

La “pirateria” fa bene all’arte, dice Paulo Coelho
Scritto da: Pietro Folena in Welfare per la Conoscenza, tags: arte, condivisione, conoscenza, copyright, creative commons, diritto d'autore, internet, p2p, paulo coelho, pirateriaE difatti bisognerebbe smettere di chiamarla pirateria ed iniziare a chiamarla con il suo vero nome: condivisione.
Oggi il Corriere della Sera pubblica un articolo molto interessante. Paulo Coelho, uno di quegli scrittori che quando pubblica un libro crea le file in libreria, sul suo blog spiega come scaricare le sue opere gratuitamente. Il perché è semplice: i suoi libri non vendevano in alcuni Paesi come la Russia, finché non sono finiti nei circuiti “pirati”. Lui stesso ha pubblicato il link e, magia, in due anni è passato da 1000 copie a 10mila. E ora addirittura a 10 milioni.
Certo, si può facilmente obiettare che lui “può permetterselo”. E’ vero. Ma vediamo di analizzare bene la questione.
Se sono un grande autore posso permettermi di pubblicare gratis sul web le mie opere. Così, mi farò pubblicità dove l’editoria o la discografia tradizionali non arrivano. E’ il caso, appunto, di Coelho.
Se invece sono un artista semi-sconosciuto, posso usare questo mezzo per farmi conoscere. E difatti è ciò che molti fanno, ad esempio pubblicando con licenze Creative Commons.
Insomma, che io sia un “grande”, oppure un “piccolo”, la condivisione non mi danneggia, ma mi aiuta.
Non dico che Coelho abbia ragione al 100%. Non dico che il suo esempio valga sempre e comunque. Ma possiamo iniziare a fare una seria discussione – senza pregiudizi – su questi temi? Possiamo iniziare a smettere di criminalizzare la condivisione della conoscenza attraverso le reti peer-to-peer?
4 marzo 2008 alle 16:46
[...] Pietro Folena] Segnala presso: var zflag_nid=”790″; var zflag_cid=”323/1″; var zflag_sid=”282″; var [...]
18 marzo 2008 alle 19:14
la condivisione della conoscenza? scaricarsi NATALE IN CROCIERA o THE BOURNE ULTIMATUM è condividere conoscenza? Non pariamoci sempre dietro ’sta cavolata del diritto alla conoscenza e alla cultura!!! Ma scusate, i libri a scuola ce li fanno pagare o in nome del diritto alla conoscenza ce li regalano? Folena, li paghi tu i libri agli studenti?
La gente per produrre film e musica impiega lavoro e risorse economiche…… che anche il lavoro degli altri venga retribuito e considerato, non solo il tuo.
19 marzo 2008 alle 14:58
Enrico,condivido in pieno.Un conto è dire che un libro o un cd ha un prezzo troppo alto,un altro parlare di condivisione della conoscenza che è una fesseria colossale.Certo che qui si fa del populismo terra terra,siamo sui livelli di Berlusconi.I libri dai lei pubblicati perchè non li ha messi on line anzichè in libreria??non è anche quella “condivisione della conoscenza”?O lo è solo quando si tratta delle opere altrui?Senza parole…
19 marzo 2008 alle 16:03
@Enrico: forse non lo sai ma sì, li pago anche io i libri agli studenti. Io, tu, qualsiasi cittadino… certo non per tutti i libri e tutte le scuole, ma questo è un difetto del sistema che va corretto.
Quanto al lavoro degli artisti, come vedi, Paulo Coelho che è un artista la pensa un po’ diversamente. Anche altri, penso a Michael Moore che ha invitato la gente a scaricarsi il suo film da Internet e pensa che il film lo produce lui, quindi “ci perde” due volte. Sai cosa mi ha raccontato proprio ieri un mio amico? Aveva sentito critiche poco lusinghiere sul film di Verdone (non ricordo se sul Corriere o su Repubblica9 in cui si affermava che sì era carino ma tutto sommato non abbastanza. Quindi non voleva andare al cinema a vederlo. Poi l’ha trovato su internet attraverso un noto programma di p2p. Uno di quei film presi con la videocamera. L’ha visto per un po’, saltando di qua e di là. Gli è piaciuto e quindi, per vederlo bene insieme alla famiglia, è andato al cinema. Quattro persone. Mi pare che Verdone dovrebbe essere riconoscente a quel “criminale” che ha preso il film con la viedocamera digitale e l’ha messo in condivisione perché ha strappato quattro biglietti in più.
Questo è solo un esempio.
La realtà è che l’ANICA, non i comunisti, non i “pirati”, ma l’ANICA ha scientificamente dimostrato che chi scarica i film da Internet va *di più* al cinema!