“L’umanità può vivere – scriveva Fiodor Dostoevskij – senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui”. Gli fa eco il pittore Georges Braque: “L’arte è fatta per turbare, mentre la scienza rassicura”.
Queste citazioni furono fatte da Papa Benedetto XVI° il 21 novembre 2009 quando, nella Cappella Sistina, sotto gli affreschi di Michelangelo, volle incontrare gli artisti. Più di due secoli prima un quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart, ispirato dalla Sistina, riuscì nell’impresa di trascrivere interamente a memoria dopo solo due ascolti il Miserere di Gregorio Allegri, di proprietà talmente esclusiva della Cappella Pontificia, da intimare la scomunica a chiunque se ne fosse impossessato fuori dal Vaticano. E un grandissimo e compianto artista come Lucio Dalla, che amava l’arte del Rinascimento, a partire dallo scultore bolognese Amico Aspertini, cui dedicò la canzone Amico, aveva espresso la volontà di comporre una grande opera musicale dedicata a Michelangelo.
Da lì, da questo mistero dell’arte -vero e proprio tormento nella vita di Michelangelo Buonarroti-, parte la mostra che oggi inauguriamo. L’esperienza della Sistina turba, come scriveva Braque, come poche altre esperienze al mondo. Qui troverete i disegni preparatori della Volta, riferiti agli affreschi, e quell’unico, preziosissimo disegno, di poco meno di trent’anni dopo il 1512, che prepara il drammatico e potente Giudizio Universale. Antonio Paolucci e Pina Ragionieri ci parleranno della straordinaria impresa, tra il 1508 e il 1512, compiuta da Michelangelo, ai limiti della resistenza fisica e psicologica, e della qualità incredibile dei disegni autografi qui esposti, e conservati a Casa Buonarroti.
Quegli anni, grazie alla lungimiranza di Papa Giulio II°, che a qualche metro dalla Sistina faceva lavorare il giovanissimo Raffaello ad alcuni dei suoi più grandi capolavori, hanno cambiato la storia dell’arte per sempre.
Voglio ringraziare la Camera dei Deputati e in particolare il Presidente Gianfranco Fini per la sensibilità dimostrata. L’evento principale del 500° -era proprio il 31 ottobre del 1512- si svolge qui, con un omaggio della Repubblica italiana all’opera straordinaria compiuta da un artista che, mi piace ricordarlo, lavorò per tanti papi ma fu un fervente repubblicano -nelle due esperienze fiorentine, finite tragicamente-, indignato contro le prepotenze e le soverchierie di ogni Potere. Nella seconda parte della sua vita, questo sentimento assunse le forme di un’”eresia” rispetto alla Chiesa dei privilegi, delle ricchezze e della vendita delle indulgenze, proprio quando nell’Europa cresceva lo spirito della Riforma. Di “opera della crisi” ha scritto Giulio Carlo Argan, a proposito del Giudizio Universale. Giuseppe Ungaretti di fronte alla Sistina si domanda: «C’è forse un’arte più sconvolta, più travolta dalla disperata speranza di quella di Michelangelo?».
“Una funzione essenziale della vera bellezza… consiste nel comunicare all’uomo una salutare “scossa”, che lo fa uscire da se stesso, lo strappa alla rassegnazione, all’accomodamento del quotidiano, lo fa anche soffrire, come un dardo che lo ferisce” dice Benedetto XVI° agli artisti nella Sistina.
Ecco perché, per ragioni morali, prima di tutto, investire e credere nella bellezza, in un concorso tra pubblico e privato, è essenziale. Se la Camera ha messo a disposizione questi spazi magnifici, e carichi di storia, questa mostra ad ingresso libero, com’è doveroso in una sede istituzionale, si è potuta fare grazie alla Fondazione Casa Buonarroti, di cui saluto il Presidente Eugenio Giani, al mecenatismo di Camera di Commercio di Roma, di Enel, di Ferrovie dello Stato, e col patrocinio della Regione Lazio e della Provincia di Roma.
E’ in questo concorso la chiave di volta per cambiare passo nel nostro Paese nel settore della cultura. Si è soliti concludere i discorsi con la retorica sulla cultura come volano di crescita. MetaMorfosi sta provando a costruire delle strade concrete, accompagnando nel tempo importanti istituzioni culturali.
Molte fonti concordano nell’indicare in Italia in poco meno di 40 miliardi di euro il PIL della cultura, a fronte di una spesa pubblica di 1 miliardo e ottocentomila euro, con quasi 500000 occupati. Per ogni euro pubblico investito se ne generano più di 21. In Francia, a fronte di un PIL cultura di 74 miliardi, la spesa pubblica in cultura è di 8 miliardi e mezzo: per ogni euro pubblico se ne generano meno della metà rispetto all’Italia, e cioè circa 9. Dati analoghi si registrano in Germania e in Gran Bretagna. La forza di un grande discorso di industria culturale in Italia sta in quel numero magico: 21. 1 euro pubblico produce altri 20 euro privati. Del resto siamo il Paese al mondo col maggior numero di siti Unesco, 44, e in cui è concentrata la maggioranza del patrimonio culturale del mondo. Ciò che occorre è, malgrado la crisi e per uscire dalla recessione, un aumento degli investimenti pubblici e privati in cultura, e l’individuazione di nuovi strumenti che facciano leva sul fisco, sul mecenatismo e sul valore aggiunto dei diritti di immagine dei nostri beni culturali, al fine di promuovere lavoro, impresa, occupazione.
Abbiamo voluto, in questo senso accompagnare quest’esposizione con la produzione di un docu-film, Il cuore e la pietra, che racconta partendo dai documenti autografi e dai disegni un Michelangelo privato in onda domani sera: una sorta di mostra-movie, una produzione realizzata insieme a Sky, che qui saluto, che dimostra concretamente come un grande gruppo internazionale possa, con l’apertura domani del nuovo canale Sky arte, concorrere a una nuova stagione di industria culturale.
«Le favole del mondo mi hanno tolto / il tempo dato a contemplare Iddio», scriveva in un celebre sonetto Michelangelo. Noi tutti che siamo così presi dalle “favole del mondo” abbiamo il dovere, per le nostre responsabilità, di permettere che l’uomo, e la donna abbiano finalmente tempo -e cioè disponibilità della ragione e del cuore- per “contemplare”.
Questo è il testo del mio intervento alla Camera in occasione dell’inaugurazione della mostra “Michelangelo e la Cappella Sistina, nei disegni autografi della Casa Buonarroti” aperta oggi alla Camera dei Deputati-Palazzo San Macuto-Sala del Refettorio, fino al 7 dicembre 2012
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