Questo non è un giornale.
Un’affermazione banale, dirà qualcuno.

Mica tanto, se si prende alla lettera il ddl sull’Editoria varato dal governo.

INTERNET/LEGGE EDITORIA. FOLENA: “PROPOSTA GOVERNO ANDRA’ CHIARITA”
Pietro Folena, presidente della Commissione Cultura della Camera (competente anche per l’editoria) si inserisce nel botta-e-risposta tra Beppe Grillo e Richi Levi sul ddl di riforma che rischia di creare grossi problemi ai blog e ai siti di informazione on-line.

“C’è un punto che va chiarito nella legge – spiega – e cioè che chi fa un blog non è un editore. E quindi non deve sottostare a nessuna regola particolare riguardante la stampa o gli operatori della comunicazione”.

“Anche io ho un blog – aggiunge Folena – e un blog è un diario. Un diario nel quale, certo, si può fare informazione. Così come esistono migliaia di siti che la fanno senza pretese di essere dei giornali”

“Quindi – conclude Folena – va chiarito che chi fa informazione amatoriale on-line, così come è oggi, se vuole usufruire dei vantaggi della legge sulla stampa si iscriverà al tribunale, altrimenti non deve iscriversi da nessuna parte. Un conto è la professione, l’impresa, altro è la libera circolazione delle idee e dell’informazione”.

29 Risposte a “Questo non è un giornale”
  1. Salvatore scrive:

    Si caro Pietro, questa volta è stato avanzato un ddl molto poco apprezzato dalla rete. Un brutto passo falso: l’ennesimo. Ma quando la fate sta benedetta unione a sinistra. A ragà, qua sta a pijà foco tutto…

  2. Sveglio scrive:

    Folena, tu sei troppo rilassato. Alle 9.05 del 20 ottobre 2007 il sito di Grillo ha 7410 commenti su questa notizia. Forse gli italiani non sono così rilassati come te? forse sono un poco arrabbiati? Forse un caffè ti farebbe bene?

  3. Alberto scrive:

    Caro Folena, quel disegno di legge è una vera cacata. Ormai mi aspetto poco nulla dalla sinistra: sono diventati peggio di Berlusconi su argomenti riguardanti le libertà individuali. Magari tu riesci a far cambiare idea a quei 4 rimbambiti del paleozoico.

    cari saluti

  4. Anonimo scrive:

    Alle 9.05 del 20 ottobre 2007 il sito di Grillo ha 7410 commenti su questa notizia, Aggiornamento, ore 10.57 – 7650 commenti. Forse è meglio se prende 2 caffè.
    per Alberto d’accordo sulla 1ª sulla 2ª e sulla 3ª
    la 4ª molto improbabile, anzi impossibile (vedesi immobilismo)

  5. pierangelo scrive:

    gentilissimo sig. Folena, lei parla di democrazia, allora le chiedo dove e’ la democrazia edove sono le pari opportunità per che e’ laureato in scienze motorie.
    Nessuno di voi si preoccupa di informarsi, o meglio vi preoccupate solo di custodire le lobby, deve sapere che chi si è laureato in Scienze Motorie lo ha fatto, portando a termine un percorso didattico ponderato a livello ministeriale.
    L’unica cosa che ho capito che tutti voi sapete quello che non possiamo fare e quello che non siamo, quindi tutti sapete dove finiscono i nostri diritti ma nessuno sa dove iniziano.

    Fatemi la cortesia di non usare piu’ la parola democrazia perchè, questa è la solita utopica illusione, qui di democratico non c’e’ nulla.

    la saluto.

