi enormi. Fu così prima delle due guerre mondiali del secolo scorso. Ed ora, proprio quando la più grande potenza planetaria sta cercando di uscire, con Barack Obama, dalla logica di dominio (da vero e proprio impero), che l’ha contrassegnata nel decennio precedente – quando cioè gli USA scommettono sulla democrazia delle relazioni internazionali e sul multilateralismo, e tuttavia le istituzioni globali non sono ancora dotate di strumenti e di poteri effettivi – le folate incendiarie diventano più pericolose. Non c’è alcuna relazione diretta tra la strage che ha decimato il governo somalo a Mogadiscio,opera dei fondamentalisti islamici locali, si dice collegati ad Al Qaeda (ma poi, cosa sia Al Qaeda non è ancora chiaro), e il referendum contro i minareti che ha vinto l’altro giorno in Svizzera: se non nell’ideologia trionfante in questi anni dello scontro tra civiltà e nella nuova guerra di religione. Da una parte e dall’altra –creando grande imbarazzo, se non aperto dissenso nelle gerarchie religiose- prevalgono la xenofobia e l’odio. Episodi di questa natura, se ripetuti o propagandati, possono innescare reazioni imprevedibili.

L’Europa –la vecchia Europa,incapace persino di darsi una struttura di guida e di rappresentanza riconosciuta ed autorevole – è la parte del pianeta più esposta all’instabilità. E’ abitata da milioni di residenti musulmani, spesso cittadini europei, e di altre religioni di ogni parte del pianeta. Le nuove formazioni dell’estrema destra e del localismo egoista cavalcano i sentimenti degli strati popolari più colpiti dalla crisi economica e più esposti alla criminalità, offrendo ad essi –in nome di una croce ben diversa da quella su cui è morto Gesù- un’ideologia di odio e di chiusura. E le grandi culture politiche democratiche –da quella socialista a quella liberale – appaiono incapaci di rispondere con gli argomenti giusti a quest’offensiva. Ecco perché Obama non va lasciato solo dall’Europa : perché se il suo disegno multilaterale e di dialogo con tutti, a partire dall’Islam, dovesse fallire, una nuova guerra globale diventerebbe probabile. Ed ecco perché in Italia vanno battute le posizioni oltranziste – come quelle predicate dalla Lega e, purtroppo, spesso dallo stesso Ministro dell’Interno – che rischiano di infiammare gli animi e di seminare nuova paura e nuova insicurezza.

Una Risposta a “La bomba svizzera”
  1. Stefano De Bartolo scrive:

    Personalmente ho paura anche di come infiamma gli animi il qualunquismo, anche se sono stato al no B day a Piazza Fontana a Milano e sono ritornato a casa soddisfatto. Poco qualunquismo e tanta attenzione ai disagi delle soggettività, forte critica alla classe dirigente, ma anche critica al sistema che ha prodotto lo scadimento etico della società, che si riflette nella classe della dirigente. Spero che si riparta da qui, per costruire un’alternativa. Condivido in pieno la necessità di non lasciare solo Obama, purtroppo molti a Sinistra, già lo accusano di mancanza di discontinuità con Bush.