

Una scelta di responsabilità. Nel Pd
Scritto da: Pietro Folena in Diario, EuropeiGlobali, Politica nazionaleOggi sull’Unità è uscita una sintesi della lettera che ho scritto a Bersani con cuimotivo la scelta di entrare nel Pd. Qui di seguito il testo integrale.
Caro Pierluigi,
per me è giunto il momento di una scelta di responsabilità. Entrare nel Pd per chi non vi ha creduto alle origini significa cercare di condurre qui la lotta per una nuova idea e una nuova prassi della sinistra. Meglio ancora: per la giustizia sociale e l’eguaglianza effettiva delle opportunità per tutti e per tutte. Oggi lo posso fare perché la tua elezione a segretario del Pd apre una fase nuova, e i milioni di donne e di uomini che hanno partecipato a quest’evento danno forza, legittimazione, carica emotiva a questo cambiamento.
Ero uscito nel 2005 dai Ds – non senza una profonda sofferenza politica e umana, perché il PCI e i suoi eredi sono stati una straordinaria comunità democratica della nazione – quando mi sembrava prevalere irrimediabilmente una visione centrista, segnata dalla convinzione che temperare il liberismo fosse il compito di chi veniva da quella storia, e che l’Italia si dovesse adeguare al modello americano. Rimango convinto che le difficoltà politiche ed elettorali del Pd nascano da questo equivoco, e dal convincimento che fosse auspicabile la fine della sinistra politica, anziché un nuovo tipo di sinistra. In questi anni – nell’esperienza del correntone dei Ds, e poi nel progetto di Sinistra Europea post-comunista di Bertinotti, frequentando la nuova critica alla globalizzazione (linfa vitale per le esperienze politiche di Lula, di altri leaders latinoamericani e dello stesso Barack Obama) – ho cercato ostinatamente di aprire e di percorrere questa strada. La sconfitta devastante della Sinistra Arcobaleno del 2008, l’uscita dal Parlamento delle formazioni della sinistra, e la lunga vicenda di divisioni e scissioni che ha poi segnato e segna tutte le esperienze a sinistra del Pd, rappresentano una cesura che non si può ricucire. Rispetto, e in qualche misura sostengo tutti i tentativi di unire quelle forze e di innovarle nella cultura politica. Ma la tua elezione a segretario del PD – senza farti il torto di dipingerti come un vetero-socialista – si carica simbolicamente agli occhi di una parte importante del popolo della sinistra, e dell’opinione pubblica, di un senso di discontinuità: il voler dare “un senso a questa storia”, come hai detto e scritto, evoca dei fondamenti solidi. Rutelli e, in forme diverse, Veltroni esprimono la preoccupazione di un ritorno indietro, e di una rinuncia al progetto originario del Pd. So bene che si tenterà di usare strumentalmente anche il mio atto per sostenere questa tesi. Rivendicare la storia di una sinistra socialista e sociale (dalle sue componenti cristiano sociali a tutte le culture mutualistiche e soilidaristiche) non vuol dire pensare che il socialismo sia un cielo di stelle fisse, né che il suo nome sia sacro e immodificabile. La crisi del socialismo europeo è palese. Ora che gli USA, con Obama, prendono ad esempio il modello europeo, non indicano la strada di diventare socialisti del 900, ma di produrre un nuovo pensiero forte, capace di contrastare con efficacia le ingiustizie, di abbattere gli steccati, di affermare i diritti e, non ultimo, di scaldare i cuori. Riconnettere la politica della sinistra al popolo – impresa in cui non da oggi mi sento impegnato, senza timore di abbandonare i vecchi porti e di navigare in mare aperto – e inventare un’organizzazione popolare e democratica capace di produrre coesione, speranza, partecipazione mi sembrano obiettivi che meritano un impegno appassionato. Per fare questo occorre avere il senso di una storia. Non solo il PCI, il PSI, i cattolici democratici, l’antifascismo dei Cln, ma prima ancora le società di mutuo soccorso, le cooperative, le compagnie e le organizzazioni più elementari dei lavoratori, dei mestieri e delle professioni. E’ la storia della fine dell’Ottocento, quando nacquero un movimento, un’organizzazione, un partito in un’epoca in cui nessun diritto era riconosciuto a chi lavora. Vedo che spesso, tu che vieni dalle terre in cui quelle esperienze hanno avuto la loro culla, fai riferimento a questa radice.