  6. ANTONIO PALMISANO scrive:

    QUELLA LEGGE E’ UN BAVAGLIO PER LA RETE LE TV SONO CONTROLLATE I GIORNALI PURE L’UNICA VOCE LIBERA VERAMENTE FINO AD ORA ERA LA RETE E VOI STATE CERCANDO DI PIEGARLA AI VOSTRI SPORCHI VOLERI

  7. antonio palma scrive:

    COSTO DELLA POLITICA

    Costo della politica: due conti dopo l’affondo di Mantezemolo

    di Redazione (redazione@vita.it)

    25/05/2007

    «Stime recenti – ha continuato il Presidente di Confindustria – parlano di un costo complessivo della politica vicino ai 4 miliardi di euro».

    «La politica è la prima azienda italiana – ha detto ieri Montezemolo – con quasi 180mila addetti: il costo della rappresentanza politica, nel suo complesso in Italia, è pari a quello di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna messi insieme e solo il sistema dei partiti costa al contribuente 200 milioni di euro all’anno contro i 73 milioni della Francia». «Stime recenti – ha continuato il Presidente di Confindustria – parlano di un costo complessivo della politica vicino ai 4 miliardi di euro».
    Una cifra credibile, facciamo due conti. Oltre a essere il Paese d’Europa dove ci sono più incidenti stradali e rapine in banca, abbiamo anche il primato delle pensioni parlamentari più ricche. Infatti, da noi basta una mezza legislatura, pari a due anni e mezzo, e gli onorevoli rappresentanti del popolo maturano il diritto a una pensione. Mai vista una cosa del genere in nessun’altra democrazia al mondo. Il tutto ovviamente e rigorosamente bipartisan. Quando si tratta di privilegi, destra, centro e sinistra sono tutti d’accordo. Fino a oggi sono 2.238 quelli che percepiscono un vitalizio che oscilla dai 3.108 ai 9.947 euro. Inoltre, le ‘onorevoli’ pensioni sono cumulabili con altri redditi (come dimostrano anche 2 vice ministri e 18 sottosegretari del governo Prodi), possono essere percepite a prescindere dall’età (prevista per tutti a 60 anni tranne che per i parlamentari) e si rivalutano automaticamente essendo collegate all’indennità degli eletti in carica (i sindacati dei lavoratori non hanno nulla da dichiarare?).
    Nel 2006 i deputati in carica hanno versato 9 milioni e 400mila euro e le spese per le pensioni sono state 127 milioni, mentre al Senato si incassano quasi 5 milioni e se ne spendono quasi 60. Ma così non si va al collasso? Nulla di tutto questo: senza vergogna, ogni anno una legge dello Stato ripiana i conti della previdenza parlamentare con i soldi di tutti.
    La Camera dei deputati per mantenere solo 630 deputati costa complessivamente circa un miliardo di euro l’anno. i dipendenti della Camera (112 mila euro di stipendio medio) sono passati da 1.757 a 1.897: 140 in più, per un costo di oltre 212 milioni di euro di buste paga.
    Quanto a quelli del Senato, erano talmente tanti allo scoppio della crisi della prima Repubblica da essere drasticamente ridotti, tra il 1992 e il 2001, da 1.028 a 871. C’erano voluti nove anni per tagliarne 157, ne sono bastati cinque per assumerne 225. E salire al record: 1.096. Di cui 358 commessi, benedetti non solo da un nome più chic («assistenti parlamentari») ma anche da uno stipendio medio di 115.419 euro. A prova di vacche magre e alla faccia dei sacrifici chiesti ai cittadini.

