E’ morta l’Alitalia, viva l’Alitalia. Solo un grande nemico della scaramanzia poteva pensare al 13 come giorno di avvio della nuova compagnia. Ma era bene sfidare la sorte, e Roberto Colaninno questa volta si merita davvero l’epiteto di capitano coraggioso.
Certo: questa nuova impresa pagherà sempre un suo peccato originale. Quello di essere nata per ragioni elettorali, in un quadro di consociativismo imprenditoriale e politico da far rabbrividire non solo ogni liberale, ma ogni persona di buon senso. Un’operazione da socialismo reale. Diciamo però la verità: se Berlusconi porta la responsabilità di questo peccato originale, tutta la politica, della prima repubblica e dell’estenuante era nuovista che stiamo vivendo, centro, destra e sinistra, hanno colpe molto gravi da farsi perdonare. Uno dei grandi campioni nazionali, un gioiello di famiglia dell’Italia, è stato prima svalutato e svalorizzato e poi svenduto ai francesi. E’ vero che siamo in stagione di saldi, ma il saldo Alitalia, dando ad Air France, col 25% della nuova compagnia completamente libera dai debiti del passato, il controllo de facto della nuova Alitalia, non ha paragoni con nessuna delle svendite che gli esercenti italiani con fatica stanno provando a realizzare. Ma tant’è: la nuova Alitalia, il cui hub principale alla fine sarà il Charles de Gaulle di Parigi, avrà sempre il nostro tricolore, anche se, forse, si mangerà più camembert e meno parmigiano, e si dirà merci e non solo grazie . Ricordiamo con un pizzico di nostalgia l’epoca in cui De Benedetti e altri facevano shopping oltr‘Alpe: anche il Cavaliere provò ad aprire la Cinq. Accontentiamoci di quello che ora passa il convento. E’ il male minore, e se ci sentiamo europei – anche i leghisti e la signora Moratti dovrebbero, visto che al camembert preferivano i crauti e al merci il danke - è ora di dimostrarlo. Formigoni e la Lombardia cercheranno nuovi partners per Malpensa, Linate e gli altri scali urbani verranno tutelati e difesi.
Un solo consiglio, alla nuova società oggi ben più forte coi francesi: rispettate e valorizzate i lavoratori, perché non si debba più vedere lo sconcio dell’uso selvaggio del precariato come negli ultimi anni. E ai precari che stanno perdendo il lavoro, il Governo garantisca un futuro. A tutti e a tutte. Così le ferite saranno lenite.
Infine un sospiro di sollievo per gli alpinisti italiani: la sigla Cai torna nelle loro mani. Per volare, meglio Alitalia.