Mi avete scritto sull’indulto… e io vi rispondo

E’ rimasta celebre la battuta di Palombella rossa “c’è gente che ci scrive, e noi non rispondiamo”. Io, invece, voglio rispondere alle decine di e-mail di protesta che mi sono arrivate sull’indulto. Ho risposto a tutte, ma dato il loro numero credo che il tema sia talmente sentito che valga la pena di rispondere pubblicamente, anche sul mio blog.

Allora, ci provo. Primo: l’indulto è una misura minima, dati i problemi delle carceri italiane, che scoppiano di detenuti. Gran parte di questi sono “poveri cristi”, gente che ha commesso errori certo, ma che non merita di stare in piccole celle con altri 10 compagni di sventura. Una pena così non è rieducativa, anzi, è una pena che incattivisce, che porta ad una ribellione verso la società e lo Stato, non verso il reinserimento. Questi problemi si sono drammaticamente aggravati a causa del governo Berlusconi e dell’opera tenace dell’ing.Castelli.
Inoltre, occorre dirlo, abbiamo un codice penale che è forte con i deboli e debole con i forti. I piccoli delinquenti finiscono subito in galera, quelli grandi vanno ai domiciliari, perché oggi uno che vende le borse contraffatte, o che è immigrato clandestino, è considerato un pericolo pubblico. Le carceri sono piene di queste persone.
Secondo: l’indulto non basta, quindi. E quando dico non basta non intendo tanto che il prossimo passo è un’amnistia (che penso ci dovrà essere) quanto la revisione del codice penale che abbassi le pene di certi reati e depenalizzi del tutto altri. Penso ad esempio a quelli legati all’immigrazione (tranne ovviamente il traffico di immigrati e lo sfruttamento della prostituzione), penso a quelli legati alla droga (escluso il commercio, controllato dalla mafia), penso all’assurdità del rilievo penale di certi piccoli reati contro la proprietà (vendere le borse false o i cd contraffatti).
Terzo: serve quindi un nuovo codice penale “minimo” e “umano”. Solo così potremo affrontare in modo strutturale il problema del sovraffollamento delle carceri. Mi oppongo all’idea che il problema si risolve moltiplicando le carceri, costruendone di nuove: non siamo e non dobbiamo diventare uno Stato di polizia.
Quarto: l’indulto, quindi, è un provvedimento tampone. Non cancella il reato, e neppure le pene accessorie (tipo l’interdizione dai pubblici uffici), ma riduce la pena. Era un provvedimento che però era necessario fare. Come ormai tutti sanno, per concederlo serve il consenso di 2/3 del parlamento. Il centrosinistra non aveva i numeri e quindi era necessario chiedere all’opposizione di votarlo. L’opposizione ha posto una condizione senza alternative: l’inserimento di alcuni reati finanziari e contro la pubblica amministrazione. Ovviamente per favorire alcuni signori ben noti. Solo 70 persone per questi reati, sono oggi sottoposte a misure cautelari, perché ovviamente sono – per i discorsi che facevo prima – reati che non destano l’allarme sociale della piccola criminalità. Altri sono ai domiciliari. Altri sono sotto processo.
Insomma, ci siamo trovati di fronte ad una secca alternativa: o liberare, insieme a 15 o 20mila poveri cristi, anche qualche decina di delinquenti d’altro bordo, oppure lasciare in carcere tutti. Onestamente non ce la siamo sentita, non si può essere così crudeli.
Quinto: che fine faranno i “lorsignori” liberati? Prima di tutto molti di loro sono agli arresti domiciliari. In case di lusso. Con piscina. Serviti e riveriti. Una prigione d’oro. Adesso invece se vorranno uscire dagli arresti, verranno assegnati ai servizi sociali. Magari dovranno assistere qualche anziano che hanno truffato. Oppure qualche malato, qualche ragazzo disadattato, qualche tossicodipendente. Mi sembra molto, ma molto più utile questa pena rispetto all’altra. Sia per le “vittime” delle loro malversazioni, che per loro stessi. Forse impereranno qualcosa. In ogni caso, non potranno tornare ai ruoli che avevano. E dovranno restituire comunque il maltolto.
Sesto: i reati legati al lavoro. Felice Casson – uno che di questa materia se ne intende – ha spiegato benissimo perché l’indulto andava votato. E fa l’esempio del suo processo, quello di Marghera, in cui i responsabili hanno ottenuto 1 anno e mezzo di pena. Il vero deterrente, e la vera punizione, dice Casson, non è il carcere perché è praticamente impossibile essere condannati alla reclusione per questi reati, quanto le altre misure accessorie e soprattutto i risarcimenti in sede civile che possono essere miliardari. Certo, se la legge l’avessi scritta io, avrei escluso questi reati se non altro per un fatto simbolico (ed è il rilievo, giusto, che fa la Cgil). Ma agli effetti pratici non cambia nulla. In ogni caso il Senato, su proposta del gruppo di Rifondazione comunista- Sinistra europea, ha impegnato formalmente il governo a varare delle norme che rendano più rapidi i processi civili per i risarcimenti.
Settimo: si poteva fare diversamente? Sì, certo, se avessimo avuto i numeri. Ma non ce li avevamo. Si poteva gestire meglio questa partita. Sicuramente, ma sarebbe cambiato pochissimo. Adesso l’impegno come dicevo è per il diritto penale minimo e umano. Che è una cosa di sinistra, molto di sinistra.
Infine, l’indulto è revocabile. E’ un modo di dire: sono clemente, ma se sbagli di nuovo ti verrà cancellato questo sconto.
La Costituzione, articolo 27, scrive: “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. E l’articolo 79 scrive: “ l’amnistia e l’indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale. La legge che concede l’amnistia o l’indulto stabilisce il termine per la loro applicazione”. La Costituzione la difendo tutta, anche in questi articoli.