    Se poi allarghiamo il discorso dei costi della politica alle cariche elettive di comuni, province e comunità montane dobbiamo aggiungere circa 195mila amministratori con un costo di 746 milioni di euro l’anno. Troppi, sia come numero che come spesa
    Noto ormai, anche il costo della Presidenza della Repubblica. Al 31 agosto del 2000 il personale in servizio al QUirinale era composto da 931 dipendenti diretti più 928 altrui avuti per «distacco», per un totale di 1.859 addetti. Tra i quali 274 corazzieri, 254 carabinieri (di cui 109 in servizio a Castelporziano!), 213 poliziotti, 77 finanzieri (64 della Tenenza di Torvajanica, che è davanti alla tenuta presidenziale sul mare sotto Ostia, e 14 della Legione Capo Posillipo), 21 vigili urbani e 16 guardie forestali, ancora a Castelporziano. Numeri sbalorditivi. Il solo gabinetto di Gaetano Gifuni era composto da 63 persone. Il servizio Tenute e Giardini da 115, fra cui 29 giardinieri e 46 addetti a varie mansioni. Gli artigiani vari impegnati nella manutenzione dei palazzi al Quirinale erano allora 59 tra i quali 6 restauratrici al laboratorio degli arazzi, 30 operai, 6 tappezzieri, 2 orologiai, 3 ebanisti e 2 doratori. Il costo di tutto questo? 152 e mezzo milioni di euro.
    Inoltre, è solo di poche settimane fa l’affondo della Corte dei Conti sui costi della burocrazia pubblica. Per la Corte l’incremento della spesa per le retribuzioni del personale pubblico in servizio, sia dei comparti statali che non statali e del personale in regime di diritto pubblico è stato del 12,8% tra il 2001 e il 2005, pari a 11.519,7 milioni di euro. Secondo la Corte all’aumento della spesa per le retribuzioni, tra l’altro, non coincide con una crescita del personale impiegato nel settore statale: tra il 2001 e il 2005, infatti, si è registrata una riduzione graduale delle unità in servizio (-2%), che erano di 2.027.526 nel 2001 e risultano essere 1.987.267 nel 2005. Quasi l’11% del Pil

  8. ANTONIO FRANCO scrive:

    Le spese per i politici sono aumentate di 200 milioni di euro

    Le spese per i politici sono aumentate di 200 milioni di euro
    In Alice
    - Pensioni d’oro per i parlamentari
    - Speciale Tfr e pensioni
    - I politici costano sempre di più
    - Dove nascono gli stipendi del potere
    - Quanto guadagnano i parlamentari
    L’appetito viene mangiando. E così partiti, dipendenti pubblici e organi dello Stato chiedono sempre di più. I dati della Ragioneria dello Stato segnalano una decisa impennata dei costi per il triennio 2004-2006

    Gargantua e Pantagruel in confronto ai nostri politici sono due anoressici. La torta del denaro pubblico continua ad essere ingoiata con un’ingordigia che sembra non avere limite. Le numerose promesse di voler ridurre i costi del sistema rimangono vuote promesse.

    Può apparire un ritornello, alle lunghe noioso. Forse si corre il rischio di cadere nel qualunquismo e nella demagogia. Ma non è così. Documenti ufficiali alla mano è doveroso gridare allo scandalo, soprattutto pensando ai grandi sacrifici che i cittadini – soprattutto dopo l’arrivo dell’euro – hanno e devono sopportare.

    Affari nostri. La casta guarda al proprio portafoglio. Ed ecco allora che dal 2004 i trasferimenti ai partiti politici sono cresciuti del 28,68%. Eppure nel referendum del 1993, il 90% dei cittadini italiani si espresse per l’abolizione dei finanziamento pubblico.
    Fatto giudicato irrilevante per la partitocrazia che, al gran completo, da sinistra a destra, decise un reintrodurre il finanziamento pubblico. Punto.

    Scorrendo il documento dell’organo contabile non mancano altre sorprese. La seconda voce che più ha influito sul poderoso aumento delle spese è quella degli stipendi per i dipendenti della presidenza del Consiglio In due anni sono cresciuti del 20,71%.
    Gli altri dipendenti pubblici si sono dovuti accontentare del 10,16% in più.
    Spese in crescita anche per gli organi costituzionali (+ 8,50%), gli istituti di patronato (+ 11,14%) e gli enti di previdenza (+ 7,73%).

