da epolis di oggi
E’ difficile, penso per chiunque, non appassionarsi alle prossime elezioni americane. Per me, che vengo da una storia in cui grandi idee e grandi passioni avevano il coraggio di esprimersi e di contrapporsi – e che mi sento in questa politica italiana, tutta molto simile a sé stessa, un po’ un pesce fuor d’acqua –, il duello Obama-Mac Cain è in questo inizio di settembre entusiasmante. Gli USA, comunque andranno le cose, non saranno più quelli che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni. La notizia della Convention Repubblicana è che Mac Cain non ha voluto la presente ingombrante e imbarazzante di Bush. Una stagione volge al termine, segnata dalla guerra e dalla sospensione di antiche garanzie costituzionali dopo l’11 settembre. Si confrontano due impostazioni assai poco centriste, molto radicali. Negli USA di Mac Cain e della Palin, c’è il dominio di un’America bianca, conservatrice, chiusa, impaurita dal mondo. E’ vero che porta molte contraddizioni con sé, come dimostra la gravidanza non voluta della giovane figlia della governatrice dell’Alaska e l’imbarazzante genero della provincia profonda. Non si sa quale politica economica, quale politica estera questo ticket proponga. Si conoscono solo la retorica militare e quella sulla famiglia: possono servire a vincere, non bastano per governare.