6 Risposte a “Articoli 27 e 79”
  1. pino di martino scrive:

    Come non essere d’accordo con le tue argomentazioni?Ma prevedere che l’indulto operi nei confronti di chi pratica il voto di scambio per rappresentare anche noi in parlamento,come si fa a digerire?

  2. gianluca poscente scrive:

    Questa volta non sono d’accordo con te e non sai quanto mi dispiaccia. L’idea che in carcere siano reclusi tutti poveri cristi mi sembra sinceramente una facile caricatura della realtà.
    L’Italia è un paese dove di delinquenti pericolosi ce ne sono tanti, fuori e dentro le carceri.
    Sei stato responsabile della Giustizia per i DS e anche allora i carceri erano sovraffollati, non fu fatto alcun indulto.
    La verità è che viviamo in un paese dove il 90% dei reati è destinato a restare senza colpevole e questo indulto rischia di dare un messaggio ancora peggiore di questo dato.
    I lavoratori onesti restano attoniti di fronte a questo provvedimento nato da un accordo con l’avvocato di Berlusconi.
    Non cambierà nulla per chi resta in carcere, tra sei mesi scoppieranno di nuovo. Sono d’accordo sulle pene alternative, allora potenziamole e usiamole maggiormente.
    Ma l’indulto è come i condoni di Berlusconi: non risolve il problema e anzi crea le premesse per una recrudescenza di questo.
    Sono tra i delusi da questo vostro provvedimento. Mi riconosco nelle argomentazioni del Senatore Gerardo D’Ambrosio.
    Sono anche colpito dalla velocità con cui avete chiuso l’accordo e fatto la legge. Voglio vedere se altrettanta velocità ci sarà su provvedimenti per le famiglie oneste che si sudano la giornata con sempre piu difficoltà a causa degli scandali condonati dall’indulto appena approvato.
    Un sempre caro saluto a te, anche se deluso.

  3. Raffaele scrive:

    Non condivido questa analisi. La gente comune subisce furti in continuazione, tanti i piccoli risparmiatori truffati per non aggiungere altri delitti e parliamo di “poveri cristi”…Vogliamo mettere in galera magari chi subisce un reato??? Cercate di non fare altre cazzate, tranne le 10.000 persone che usufuiranno dell’indulto il resto del paese è DELUSO!

  4. gianni scrive:

    Niente da fare, caro Folena, perdonami ma questo accordo con parte della destra nn mi va proprio giu’.
    State cercando in tutti sensi di convincerci (vedi la lettera di Imma Barbarossa) ma le argomentazioni che usate mi fanno solo pensare che anche voi avevate i vostri “amici” da soccorrere.

  5. gianni scrive:

    Non per esagerare ma credo che la maggioranza di Rifondazione si stia “appiattendo” sulle logiche politiche che fino a ieri ha fortemente combattuto.
    E questo allontana il partito dalla gente, dai militanti.

  6. Claudio Cugusi scrive:

    Capisco tutto, capisco la rabbia perché alcuni personaggi loschi si avvantaggiano di questo provvedimento. Ma sul piatto della bilancia dell’indulto c’era una massa enorme di povericristi. Tra i due beni giuridici (clemenza e certezza della pena) entrambi previsti dalla Costituzione io scelgo il primo, come Folena, ben sapendo che non deve finire così. Serve subito una riforma del codice penale e di procedura penale, un allargamento delle misure alternative alla detenzione a reati per i quali il carcere è dannoso. Servono soldi e progetti per il reinserimento sociale degli indultati e, più in generale, per una migliore esecuzione penale. Queste sono le riforme di un Paese civile: e se le facciamo anche questo indulto sarà meglio compreso da tutti.

    Claudio Cugusi
    Movimento Sardista – Sinistra Europea