Da Lettera43 di oggi
La prospettiva del Governo Monti, in queste ore, è cambiata. Se l’Italia ha recuperato credibilità in Europa, e se è uscita da un avvitamento che poteva essere pericoloso, tuttavia gli elementi di scarso coraggio che hanno caratterizzato la manovra -in cui il rapporto tra rigore e equità è due a uno, e quello tra rigore e crescita ancora più alto, malgrado le positive correzioni impresse dalle forze sociali e dal Parlamento, fino alle decisioni importanti per il Mezzogiorno del Ministro Fabrizio Barca- non rafforzano la prospettiva del Governo. Che Silvio Berlusconi tenti un’improbabile rincorsa della Lega, e sia già con un piede fuori dalla maggioranza, era nell’ordine delle cose prevedibile. Da questo punto di vista la rinuncia ad una vera patrimoniale, e i tentennamenti sull’asta delle frequenze, sono stati, per il Governo presieduto da Mario Monti, un regalo al Pdl non ricambiato. Ma a sinistra il prezzo di queste scelte, accompagnato da costi durissimi sulle pensioni, sul costo della vita e sui redditi medio-bassi, ha aperto una sofferenza che non si sa come e dove andrà a finire. (continua…)
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