
Da Epolis di oggi
Mancano quindici giorni all’ election day americano. E
saranno quindici giorni di intensità drammatica. Abbiamo
già scritto, su queste pagine, di quanto la sfida per le
presidenziali restituisca alla politica, dopo anni di
conformismo politico e ideologico, dignità, passione,
forza morale. Erano i primi di settembre, e non era ancora
crollata la Borsa Mondiale. Ora, a molti è più chiaro
quanto il 4 novembre andrà a votare un paese impoverito e
impaurito, e si scontreranno due Americhe, quasi
incompatibili. E’ scoppiato il grande imbroglio della
globalizzazione, fatto dalla deregolamentazione delle
attività finanziarie che in poco tempo - grazie a leggi
ispirate e volute da Wall Street, e in particolare da quei
repubblicani che hanno appoggiato dalla prima ora Mac Cain -
ha costruito le piramidi rovesciate della finanza
alternativa e di quella occulta, fatta di piccoli capitali
iniziali e di prestiti moltiplicati all’infinito, di
futures e di speculazioni sui mutui immobiliari delle classi
medio-basse e sui prezzi delle materie prime, facendoli
schizzare all’infinito. E così, se l’80% dei cittadini
statunitensi ha un livello di vita paragonabile a quello del
36, una piccolissima minoranza si è impadronita di fortune
pazzesche. Il crollo di Wall Street, vent’anni dopo,
ricorda il crollo del muro - del wall - di Berlino. E mentre
i grandi del mondo pensano al prossimo vertice
straordinario, e a qualche aspirina per una malattia
degenerata e corrosiva come quella di questi prodotti
finanziari (che hanno in sette-otto anni raggiunto una
dimensione dieci volte superiore a quella del Pil mondiale)
, gli americani saranno chiamati a votare. La scommessa di
Obama è che i più colpiti - che normalmente non vanno a
votare - prendano coscienza, e lo mettano nella condizione
di iniziare un new deal, come fece Roosevelt dopo la crisi
del 29. Gli USA di Obama, presidente nero, per cui in tanti
nel mondo tifiamo, sarebbero meno una potenza militare e
finanziaria, e più un paese di libertà, dove realizzare
per tutti il sogno di una vita diversa. Gli Usa di Mac Cain
- che dopo usa le armi dell’ultradestra per dipingere
Obama come nemico dell’America - sarebbero un paese
chiuso, armato, impaurito, in cui i protagonisti dei grandi
scandali ora esplosi, guiderebbero l’economia e la
finanza. Ecco perché sentiamo che una parte del nostro
futuro si gioca lì, fra quindici giorni.
Articolo scritto il lunedì 20 ottobre 2008 alle 13:29 e archiviato in Diario, EuropeiGlobali. Puoi tenere traccia di tutte le risposte a questo post abbonandoti ai RSS 2.0 feed.
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