Da Epolis del 29-9-08

 

Che l’Osservatore Romano e il Vaticano, in forma ufficiale, critichino apertamente le recenti misure sull’immigrazione volute dal Governo Italiano è qualcosa che dovrebbe far riflettere al di là della polemica politica. Nessuno infatti può dubitare della vicinanza politica dell’attuale pontificato alla destra italiana e occidentale. E la corsa a dimostrarsi più guelfi del Papa non ha praticamente risparmiato nessuno nel centro-destra, e anzi ha conquistato nuovi adepti nell’opposizione. Tuttavia, malgrado questa sintonia, e i giganteschi interessi economici che essa difende e promuove, la Chiesa avverte: stiamo andando al di là del consentito dalla nostra fede. So bene, e conosco, vescovi e preti che si occupano di immigrati e di solidarietà, e mentirei a sostenere che siano sostenitori convinti di Benedetto XIV°. Tra di loro vive piuttosto la parola di Giovanni XXIII°, e poi di Paolo VI°, rinnovata nell’universalismo ecumenico di papa Woytila. Spero, da cristiano di sinistra, che questo filone culturale riprenda la parola, faccia sentire la voce, torni a pesare. Ma ora la Chiesa, tutta, dice no al razzismo. Sente che il governo elettorale della paura, con cui le destre hanno vinto in Europa (proprio ieri, clamorosamente, in Austria, terra natale di Hitler), può portare presto a una situazione fuori controllo.

E così non basta il rassicurante PM di Milano a dirci che l’assassinio di Abdul non era di matrice razzista. Persino un uomo di destra estrema, ma concreto e schietto come il Ministro La Russa, polemizza con questo riduzionismo. E se Maroni si lascia andare a qualche frase di troppo sulla Campania –l’idea di una “guerra civile” inconsapevolmente nobilita lo stragismo razzista dei casalesi, che vogliono liberare Castelvolturno dai “neri”- , tuttavia anche al Ministro dell’Interno è chiaro che la misura è stata colmata. Si stanno liberando, per responsabilità anche della politica, violenti istinti xenofobi. Anche il PD qualche responsabilità l’ha avuta, un anno fa, quando venne uccisa la signora Reggiani. Fare il sindaco è difficile, garantire la sicurezza pure. Ma lo si può e lo si deve fare senza mai calpestare i valori repubblicani e –per chi ci crede- i valori cristiani. Se incontri uno straniero che ha sete e  fame, prima gli dai da mangiare e da bere, e poi gli domandi da dove viene. E’ tuo fratello. Questa è la parola di Dio.

L’Italia, per tante ragioni, è una società nervosa e carica di problemi. Dobbiamo aiutarla a non perdere sé stessa, la sua indole di generosità e di solidarietà. La Chiesa ci aiuta, tutti, a riflettere.

 

                              

 

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