Da Epolis di oggi
Lo spettacolo offerto dal Parlamento sulla vigilanza Rai è deprimente. Piacerebbe vedere la stessa passione sulle questioni che riguardano la vita, il salario, la pensione, gli affitti. Parliamo invece della Rai, e della volontà dei partiti di posizionarsi in modo efficace per ottenere un po’ più di spazio per sé e un po’ meno per gli altri.
Il principale responsabile di questa situazione è la maggioranza: prima col veto personale a Leoluca Orlando, e poi con il colpo di mano (per la verità più rozzo che da regime) che ha portato all’elezione di Villari. Il secondo responsabile è Antonio Di Pietro: nell’aver insistito solo su Orlando, anche quando il Pd e l’Udc gli avevano chiesto una rosa di nomi per sbloccare la presidenza. Il terzo responsabile è il Pd che ha voluto un’intesa pre-elettorale con l’Italia dei valori e che è profondamente diviso sulle prospettive di rapporto con questo partito populista.
Sconcertano le accuse di trame interne al Pd che avrebbero favorito le mancate dimissioni di Villari. Villari, dal suo punto di vista, sta giocandosi una partita: ha avuto le prime pagine dei giornali, e invocare logiche disciplinari nei suoi confronti è stato un atteggiamento sterile e controproducente.
La soluzione ? C’era. Da uomo di sinistra non ho capito perché la frontiera tra progresso e conservazione dovesse passare tra due navigati uomini politici democristiani, come Orlando e Villari. La soluzione era Beppe Giulietti, deputato dell’Italia dei Valori, incomprensibilmente non candidato da Di Pietro alla carica di Presidente della Vigilanza Rai. Giulietti poteva raccogliere il consenso della maggioranza , far rinunciare Villari, non umiliare l’IdV e soprattutto dire al Paese che l’intento del Parlamento era cambiare strada, con una riforma che – come ha fatto Zapatero in Spagna – desse potere ai cittadini che pagano il canone. In queste ore si configura una presidenza Zavoli, uomo di grande prestigio e rigore, bandiera di una Rai più seria e pluralista. Vedremo. Ci piacerebbe l’inizio di un servizio pubblico meno preoccupato di ministri, sottosegretari, capicorrente, e più degli italiani che vogliono qualità e informazione.
24 novembre 2008 alle 12:20
caro folena da uomo di sinistra, mi sorprendo che tu ti sorprenda,spero sia inutile ricordare cosa sia il pd,evitiamo anche di fare i processi a quel partito culla e sede attuale del doroteismo in salsa centrista.cosi evito di sorprendermi sulla scoperta dell’acqua calda.
24 novembre 2008 alle 18:49
a sinistra si attaccano coloro che competono nell’accaparramento dei voti: pd e di pietro.
forse è il caso di essere piu costruttivi. l italia dei valori non ha avuto poltrone se non la presidenza della vigilanza rai. hanno scelto orlando, possono? per folena pare di no. sicuri che giuliettis arebbe stato accettato? anche zavoli lo sarebbe, eppure ora la destra berlusconiana ha ritrattato.
ormai la frittata è fatta, speriamo solo che villari non si sia venduto del tutto e un minimo di vigilanza la faccia. e che da ora in poi si cominci a slegare la rai dai partiti, almeno a sinistra, puntando sulla riforma zapateriana, e dal testo di legge “per un altra tv” della guzzanti e di tana de zulueta
24 novembre 2008 alle 19:09
su giulietti,non c’e’ dubbio la competenza era di casa,ma il correre da soli, no in coppia ,no in coalizione,ha determinato tutto cio’. e’ evidente che l’ìdv scieglie chi ritiene piu opportuno scegliere,e’ il pdl che invece ha cambiato le regole,e non vale il discorso su pecorella.non c’e’ attinenza sulle due questioni,se non quella del pregiudizio da parte del pdl su orlando.ora e’ ovvio che sia il pd e l’idv non sono il mio riferimento politico,ma va da se che il pd si e’ imbarcato tutti e dico tutti,tranne la sinistra quella no ,bene senza nessuna accredine sulla mediocrita’ di walter(cosa purtoppo acclarata)ma da chi spunta villari da casa mia per caso,veltroni sia meno evasivo e faccia qualche volta autocritica sul bordello politico che ha messo su.forse solo cosi si puo da uomini di sinistra iniziare a ragionare.