Ora c’è bisogno in Italia di una forte scossa. La degenerazione della politica, culminata negli ultimi mesi in una rappresentazione del potere, dei suoi vizi e dei suoi privilegi sconsolante, è figlia della deriva iperleaderistica che si è affermata a partire dagli anni 80. Il modello politico dominante è stato pressocché unico, e la stessa opposizione, a partire dal nuovo Pd, ne è stata segnata fortemente. La forza della destra non si batterà urlando di più, ma proponendo un’alternativa: di contenuti e di modo di concepire e di praticare la politica. Condivido particolarmente le cose che in queste settimane sei venuto dicendo su questo punto, e sulla necessità di un sistema di alleanze solido e plurale.
C’è però un vasto mondo di sinistra diffusa, che sente il bisogno di fare qualcosa, ma che non ha voce, rappresentanza, strumenti. Per molti di loro il Pd com’è stato finora è apparso un partito privo di identità, incapace di criticare e di cambiare, chiuso, e incerto sulla prospettiva. E c’è un mondo ancora più vasto di invisibili e di senza voce, lontano dalla politica, che va conquistato offrendo luoghi in cui la propria condizione salariale, sociale, esistenziale viene rappresentata.
Entro nel Pd perché scommetto sulla possibilità che, per una parte almeno di questo mondo, nel nuovo partito che nasce con te, ci sia spazio, anche in forme inedite: non per fare un museo del Novecento, ma per esercitare una moderna critica sociale, e dotarsi di un’azione organizzata per cambiare le cose, per governare, per trasformare la società e affermare i diritti di tutti, a partire dal lavoro. Credo in una sinistra autonoma dai poteri forti, dal mercato, dalle ideologie dominanti, perché capace di battersi contro le ingiustizie e per realizzare i diritti fondamentali della persona umana, a partire da quello al sapere. Oggi la battaglia per questa sinistra passa anche, se non principalmente, attraverso il Pd, per decidere che cosa dovrà e saprà diventare, e per ridare un futuro all’Italia.
11 novembre 2009 alle 14:27
Ti auguro di contribuire con maturità e acutezza ad un evoluzione responsabile della politica. Fuori dal coro rissoso delle polemiche che riempiono i partiti/contenitori rubando il posto ai veri contenuti. In bocca al lupo!
Anna Laura
11 novembre 2009 alle 14:33
Aiuto… non mi è saltato fuori l’apostrofo di “un’evoluzione”… Non è colpa mia! Comprerò una tastiera nuova.
Un abbraccio.
11 novembre 2009 alle 21:39
Questa notizia ha trasformato una grigia giornata di novembre in una radiosa giornata primaverile. Bentornato Pietro. Un abbraccio.
12 novembre 2009 alle 9:26
Notizia sorprendente, che mai mi sarei aspettato e che cambia la storia di questo paese.
12 novembre 2009 alle 15:30
Apprendo con grande piacere l’ingresso di Folena nel PD. Spero possa tornare a trovarci a Monte Sant’Angelo, dove ha lasciato un ottimo ricordo come parlamentare eletto nel nostro territorio.
12 novembre 2009 alle 18:22
sono lieto di questa notizia, sper tu possa tornare a monte sant’angelo, devo dire che hai lasciato un ottimo ricordo a tutti e sono convinto che solo gli uomini come te possono fare politica
12 novembre 2009 alle 18:49
Folena scriveva:
[i]Con la minoranza di sinistra abbiamo cercato, esercitando fino ed oltre il limite il diritto al dissenso, di condizionare la politica prevalente nei Ds.[b] Ma il catalogo di differenze programmatiche e culturali è molto ampio[/b]: dal rifiuto comunque della guerra e dell’uso della forza alla volontà di invertire i processi di privatizzazione dei servizi pubblici e in particolare dell’acqua, dal legame con la condizione salariale e democratica dei lavoratori alla nuova centralità della “questione morale” nell’Italia di oggi fino alla scelta strategica della democrazia partecipativa contro la personalizzazione autoritaria della politica e della decisione.[/i]
Io non so né mi interessa sapere se Folena avesse o meno ragione allora, è rientrato nel Pd pure più tardi di quel che mi aspettavo (scrissi, qui mi pare, che sarebbe rientrato nel pd nella primavera del 2008).