    Ci sono anche voci che registrano un bel segno negativo. Ma, del tutto casualmente, riguardano ambiti tendenzialmente lontani dal mondo politico.
    Per esempio il fondo per il sostegno all’occupazione ha visto ridurre i trasferimenti del 31,53%. Sforbiciata anche per i contributi pubblici: – 50% per le scuole paritarie, – 5,81% per gli enti culturali e – 1,09% per l’abbattimento dei tassi d’interesse sui prestiti contratti dalle imprese.

  9. Gica78R scrive:

    Ieri mattina avevo lasciato un commento su questa faccenda; il tono era sarcastico ma educato e senza parolacce od offese. Però si è preferito cancellarlo o non pubblicarlo affatto.

    Chi si è fregato le chiavi del parlamento?

    Saluti

  10. Pietro Folena scrive:

    @Sveglio.

    Guarda che sono tanto sveglio che della cosa mi sono occupato ben prima. Al Forum sui Diritti di Internet promosso da Stefano Rodotà.

  11. Anonimo scrive:

    Non ci risulta, infatti siamo arrivati a questo triste punto

  12. Francesco Stablum scrive:

    Grazie Pietro,
    fai qualcosa per fermare questa vergogna!
    -Francesco Stablum

  13. Mario Antonuzzi scrive:

    Prima dell’arrivo di Internet la democrazia aveva prodotto un vizio capitale. I mezzi di comunicazione dispongono di strumenti moderni e costosi e si avvalgono del lavoro di decine di giornalisti. In parole povere costano molto e quindi li detengono solo le persone ricche, molto ricche. Allora sui mezzi di informazione puoi leggere di tutto: gente che si accapiglia sui temi etici, sulle questioni sociali. Ma mai una parola che vada contro i ricchi e i loro interessi. D’altronde perchè un ricco dovrebbe creare un giornale o una televisione che parli contro se stesso? Il blog ha cambiato tutto. Tutte le persone possono scrivere e arrivare a 10, 100, 1000 o 1.000.000 di persone. Possono farlo anche coloro che non hanno capitali, nè vizi capitali. Perchè un governo di sinistra dovrebbe temerli? Cosa c’è oltre il masochistico autolesionismo di Prodi e del suo governo?
    Che peccato che oltre Prodi ci sia solo Berlusconi, che oltre la padella ci sia soltanto la brace! Stia attenta però la padella a non divenire più incandescente della brace.
    Mario Antonuzzi

  14. Francesco scrive:

    on, Folena, le scrivo per chiederle cosa intende fare, lei che l’anno scorso dimostrò molta sensibilità per i precari della scuola, in merito al progetto del ministro Fioroni di nuovo reclutamento degli insegnanti, una cosa che sta gettando nel panico tantissimi aspiranti docenti. La chiusura delle graduatorie trasformate in esaurimento ha messo in salvo i diritti di chi vi si è iscritto entro il 2006, ma cosa aspetta i sissini del IX ciclo e coloro che si laureeranno in seguito? Nel quaderno bianco di Fioroni si parla di un percorso che prevedrebbe un concorso successivo alla specializzazione, ma è tutto vago e ambiguo! Si può davvero pensae, onorevole, di far fare un ulteriore concorso a chi comunque farà la stessa ssis del passato ma senza avere gli stessi diritti di prima? Il ministro non perde occasione di ribadire che chi non supererà questi concorsi futuri dovrà cercarsi un altro lavoro, ma è possibile pensare questo a fronte di un percorso che tra università e ssis prevede ormai sette anni di studio, di cui due a numero chiuso? Non ci sembra esattamente il modo di eliminare il precariato che pure dovrebbe essere la ratio della riforma! Onorevole, lei che ha dimostrato di essere sensibile alla causa dei precari e dei più deboli, la preghiamo ci aiuti!

