Archivio per giugno 2012
Da Dazebao di oggi
Giugno si avvia alla conclusione nel segno della più grande incertezza. Se infatti la sfida calcistica con la Germania si annuncia appassionante, quella politica con la Merkel sembra purtroppo perduta. Angela Merkel, infatti, con spirito bottegaio, punta a parlare solo alla pancia dell’elettorato tedesco a cui è stato spiegato, negli anni passati, che tutti i problemi dell’Euro e dell’Europa nascono dal Sud, dalla Grecia al Portogallo passando per Spagna e Italia. La cancelliera tedesca, a differenza da quanto fu Helmuth Kohl, non si dimostra una statista: dicendo no agli Eurobonds e a una nuova politica europea di crescita, affossa la costruzione europea e, alla fine, il ruolo della stessa Germania. Ripercorre un classico della storia di questo Paese: il sogno di un’Europa tedesca, ieri manu militari, oggi per mano della guerra finanziaria. Ma la Germania, che come ci racconta la sua nazionale è fatta di figli di immigrati, non può reggere, nella pace e nella convivenza civile, una situazione di questo genere. (continua…)
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Da Dazebao di oggi
ROMA – In questi giorni confusi poche cose brillano. La nuova tempesta dei “mercati” -queste divinità dell’Olimpo contemporaneo, che hanno già stremato la Grecia, in attesa di un nuovo voto-, dopo la decisione europea incondizionata di pompare denaro nelle banche spagnole (vere protagoniste di un’aggressione speculativa e finanziaria negli anni passati), rischia di compromettere una parte dei sacrifici durissimi che, grazie ai cedimenti di Silvio Berlusconi dieci mesi fa, l’Europa ha imposto all’Italia.
In qualche minuto si bruciano gli effetti di scelte che hanno drammaticamente segnato la vita di migliaia e migliaia di lavoratori: da chi si è ritrovato all’improvviso senza lavoro e senza pensione, al costo ingente che il 18 giugno prossimo, senza rinvii, tantissime famiglie italiane subiranno con l’IMU, fino ai drammatici tagli operati sugli Enti Locali che hanno portato a riduzioni evidenti della qualità dei servizi.
Il governo Monti sembra prigioniero di sé stesso. Di quell’atto di fede nei “mercati” che fin dall’inizio ha segnato la sua azione. Mettiamo pure da un lato gli imbarazzi che in Mario Monti provoca l’improntitudine di Elsa Fornero, scatenata contro i vertici dell’INPS rei di aver detto cifre vicine al vero sul numero di “esodati”. Rimane il fatto che si discute delle dimissioni del Presidente dell’INPS, e non di quelle del Ministro del Lavoro. Monti, messo alla prova da questa assenza di fiducia degli amati “mercati” -e dall’egoismo nordico che oggi sembra dominare la scena europea-, sembra provare ad attaccarsi al treno dell’Eliseo, a François Hollande che, in attesa dei risultati dei ballottaggi delle legislative francesi -Segolène e Valerie permettendo-, si batte come un leone nel deserto politico dell’Europa del 2012 per rilanciare un’idea di crescita e di ruolo pubblico nell’economia e nella società.
Qual è il vero Monti? Quello rosa che saluta Hollande come un salvatore, o quello azzurro che assicura ai tedeschi e agli egoisti del nord che verranno messi in vendita i gioielli pubblici, a partire da quelli degli Enti Locali?
In attesa di conoscere la risposta a questo quesito, se mai la conosceremo, si segnalano due fatti positivi. Il primo è l’approvazione del ddl anticorruzione in prima lettura alla Camera, con conseguente psicodramma del Pdl. Dopo il grave errore compiuto anche dal Pd con la designazione partitocratica dei componenti delle Autorità di garanzia, un lieve messaggio in controtendenza viene lanciato dal Parlamento.
Il secondo è l’impressione che Pierluigi Bersani abbia sostituito il motore della sua azione. Un vecchio e sicuro diesel -lento ma sistematico- pare che sia stato cambiato con un motore brillante e veloce da Formula1. Dall’annuncio di primarie di coalizione, che sembrano disegnare una forza più larga dei democratici e dei progressisti, alla proposta ad alcune associazioni della società civile di designare i due componenti della sinistra nel Cda della Rai, sembra iniziata una nuova stagione.
Rimane l’interrogativo: come sii sposerà questo inedito dinamismo con le incertezze del Governo Monti? E quanto potrà durare questa situazione in assenza di una svolta, con una lunghissima campagna elettorale di dieci mesi già aperta oggi?
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Da Dazebao di oggi
La passione militante con la quale molti dirigenti del Partito Democratico si dedicano alla vigilia di un’importante Direzione del partito a occuparsi di primarie, di liste civiche, di assetti lascia davvero senza parole. Che lo facciano i rappresentanti di una generazione che è in sella, ai posti di comando, col bel tempo e con la tempesta, da più di venti anni è un fatto fisiologico. Ma che a questa attività si dedichi una generazione più giovane, che dovrebbe costituire il naturale ricambio, racconta del perché questo ricambio stenti ad affermarsi. L’autismo politico attraversa tutto il sistema, e coinvolge un’intera classe dirigente.
Qui c’è il frutto più malato dell’intero ventennio berlusconiano. L’idea che si è fatta strada -e che è divenuta una vera e propria ideologia- è che non contano quello che proponi, le idee che sostieni, i valori che intendi affermare: ma che conta solo chi, non che cosa e non perché: chi comanda, chi ha le leve del potere. L’indifferenza per i contenuti è totale. Si parlò, in un’altra stagione politica, della necessità di una rivoluzione copernicana che rimettesse al centro -rispetto al dominio partitocratico- i programmi e i contenuti. Oggi, al termine di un ciclo politico (e in questo senso siamo davvero in una crisi di regime e di sistema), il tema torna prepotentemente. (continua…)
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Oggi sull’Unità è uscito questo articolo del Laboratorio Politico a firma congiunta Folena,Gentili,Ghezzi
Abbiamo un grandissimo dovere, come sinistra e come democratici: quello di produrre speranza. Il mondo occidentale, l’Europa e l’Italia in particolare sono entrati in un lungo periodo di difficoltà. La sfiducia e la depressione rischiano di prendere piede.
Produrre speranza vuol dire prima di tutto chiarire le responsabilità della crisi. Il voto amministrativo ha detto che le destre non raccolgono più la fiducia di gran parte del proprio elettorato; che il PD, pur flettendo, rimane un punto di riferimento per il cambiamento e che la protesta e la sfiducia sono un fenomeno radicato ed in cerca di nuova rappresentanza politica, come ci segnala il successo del movimento 5stelle. Come è già successo in situazioni di transizione la parte più sporca del potere, fatta di forze occulte, mafiose e reazionarie, gioca la sua partita, anche in modo violento, per impedire uno sbocco democratico. La sfiducia contro i partiti e la politica è allarmante. (continua…)
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