Ma il buon Pietro potrebbe spiegare, perchè non capisco:
ritene a posteriori di aver sbagliato la valutazione che fece sui DS allora?
Oppure, perchè l’alternativa è solo questa, ritiene “il catalogo delle differenze programmatiche” tra lui e il pd di oggi “meno ampio” di quello “molto ampio” tra lui, i suoi amici, ed i ds di oggi?
Oppure, terza alternativa, Pietro oggi ha cambiato idea sulle cose che cita in quelle righe?
Già mi ha tolto il sonno la notizia epocale dell’ennesimo cambio di prospettiva dell’ennesima monade di partito.
Altrettanto me lo toglierà il non aver risposta a questi dubbi.
12 novembre 2009 alle 20:02
ognuno decide il proprio percorso e’ legittimo che sia cosi,ma mi pare proprio una scelta non azzeccata caro folena,mi pare una scorciatoia verso un partito moderato con una sequela di lacci che alla fine non lo faranno decidere su niente.mi rammarico di questa scelta,certo e’ un arrendersi alla prospettiva che in italia si possa costruire una sinistra plurale,che certamente non passa in quel pd di nonostante bersani.che tristezza….
12 novembre 2009 alle 23:32
Caro pietro, comprendo la tua scelta e sinceramente la rispetto. Il PD guadagna una grande personalità, un politico illuminato e un uomo straordinario. Un mio grande amico.
Per quel che mi riguarda non posso che continuare a seguere quel sogno che inisieme con te e tanti altri amici abbiamo condiviso in questi ultimi anni: costruire un nuovo partito della sinistra. Mi ci sto dedicando con passione e sincerità, come ho sempre fatto, ma sarà il mio ultimo tentativo, se anche Sinistra e Libertà dovesse risolversi in un fallimeto, farò altre scelte. Un abbraccio forte.
13 novembre 2009 alle 10:10
Donato di Bari, ma non sei il vicesindaco di una coalizione di centrodestra.
Tralatro nell’ultimo consiglio comunale hai votato una variante urbanistica ad assessorem osteggiata da tutta la sinistra.
Fai l’assesore ai servizi sociali che a Monte c’è anche la povera gente.
Un saluto.
13 novembre 2009 alle 11:31
[...] Pietro Folena lascia Rifondazione o quel che ne rimane e aderisce al Partito Democratico [...]
13 novembre 2009 alle 14:16
Ciao Pietro,
ritengo che in questa scelta ci sia anche una ventata di opportunismo..
13 novembre 2009 alle 19:06
Mah, solo il 27 ottobre scorso diceva così:
“Memo per Pierluigi Bersani, da parte di un simpatizzante che non ti ha votato, perché le primarie non erano aperte a chi non crede nel Pd, e che ha accompagnato sua moglie a votare al gazebo.”
Cioè, soli 15 giorni fa NON credeva nel PD, e ora responsabilmente ci entra?
Ma saltare un giro, mai?
Cordialità
13 novembre 2009 alle 19:36
…Forse un giorno i nostri cammini si incroceranno di nuovo. Mi ricorderò sempre di te, caro Hans! Hai avuto una grande influenza su di me. Mi hai insegnato a pensare e a dubitare e,… F. Uhlman
ciao e bentornato. lucia
14 novembre 2009 alle 18:11
Tutto sommato una persona seria, intelligente che ha la capacità di ascoltare gli altri, anche se porta il peccato veniale di essere ancora pericolosamente infatuata di personaggi politici “vecchi”, che NON hanno fatto la fortuna dei DS, che pesano come zavorra sul PD e che farebbero davvero meglio ad andare in pensione…
15 novembre 2009 alle 11:16
Ciao pietro, generalmente non ho l’abitudine di commentare le scelte personali che sono dettate da svariati fattori, non posso non vedere le difficoltà in cui il tentativo di costruzione di una nuova sx sono arenate. Tu sciegli quella strada che dire? ti osserverò con interesse e apertura mentale nel frattempo resto fermo ad osservare e capire. Se passi da Padova fatti sentire.
