da Epolis dell’11 ottobre
Onore a Sergio Cofferati. Il Cinese ha fatto una scelta “svedese”. La Svezia, e altri paesi scandinavi ci hanno abituato a notizie di questo tipo. “Mio figlio non può crescere in autostrada”, ha detto Cofferati. La compagna abita a Genova, lui fa il sindaco a Bologna. Ha ragione, ed è ora che anche i maschi del potere si assumano le proprie responsabilità. Come padre applaudo. E chissà se anche noi vedremo, come la Spagna di Zapatero, una Ministra della Difesa incinta, o come la Gran Bretagna, la carica di ambasciatore in Zambia retta tre mesi dalla moglie e tre mesi dal marito, al costo di un solo stipendio, per poter accudire i figli. L’Italia, nell’esercizio di questi diritti, non è Europa. E’ assolutamente ultima. Una giovane madre, a meno che non abbia tanti quattrini, deve rinunciare per alcuni anni a poter essere se stessa nella professione. Grazie al Cinese-Svedese, allora, per una lezione di civiltà.
E’ lo stesso Sergio, quello di quest’atto, che avevo conosciuto fino a quell’incomprensibile 2004, quando nottetempo rinunciò a guidare la sinistra per candidarsi sindaco a Bologna. E’ vero che contribuì alla riconquista della città felsinea alla sinistra. Ma ora si può dire che quella fu una scelta sbagliata. Un uomo di un’altra città, trapiantato in campagna elettorale a Bologna per diventarne sindaco era una stramberia. Ma una vera follia era deludere milioni di persone che, anche con un eccesso di delega fiduciaria, in Cofferati avevano visto nei due anni precedenti la metafora della possibilità di una sinistra meno sazia di potere e di mercato, più popolare, più vera. Sergio allora rinunciò, e quella irripetibile occasione svanì. La storia successiva la conosciamo: il fragile e claudicante progetto del PD, l’omicidio-suicidio della sinistra-sinistra alle ultime elezioni, il trionfo delle destre. E il Cinese-Svedese a Bologna, in rotta con la sinistra, spesso con l’immagine di un autocrate incompreso.
Ora che Cofferati farà il papà a Genova – e sicuramente coltiverà qualche nuovo progetto politico -, e che il PD e la sinistra avranno l’occasione con vere primarie per provare a ricostruire un rapporto tra di loro e con la città, non possiamo purtroppo riportare le lancette dell’orologio al 2004. Ma forse Cofferati, i leaders del PD e tanti altri, anche della sinistra-sinistra, avranno l’opportunità di riflettere, in un mondo in cui il liberismo crolla, su quale bisogno ci sia di una sinistra che senza estremismi e ridicoli schemi del passato imbocchi una strada diversa da quelle battute in questi anni.
13 novembre 2008 alle 10:13
Piero,
oggi possiamo guardare a certe scelte e accorgerci di quanto male abbiano fatto alla sinistra. A Bologna avremmo potuto trovare un sindaco locale altrettanto bravo e avremmo avuto come sinistra una chance in più.
Onore a chi come te ha continuato e continua a cercare la strada di una nuova sinistra.
Una strada in salita e piena di ostacoli, ma che può portare in alto l’Italia, un paese che oggi sprofonda in una crisi che prima che economica è civile.