  15. Internet precario scrive:

    20 Ottobre 2007
    La Cina è vicina con la Levi-Prodi

    Oggi mi sento più tranquillo. Un signor Nessuno, eletto da nessuno, che si chiama Ricardo Franco Levi ci ha rassicurato.
    Il disegno di legge Levi-Prodi per imbavagliare la Rete farà il suo percorso, ma sarà sereno. In caso di dubbi sulle finalità di un sito o di un blog ci penserà l’Autorità per le Comunicazioni. Sentite le parole di questo paraculo prodiano: “Distinguere tra attività editoriale e privata non è semplice. Per questo sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare quali siti o blog siano tenuti all’iscrizione”.
    Non solo fanno leggi non previste dal programma di governo, in silenzio, per non essere disturbati. Ma ci prendono anche per il culo. Levi, le do un consiglio: si tolga dalle palle, ma presto, torni alla panchina del parco dove l’ha raccattata il suo amico Prodi. Questa legge va CANCELLATA. Se volete, cari amici dell’Unione, discutetevela tra di voi nel nuovo loft del Partito Democratico, ma non fateci perdere tempo.
    Rete 4 abusiva da mandare sul satellite: non pervenuta. Legge sul conflitto di interessi: non pervenuta. Corruzione di giudici per l’acquisto della Mondadori: non pervenuta. Televisione pubblica occupata dai partiti: non pervenuta. Wi Max regalato alle società di telecomunicazioni: non pervenuto. E voi, dipendenti infedeli che avete tradito il vostro elettorato, vi occupate, senza alcun mandato, di mettere sotto controllo la Rete? Ma chi siete? Chi vi autorizza?
    Prodi fa sempre l’indiano. Non applica il suo programma per la legge Maroni (legge 30), fa l’indulto, non cambia la legge elettorale, non tocca l’ex-Cirielli e la Pecorella. Il debito pubblico sale come un termometro impazzito. Ma lui non c’entra mai. Un presidente del Consiglio inesistente.
    Il prossimo V-day sarà dedicato all’informazione, sto decidendo la data. Chiederemo due cose:
    - l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria
    - l’abolizione dell’ordine dei giornalisti.
    Stay tuned.

  16. Ing G. Gioiello scrive:

    Caro Folena,
    Nella sua qualità di Presidente della Commissione Cultura della Camera (competente anche per l’editoria), e membro dell’attuale maggioranza di governo, La informo che, grazie a questa (ennesima?) brillante alzata d’ingegno, l’attuale compagine di governo si è inimicata di botto l’intera Rete.

    Ma non avevate gia’ abbastanza nemici, da dovervene cercare di nuovi, così numerosi e per giunta poco addomesticabili?

    E’ stato portato alla Sua attenzione il fatto che la Rete gia’ oggi conta piu’ della televisione e della carta stampata per numero di utenti e di tempo speso?

    E’ stato portato alla Sua attenzione il fatto che, oggi, e’ in Rete che si formano le opinioni e i trend di pensiero per il futuro, dato che l’utenza apprezza la molteplicità delle voci piu’ che le “veline”, siano esse governative che dell’opposizione? Oggi, le sole “veline” che la gente apprezza sono quelle di Striscia la Notizia, mi creda.

    Questa legge puo’ essere stata concepita solo da chi:

    1) Non ha sufficiente esperienza e conoscenza dei meccanismi della Rete.

    2) Ama (forse) pochino la nostra Costituzione.

    3) Vuole dare una mazzata a uno dei pochi settori in crescita del nostro Paese (si, con la “P” maiuscola).

    Essa infatti e’:

    1) Inapplicabile “de facto” (basta spostare i contenuti su server stranieri e continuare a scrivere in italiano).

    2) Discutibile “de jure”, vedasi Art. 21 della Costituzione Italiana (si, con la “I” maiuscola).

    3) Disastrosa economicamente, perche’ porterebbe a un ridimensionamento della Rete in Italia, con inevitabili cali occupazionali per tutti gli operatori, a partire dalla piu’ piccola server farm per finire con operatori del calibro di Telecom.

