(da Rosso di Sera – numero 10)


E’ evidentemente strumentale l’atteggiamento che il sindaco di Torino sta tenendo nei riguardi delle contestazioni alle Olimpiadi invernali. Il tenttativo di indicare Bertinotti e Rifondazione come i “mandanti” delle proteste è rozzo e pesante. Non può sfuggire a nessuno che le contestazioni vengono prese da Chiamparino a pretesto per escludere Rifondazione da un accordo in vista delle prossime comunali. Chiamparino sta giocando una partita nazionale, attorno alla convinzione che il futuro “partito democratico” possa e debba far a meno di una sinistra, quale essa sia. Un sindaco –Veltroni lo insegna a tutti- dovrebbe cercare invece di essere uomo delle istituzioni sempre, smorzando le tensioni e non alimentandole, e cercando sempre il confronto anche con le frange più “estreme”.
Sempre in tema, è davvero inaccettabile la polemica intorno alla candidatura di Francesco Caruso. Lasciamo stare la destra dei mazzieri in sala operativa a Genova o le nuove inaccettabili criminalizzazioni da parte di Pisanu. Non capisco le polemiche nel centrosinistra. Alle primarie è stato giustamente ammesso un candidato no-global per concorrere alla carica di presidente del consiglio, mentre adesso si pretenderebbe che un partito dell’Unione non candidi un no-global al parlamento. E’ difficile spiegare perché. Allora a qualcuno non dispiaceva l’idea di indebolire Bertinotti.
Il movimento che sta contestando le Olimpiadi ha molte ragioni dalla sua parte. L’evento è divenuto agli occhi di molti qualcosa di profondamente diverso dallo spirito di De Coubertin. Più che alla preparazione dei giochi olimpici sembra di assistere a un enorme spot pubblicitario: da una nota azienda di bibite gasate fino ad una banca che usa gli atleti come testimonial, passando per centinaia di grandi e piccoli marchi, ognuno dei quali è sponsor o fornitore dei giochi. A questo si aggiunga che gli sport invernali sono per definizione dei paesi ricchi, come spiega Lamine Gueyé, presidente della Federsci senegalese.
Al contempo però, occorrerebbe non prestare il fianco a certe critiche magari pelose, ma non del tutto infondate, e accogliere –come ha giustamente sostenuto Bertinotti- l’invito del presidente Ciampi, distinguendo il grano dal loglio. La fiaccola olimpica non è un simbolo del mercato né dell’imperialismo o della guerra. E’, da sempre, un simbolo di pace, che attraversa, partendo da Atene, tanti paesi uniti, per una volta, dallo sport e dalla competizione agonistica, piuttosto che da quella sugli armamenti o su chi sfrutta di più i lavoratori. Un simbolo anche nostro.
Spegnere o rubare quella fiaccola rischia di trasmettere un segnale sbagliato, quasi che si vogliano contestare le Olimpiadi in sé stesse e non la mercificazione che se ne è fatta. Lo dico nell’assoluto rispetto dell’autonomia dei movimenti, ma da esponente politico che ha partecipato al movimento di questi anni di critica alla globalizzazione: contestiamo la Tav, critichiamo certe sponsorizzazioni delle Olimpiadi, ma lasciamo accesa e libera di correre quella fiamma. E’ l’unico segno residuo di ciò che erano e dovrebbero ritornare ad essere i giochi olimpici. E dobbiamo lasciare a chi si appresta a tifare per Giorgio Rocca la possibilità di simpatizzare con una comunità che si oppone democraticamente e fermamente allo scempio della sua Valle.

7 Risposte a “Chiamparino ha torto, Ciampi ha ragione. Non spegnete la fiaccola”
  1. michele scrive:

    pienamente d’accordo con le tue riflessioni…

  2. alessandro scrive:

    credo che questo nuovo secolo non debba dimenticare il passato, ma oggi occore pensare
    alla tutte le varie sinistre realmente come risorse e non come intoppi.
    ricordo soprattutto a chi fa politica che non si puo’pensare esclusivamente alle varie formazioni politiche come ad un qualcosa di predefinito, ma capito con maggiore attenzione in messaggio di chi porta nuove idee alla causa della sinistra.

  3. marcop scrive:

    Essprimo il mio particolare gradimento, e la completa condivisione. E’ bello veder scritto – bene, tra l’altro (che non guasta…)– esattamente ciò che si pensa.

    Grazie, davvero.

  4. enrico scrive:

    A che punto sei Pietro nelle liste di rifondazione? riesci a farti mandare in parlamento anche questa volta?

  5. Joshua Clark scrive:

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  6. Anonimo scrive:

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  7. Anonimo scrive:

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