(Strisciarossa, 15 febbraio 2021)
La sinistra (mi riferisco alle sue idee, e alle forze che seppur timidamente si richiamano ai suoi valori) svolge una funzione ancillare nella potente operazione che la grande borghesia italiana ha avviato col governo Draghi. Si tratta di una borghesia il cui carattere, con molte lodevoli eccezioni, più che imprenditore, è prenditore, e talvolta persino predatorio, e che segna indelebilmente la nuova stagione politica italiana.
Le correnti del PD che controllano i gruppi parlamentari hanno espresso tre ministri, sicuramente competenti, tutti maschi, tutti e tre del nord del Paese, collocati in dicasteri in cui possano disturbare il meno possibile l’allocazione e la gestione delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dario Franceschini, che ha fatto un buon lavoro negli anni passati per rilanciare la cultura come componente importante di un nuovo sviluppo, si vede sottrarre, per ragioni di equilibrio politico, il turismo, con una scelta sinceramente insensata. Andrea Orlando sarà un ottimo interlocutore per il sindacato, e non mi sfugge l’importanza di questa scelta. Lorenzo Guerini, nella migliore tradizione democristiana, è stato invisibile. Anche Roberto Speranza, espresso da Articolo Uno, vede giustamente riconfermato il suo ruolo nella gestione sanitaria della più grave emergenza del secondo dopoguerra. Ma tutto ciò non basta a dare un ruolo centrale al Partito Democratico e a quanto altro resta della sinistra. L’assenza di figure femminili della sinistra nel Governo è, per il PD, una scelta insensata e suicida. (continua…)
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