

La sinistra e la libertà. A proposito di Solzhenitsyn
Scritto da: Pietro Folena in Diario, EuropeiGlobaliUna giornata di Ivan Denisovic e Arcipelago Gulag sono depositati nelle fondamenta della cultura della mia generazione. Sono entrato nella FGCI – come ho scritto ne I ragazzi di Berlinguer – perché Berlinguer era segretario del PCI, e con quelle letture emozionanti. Solzhenitsyn, Anna Frank, Gramsci sono stati vissuti come testimoni di un’unica ansia di libertà, indivisibile. L’appropriazione che la destra ha tentato del grande autore russo, scomparso ieri l’altro, non è credibile. Dovrebbe accompagnarsi ad un’autentica e intransigente passione per la libertà degli uomini e per la difesa delle loro idee – a prescindere dal fatto che le condividi – .
Nella mia formazione, il merito fu dei miei genitori – e della passione socialista e cristiana che viveva nella loro esperienza – e di una straordinaria professoressa di italiano e di letteratura, Laura Lavia. Fu forse per queste ragioni che, nella nuova FGCI, con tanti diventati protagonisti della politica e della cultura (cito, fra gli altri, Nichi Vendola e Gianni Cuperlo, e Claudio Caprara che recentemente sul suo blog ha ricordato alcuni degli avvenimenti culturali di cui fummo protagonisti) ci fu una grande ostinazione collettiva nella contestazione dell’Urss, realizzando anche proteste pubbliche, con grande rumore, a Mosca in occasione del Festival della Gioventù del 1985.
Ora si possono invitare i ragazzi del 2008 a una lettura delle opere di Solzhenitsyn. Poco importa che la sua vena creativa avesse piano piano lasciato il passo ad un’ossessione religiosa. Rimane un protagonista del cambiamento di quella parte del mondo, e un critico della società, anche di quella occidentale che lo aveva appoggiato quando era dissidente.
Manca, in conclusione, nella Russia come nell’Europa di oggi -e soprattutto in Italia- una forza politica che sappia declinare l’idea di libertà umana in modo radicale.
5 agosto 2008 alle 9:31
caro Pietro,
questa forza manca terribilmente. I congressi delle forze della ex sinistra arcobaleno si chiudono con un’abiura dell’idea di unità e un tentativo vigliacco di rifugiarsi in recinti di ovili ormai spazzati via.
A questo punto restiamo noi, milioni di persone che abbiamo bisogno di un nuovo partito della sinistra della libertà e del progresso, e un manipolo di coraggiosi che intendono spero costruirlo, da Claudio Fava a te a Vendola e a tanti altri spesso sconosciuti ma infinitamente più validi di tanta gente che oggi fa il ministro della repubblica…
spero di vederti presto per dare il mio contributo a costruire finalmente questo partito.
25 agosto 2008 alle 12:55
Dice bene Pietro “Manca, in conclusione, [...] una forza politica che sappia declinare l’idea di libertà umana in modo radicale” e sottolineo la parola “forza politica”.
L’ho scritto nel post precedente e lo ribadisco: non sono d’accordo con Paolo Ferrero che, pur nella assoluta buona fede, si rintana nel fortino in attesa dei tartari, non sono nemmeno d’accordo nella creazione in laboratorio o in una assemblea costituente, dell’ennesimo soggetto politico della sinistra.
A mio modesto avviso la risposta va cercata nell’unico ambito su cui tutti sembra ci dimostriamo convinti a confrontarci: il sociale. Dobbiamo sostanzialmente fare in modo che la Fenice rinasca dalle ceneri reali della sinistra, non da quelle fittizie ed effimere delle alchimie politiciste.
In ogni caso, se in buona fede, tutti si meritano il mio augurio di buon lavoro.