Angelo
15 novembre 2009 alle 18:46
Bentornato carissimo Pietro.
Spero che altri seguano il tuo esempio, perché il PD avrà il sapore e i saperi dei suoi aderenti e con te e con loro sarà più ricco e di saperi e di sapori…
Sarà un piacere rivedere il tuo volto, la tua competenza e la tua carica emotiva rappresentare e difendere le ragioni di sempre: quelle dei più umili, dei più deboli e dei “sans papier” della politica italiana.
Luigi
16 novembre 2009 alle 1:51
” Memo per Bersani…da uno che non crede nel Pd…ecc.ecc.ecc ”
Cacchio ! Ma come si fa alla svelta a cambiare idea! Esattamente 16 giorni.
Fammi però un favore.Ogni volta che parlerai in qualche asssemblea evita di dare giudizi o lezioni a chicchesia.Non saresti credibile.
Per i tanti commenti pro ,bè non so cosa dire se non che sono così carini e strappalacrime da non sembrare veri.
16 novembre 2009 alle 14:33
quante giravolte pur di riuscire a mantenere un seggio in parlamento…
Scusa la sincertà, credo che uno abbia il diritto se non il dovere di cambiare idea nella propria vita….ma una velocità così rapida che corrisponde alla perdita del seggio mi sembra una coincidenza alcuanto sospetta.
Aspetto di vedere i fati.
Magari un impegno politico nel PD ma disinteressato a qualsivoglia posto….sarebbe possibile?
ciao
F
16 novembre 2009 alle 17:28
…. è dura, “mangiare pane e cicoria” è veramente dura.
21 novembre 2009 alle 16:57
Bah, che dire, se tu veramente pensi che tiri aria nuova nel pd…io vedo un preoccupante permanere dell’impronta del baffo bizantino…vedremo come butta alla prima spartizione di incarichi.
Ciao
M
22 novembre 2009 alle 0:57
Nessun dubbio tu sia una persona seria, valida onesta, per questa ragione, ti prego, stai fermo un giro
Niente candidature o posizioni garantite in amministrazioni pubbliche ( es da dirigente) , almeno per un po’
Guadagnerai ancora di piu’ la nostra stima
SALTA UN GIRO
NON SARESTI CREDIBILE A RICOLLOCARTI PROPRIO ORA
UNA TANTUM DAI UNA LEZIONE AD ALTRI E FAI CRESCERE ALTRI STANDO FUORI DAL GIRO
23 novembre 2009 alle 15:59
E’ del tutto eivedente che si tratta di una scelta legata solo ed esclusivamente al più becero opportunismo. Se per un attimo penso che in una fase sei stato ai massimi vertici della sinistra del paese, capsco perchè la sinistra italiana è ridotta in queste condizioni. A casa, misero opportunista!
27 novembre 2009 alle 21:28
ma è mai possibile che quando si fa una scelta non si possa portarla poi avanti con coerenza? niente… solo sbrigativo opportunismo. comunque auguri
4 dicembre 2009 alle 2:23
Mi rendo conto che a sinistra ormai stanno rimanendo solo maceri ma la tua scelta, che ovviamente rispetto in pieno, non mi convince proprio. Mi sembra in contraddizione col tuo percorso degli ultimi anni.
Comunque tanti auguri, io non ti seguo.
9 dicembre 2009 alle 2:22
Uno zig- di dubbia coerenza..Mi aspettavo più “spessore”..davvero deludente.
13 dicembre 2009 alle 0:32
Mah… tanto ormai ci sono tutti… Moltitudini, sta a vedere che ci si ritrova anche il Pier Ferdinando e il Massimo… Ma che cavolo ci vai a fare là dentro? lo so che è come una calamita, che è difficile uscire, più che non dal vortice della droga… ma Cristo Santo??!!