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Da Epolis di oggi

La giornata del 30 ottobre andrà ricordata. Lo sciopero generale della scuola, a cui si è affiancata “l’onda” – il nuovo movimento degli studenti – ha visto, in contemporanea con grandi manifestazioni in tante città, Roma letteralmente invasa per ore e ore da manifestanti sereni e pacifici. Rimane preoccupazione per la violenza – dopo gli episodi squadristici del giorno prima – : ma anche il comportamento della polizia ieri è stato esemplare, come quando un gruppo di anarchici infiltrati ha tirato le uova in Viale Trastevere.
Il decreto Gelmini è legge, e l’opposizione annuncia un referendum. Ma tutti dovrebbero riflettere – anche i commentatori superficiali (tra di loro sorprende per virulenza ideologica Susanna Tamaro) che hanno parlato con nostalgia caricaturale dei maestri di una volta – sul cuore di questa protesta. Essa chiede a tutti, a questa destra che riscopre l’autoritarismo, il maestro come voce dello Stato e del Ministro e un vecchio modello gentiliano, e alla sinistra che al governo ha perso delle ottime occasioni, di scommettere sulla cultura come bene comune. Di più: come centro di un’altra idea di sviluppo e di economia rispetto a quella speculativa di questi vent’anni, saltata ora in aria.  Il leader spirituale di questo movimento è Don Lorenzo Milani: la consapevolezza che la scuola è il luogo fondamentale della lotta all’esclusione sociale e all’ingiustizia, e che l’istruzione in un certo senso è al di sopra delle leggi, nel senso che la libertà non può essere irregimentata. La rivolta giovanile è contro un futuro improbabile di aspiranti vallette e un domani certo di precarietà. In questo senso, è un movimento politico, perché chiede una politica che esca dall’oggi e dall’egoismo, e che ripensi e progetti un futuro decente. Non so chi consigli Berlusconi in questi giorni (“la sinistra è scandalosa”, ha tuonato): il 30 ottobre andrebbe invece ascoltato, non per difendere l’indifendibile (la scuola elementare italiana è invece, come dicono le indagini internazionali, più che difendibile), ma per avviare investimenti finanziari consistenti e riforme democratiche e concertate della media inferiore, delle superiori, delle professionali, delle università nel senso di un più forte, meritocratico, prestigioso sistema pubblico.

3 Risposte a “Il leader è Don Lorenzo Milani”
  1. francesco scrive:

    Credo di pensarla come dici tu! è curioso, perché siamo diversi, per storia personale, regione e cultura politica, ma ci sono alcuni pensieri che possiamo condividere. E’ come se l’evidenza di ciò che sta accadendo sia così macroscopica che in tanti ci scopriamo a dire le stese cose. Chi come te capace di pubblico, lo dice in rete, chi invece si limita tra amici al bar o nel suo lavoro… insomma è proprio come se nascesse da sotto una nuova coscienza di ciò che deve essere cambiato. Scusa se te lo dico, non è una polemica verso di te, che stimo, anzi! ma ho l’impressione che solo chi è al potere non se ne accorga. Uso ambiguamente “chi è al potere” perché esiste il potere del governo e della maggioranza (che sta facendo le sue scelte e con coerenza non sbaglia un colpo) ed esiste il potere di chi è all’opposizione… Sono contento che sia tu a dire che la sinistra non ha saputo fare della cultura un bene comune. E’ una verità triste, ma necessaria. Ecco ho l’impressione che essere responsabili oggi voglia dire fare di tutto per aprire una seria analisi dei processi culturali che la destra sta producendo e del perché la sinistra non sappia ostacolarli.
    con stima FrancescoMilanese

  2. Gianluca Poscente scrive:

    Giustissimo il non voler difendere l’indifendibile.
    La scuola elementare funziona molto bene e la vogliono demolire…il resto però è un mezzo disastro…nonostante i Luigi Berlinguer, i Tullio De Mauro, le Moratti, i Mussi,le Gelmini….siamo indietro, come su tutto del resto…mi dispiace dover constatare che l’opposizione finalmente è unita contro questa vergognosa controriforma, però quando si parla di cosa proponiamo, le voci diventano dissonanti, per non parlare del PD…..si è svegliato dopo che ha visto la mobilitazione…cosa fare? Iniziamo a parlare di Europa anche nella formazione..

  3. claudio cariani scrive:

    Scusate se torno sulla vicenda Altalia.
    Sia io che mia moglie siamo privilegiati per sette anni in cigs, dopo 30 anni di volo io e 28 Lei.
    Peccato che da Dicembre non percepiamo nessun stipendio e sara cosi per 5o6 mesi ad essere ottimiste perchè Fantozzi non si premura di indicare i nomi dei Cigs.
    Per permettere queta Cigs anomala il Governo ha fatto un decreto legge successivamente tramutato in legge, cancellando tra l’altro l’art.2112 e 2115 del c,c. Questo apparente regalo ai lavoratori nasconde in realtà il vero regalo a Colannino e companny permettendogli di non assumere i più anziani che hanno un costo superiore e di scaricarli a spese dello Stato. In più come detto prima senza stipendi ma con i mutui e scuole da pagare le banche non concedono prestiti o finanziamenti perche siamo privi di buste paga.