

La via democratica verso Lampedusa
Scritto da: Pietro Folena in EuropeiGlobali, Politica nazionale
Da Epolis di oggi
Il Ministro Maroni – di cui avevamo apprezzato la determinazione nella lotta alla camorra in Campania – quando sente parlare di immigrati perde la testa. C’è poco da fare, magari inviando con un ATR dei vigili del fuoco (e quindi a spese dei cittadini) l’ex-sindaco leghista di Lampedusa, senatrice Maraventano, per placare gli animi. Sull’immigrazione si sta sbagliando tutto, e Lampedusa è solo la postazione avanzata di un fallimento che va riconosciuto. Nei CPA ci sono solo poveri cristi, migranti già sfuggiti ai moderni mercanti di schiavi con cui hanno attraversato mezzo mondo: quando fuggono dai centri di accoglienza, polizia e carabinieri si guardano dal fermarli. Non hanno commesso alcun reato. La popolazione, scesa in piazza per protestare contro l’apertura di un secondo centro nell’isola, solidarizza con i migranti. I quali alla fine rientrano nel centro.
O si stabilisce che essere clandestini vuol dire commettere un reato, trasformando progressivamente il sistema penale in un sistema di punizione di certe categorie di persone, come i rei-clandestini, e non dei reati che commettono: e questa è la strada xenofoba. Oppure si superano queste strutture intermedie, con un sistema di rilascio di permessi di soggiorno e di ricerca di lavoro nei paesi di origine, visto che sono le imprese italiane a volere manodopera che altrimenti non trovano. Questa è la strada democratica. La via intermedia, punto di compromesso fra le politiche sicuritarie del centro-destra e quelle di integrazione del centro-sinistra, non esiste. La destra italiana, a partire dalla Lega che fa pascolare i maiali sui terreni dove devono sorgere le moschee, deve decidere se imboccare la strada xenofoba, o se invece , da governo filoatlantico, deve interrogarsi sulla superiorità di un sistema in cui il figlio di un immigrato africano ha prestato giuramento come Presidente degli USA. Il Partito Democratico – accusato addirittura di aizzare gli immigrati – dovrebbe smettere ogni torpore. Le terribili violenze sessuali di Roma sono lì a dimostrare che cavalcare la paura e strumentalizzare gli eventi, come fece Alemanno un anno fa, è un errore che prima o poi ti si ritorce contro. Per dare sicurezza bisogna stroncare la violenza e, al tempo stesso riconoscere, come propose anche Fini qualche tempo fa, che anche i migranti che vogliono lavorare e così contribuire alla ricchezza nazionale sono cittadini, cui vanno riconosciuti diritti e doveri di cittadinanza.
Pietro Folena
indipendente di sinistra
www.pietrofolena.net