

Tre punti per una svolta
Scritto da: Pietro Folena in Diario, EuropeiGlobali, Politica nazionaleDall’Unità di oggi
Le ultime settimane si sono incaricate di spiegare a chi non l’avesse ancora capito -e, dalle parti del Governo, sono in molti- quanto sia profonda la crisi che si è aperta in Occidente e nel mondo. E’ una crisi del capitalismo finanziario, a cui fa a malapena il solletico quell’insieme di misure e di terapie -tutte fondate su un rigorismo ottuso e antisociale- che le destre europee hanno imposto a molti Stati, passando sopra alla sovranità popolare e ad una storia pluridecennale di conquiste, che va sotto il nome di “modello sociale europeo”.
Lo spread tra i Bpt italiani e i Bund tedeschi è poco sotto i 500, come nel periodo peggiore dell’ultimo Berlusconi. Sono stati bruciati i sacrifici fatti e pagati solo dai redditi medio-bassi, dal lavoro dipendente, dai ceti medi, dai pensionati, dal lavoro, dal Mezzogiorno e dalle famiglie con l’IMU. Come nel gioco dell’oca siamo tornati alla casella di partenza.
E in più: con la gigantesca e intollerabile disoccupazione di giovani e di donne, con un Paese in recessione e un governo che non ha un’idea per la crescita. A ciò si aggiungono i tagli al settore pubblico -una manovra aggiuntiva non dichiarata- che mescola strumentalmente interventi giusti contro sprechi e scarsa efficienza di molti settori, con mazzate formidabili a settori come la sanità, la scuola e la ricerca, la giustizia. Il colpo violento inferto all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, nei giorni del successo italiano nella ricerca sulla “particella di Dio” non è un semplice incidente di percorso. La Germania è più competitiva perché ha mantenuto e sviluppato un forte settore pubblico, ha investito nella ricerca e nella cultura, crede nell’intervento dello Stato. (continua…)