    Volendo infine essere propositivo, ho il piacere di offrirLe a titolo *totalmente gratuito* la mia piena disponibilita’ per una consulenza piu’ approfondita, ove Ella dovesse ritenere utile avere anche il parere di chi era in Rete gia’ da quando Internet contava nel mondo meno di 20.000 utenti, contro il miliardo abbondante di utenti odierni.

    Cordiali saluti.

  17. Pietro Folena scrive:

    Caro Ingegnere grazie ma credo di intendermene abbastanza dell’argomento visto che sono diversi anni che me ne occupo. La legge non l’ho scritta io, quindi la prego di non addebitarmi nulla. Anzi io ho cercato di spiegare che non andava bene ma c’è chi ha ritenuto altrimenti.
    In ogni caso deve passare dalla mia commissione, quindi per quanto mi riguarda, cambierà.

  18. Sveglio scrive:

    Pietro Folena ha scritto:
    “Guarda che sono tanto sveglio che della cosa mi sono occupato ben prima. Al Forum sui Diritti di Internet promosso da Stefano Rodotà.”

    Se ne eri al corrente perché non ha diffuso tu la notizia in rete? Pensavi fosse meglio risolvere la faccenda in privato?

  19. Anonimo scrive:

    Sveglio sei un grande, volevo chiederglielo anche io, ma secondo me ha aspettato che la notizia la desse Beppe Grillo (meno male) ma vi rendete conto che se tutto fosse passato in sordina (aumma aumma)

  20. Pietro Folena scrive:

    @ Sveglio: guarda che l’hanno fatto in molti ben prima di Grillo.
    E poi io al forum l’ho detto pubblicamente.

  21. Anonimo scrive:

    Bugia grossa bugia maproprio grossa

  22. Sveglio scrive:

    Preciso che la notizia l’ho letta su Punto Informatico. Ho citato il blog di Grillo perché ho visto che su quel blog la notizia ha suscitato ua vivacissima reazione.
    Ti riconosco il merito di essere uno dei pochi parlamentari presenti in rete e mi aspetto che questa scelta comporti la responsabilità di interagire con la Rete. Non credo che Punto Informatico avrebbe rifiutato di pubblicare una tua denuncia su un fatto così grave. Mi auguro che quanto accaduto possa farti riconsiderare anche il ruolo del tuo blog, che merita senz’altro l’impegno di maggiori risorse.
    Con affetto.

  23. ANTONIO PALMISANO scrive:

    QUESTA SCHIFOSA LEGGE NON SA DA FARE…E POI CRITICAVATE BERLUSCONI….. NEANCHE CON LE MODIFICHE LE COSE VANNO BENE
    Roma – Dopo la brutta figura del ddl sull’editoria, il Governo rischia di approvare un’altra norma discutibile e decisamente approssimativa.

    Nel movimentato Consiglio dei ministri di martedì scorso, si è discusso del cosiddetto “pacchetto sicurezza”, elaborato dai ministri Clemente Mastella e Giuliano Amato. Il provvedimento, suddiviso in quattro disegni di legge, si prefigge l’intento di inasprire le pene per varie tipologie di reato: dallo scippo, alla piromania. Un piccolo, ma decisivo, punto, riguarda anche la Rete: l’introduzione del reato di “adescamento di minorenni” online e via telefonino.

    Il maggiorenne che, con lo “scopo di sedurre, abusare o sfruttare sessualmente un minore di anni sedici”, intrattiene con questi (attraverso Internet, cellulare, o altri mezzi di comunicazione) una relazione “tale da carpirne la fiducia”, è punito con la reclusione da uno a tre anni.
    Lo schema del disegno di legge in questione, diversamente da quanto affermato dalle agenzie di stampa e dai quotidiani nazionali, risulta in realtà già approvato fin dal 22 dicembre 2006, ed era oltretutto già stato giudicato dal Consiglio superiore della Magistratura, variamente annunciato alla Camera e in altre sedi istituzionali, ed infine stralciato meno di dieci giorni fa, per essere poi reintrodotto quasi identico nel “pacchetto sicurezza”. Il disegno di legge che introduce la nuova fattispecie di reato, perciò, era in realtà già passato indenne a quasi tutto l’iter iniziale. Sul sito del governo è disponibile anche un’approfondita descrizione delle motivazioni che hanno portato alla proposta.

