……sono passati già due anni da quel maledetto 20 giugno. Ho in testa la tua telefonata, qualche minuto prima di entrare nell’ultimo dibattito. Ero con Camilla, mia figlia, al mare. Non potevo parlare. Dovevamo sentirci un dopo che non c’è più stato.
Da allora ho sentito un dovere sopra gli altri: quello di dedicare ogni energia al progetto comune di cui tanto avevamo discusso, e di cui, è inutile nasconderlo, dovevi essere l’animatore. Da lassù oggi ci vedi al governo, hai tirato un sospiro di sollievo quando le destre, pure di un soffio, sono andate a casa…E immagino a quanto e come sbuffi di fronte al rito delle polemiche pregiudiziali che oggi scatenano una parte della sinistra contro il Governo e in particolare contro Rifondazione. Non so cosa avresti detto degli improperi rivolti a Bertinotti il 2 giugno, ma so che ti sarebbe piaciuta la dichiarazione di Pietro Ingrao. E sicuramente avresti voluto e promosso quell’iniziativa contro la precarietà nel lavoro e nella vita che il prossimo 8 luglio vedrà la luce al Teatro Brancaccio.
Diciamo la verità: se l’idea della nuova sinistra, oggi della Sinistra Europea, l’avessimo potuta realizzare prima, e se tu avessi potuto svolgere quel ruolo insostituibile di regia, di connessione, di ascolto, oggi avremmo più forza.
Ma sempre meno c’è un’alternativa. Guai a pensare che nell’azione di governo ci sia un’ora X, fatidica. Quell’azione sarà efficace se rimarrà l’anomalia italiana, di un governo in cui anche la sinistra partecipa a pieno titolo, contro la quale si sono scatenati tutti già in queste prime settimane. E soprattutto se sapremo accelerare, rinunciando a egoismi e a personalismi, la costituente della nuova soggettività politica democratica, molteplice, popolare, di sinistra.
Leggo che l’Agenzia di stampa dei vescovi scrive che la sinistra sta perdendo la sua anima popolare. Si riferiscono ai Pacs, al gay-pride, alla droga, agli embrioni. Dico umilmente all’Agenzia dei vescovi che anche i gay sono popolo: operai, disoccupati, insegnanti che alla fatica del precariato, dei bassi salari, del costo dell’affitto aggiungono la fatica della discriminazione che subiscono. Ma dico anche che l’Agenzia dei vescovi qualche ragione ce l’ha, se riferita a una lontananza razionale e emotiva dalle ansie popolari quotidiane.
La sinistra dev’essere popolare, non elitaria. Quante volte mi hai rinnovato questo sentimento.
Tuo figlio cresce. Dal mio grande amore con Andrea è nato il piccolo Gianfranco. Camilla lo coccola e lo protegge. Il miracolo della vita si rinnova.
Ci manchi moltissimo.
20 giugno 2006 alle 19:43
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