Archivio per 4 giugno 2012

Da Dazebao di oggi

La passione militante con la quale molti dirigenti del Partito Democratico si dedicano alla vigilia di un’importante Direzione del partito a occuparsi di primarie, di liste civiche, di assetti lascia davvero senza parole. Che lo facciano i rappresentanti di una generazione che è in sella, ai posti di comando, col bel tempo e con la tempesta, da più di venti anni è un fatto fisiologico. Ma che a questa attività si dedichi una generazione più giovane, che dovrebbe costituire il naturale ricambio, racconta del perché questo ricambio stenti ad affermarsi. L’autismo politico attraversa tutto il sistema, e coinvolge un’intera classe dirigente.

Qui c’è il frutto più malato dell’intero ventennio berlusconiano. L’idea che si è fatta strada -e che è divenuta una vera e propria ideologia- è che non contano quello che proponi, le idee che sostieni, i valori che intendi affermare: ma che conta solo chi, non che cosa e non perché: chi comanda, chi ha le leve del potere. L’indifferenza per i contenuti è totale. Si parlò, in un’altra stagione politica, della necessità di una rivoluzione copernicana che rimettesse al centro -rispetto al dominio partitocratico- i programmi e i contenuti. Oggi, al termine di un ciclo politico (e in questo senso siamo davvero in una crisi di regime e di sistema), il tema torna prepotentemente. (continua…)

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Oggi sull’Unità è uscito questo articolo del Laboratorio Politico a firma congiunta Folena,Gentili,Ghezzi

Abbiamo un grandissimo dovere, come sinistra e come democratici: quello di produrre speranza. Il mondo occidentale, l’Europa e l’Italia in particolare sono entrati in un lungo periodo di difficoltà. La sfiducia e la depressione rischiano di prendere piede.

Produrre speranza vuol dire prima di tutto chiarire le responsabilità della crisi. Il voto amministrativo ha detto che le destre non raccolgono più la fiducia di gran parte del proprio elettorato; che il PD, pur flettendo, rimane un punto di riferimento per il cambiamento e che la protesta e la sfiducia sono un fenomeno radicato ed in cerca di nuova rappresentanza politica, come ci segnala il successo del movimento 5stelle. Come è già successo in situazioni di transizione la parte più sporca del potere, fatta di forze occulte, mafiose e reazionarie, gioca la sua partita, anche in modo violento, per impedire uno sbocco democratico. La sfiducia contro i partiti e la politica è allarmante. (continua…)

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