    La norma, condivisa dagli esperti negli intenti e mutuata dalla legislazione statunitense ed anglosassone, è minata però da una palese e pericolosa ambiguità non presente negli altri ordinamenti, sfuggita anche allo stesso CSM: la semplice “seduzione”, anche se perpetrata senza alcun intento particolarmente malevolo, viene accomunata all’abuso e allo sfruttamento sessuale (naturalmente così non avviene né nel Regno Unito, né negli Stati Uniti).

    Nella pratica: un ragazzo al termine delle scuole superiori che si trovasse a chattare o scambiare SMS affettuosi con una ragazza più giovane di un paio d’anni, rischia fino a tre anni di reclusione.

    Il segretario dell’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI) Renato Borzone, recentemente intervistato da radioradicale.it, definisce, quanto ritenuto condivisibile dal Consiglio Superiore della Magistratura qualche mese fa, “una follia, talmente indeterminata che potrebbe colpire con pene severe condotte innocue e non dimostrabili. E lascerà molto spazio a quei magistrati protagonisti che, pur di finire in tv o in prima pagina, non si faranno scappare l’occasione di perseguitare il malcapitato di turno. O il povero imbecille.”

    Interviene anche il blogger Mario Adinolfi, membro della costituente del PD, che bolla senza mezzi termini il provvedimento come “ridicolo”, specie perché “le norme già consentono ai quattordicenni di avere una libera vita sessuale”. Silvana Mura (Italia dei Valori) si è invece dichiarata favorevole all’approvazione di tutti i provvedimenti. Generalmente favorevoli, ma alcuni scettici, i commenti dell’opposizione.

    Se la tutela dei minori nell’anarchico mondo del web è un’esigenza sentita, diffusa, e condivisibile, pensare di risolvere il problema istituendo nuovi ambigui reati o inasprendo le pene già previste è una scelta che probabilmente susciterà polemiche e divisioni, specie considerando la questione, molto più urgente ed irrisolta, di inefficienza e lentezza del sistema processuale italiano.

    Dopo le divergenze emerse martedì scorso, l’approvazione definitiva del “pacchetto sicurezza” per il successivo invio alle Camere, è rimandata al prossimo consiglio dei ministri del 30 ottobre. Con l’auspicio che, nel frattempo, intervengano adeguate modifiche.

    Luca Spinelli
    DA mastella e da amato COSA DOBBIAMO PREDENDERE QUESTO E’ IL MAX CHE POSSONO FARE .MA QUANDO SE NE VANNO A CASA E FANNO LARGO AI GIOVANI=

  24. kasdjhfsasa scrive:

    Salve
    Qualcuno mi consiglia una chat gratis??
    Grazie!!!

  25. valeriolanci scrive:

    Carissimo Folena la sinistra al governo sta facendo quello che il Berlusca ha sempre fatto voi copiate, lui si faceva le leggi per non andare in galera voi non fate niente per cambiare questo sistema. L’informazione è penosa siamo da terzo mondo e una vergogna che non fate niente. Berlusconi e Sacca è finito in niente nessuno ha infierito, mentre per Sircana la cosa è andata avanti mesi. Caro Folena datevi una mossa perchè siamo stufi di questa sinistra servile filoBerluschiana.

  26. Anonimo scrive:

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  27. johndoeit scrive:

    Complimenti per il blog, davvero interessante e ricco di spunti… sarei felice se ne aprissi uno anche su http://www.webirishpub.net/ per confrontarci quotidianamente.
    Saluti :-)

  28. chattare scrive:

    Complimenti per il sito, ricco di spunti interessanti. Continuate così.

  29. Enlantimmak scrive:

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