Archivio per 18 luglio 2011

Da Sardegna Quotidiano di oggi

Barack Obama si trova di fronte alla sua prova più difficile. Entro il 2 agosto deve far approvare dai due rami del Parlamento una manovra da quattromila miliardi di tagli e riduzioni, per evitare il rischio default della più grande potenza mondiale. E il Parlamento resiste -tanto da sinistra, la maggioranza democratica al Senato, sui tagli sociali, quanto da destra, la maggioranza repubblicana alla Camera, sui tagli alle agevolazioni fiscali per i più ricchi-.

Non è una consolazione per i milioni di italiani che da oggi cominceranno a sentire gli effetti della manovra votata a tempo di record dal nostro Parlamento (mille euro in più a famiglia) dover constatare che si trovano in una buona e larga compagnia, e che ai cittadini con le stelle e le strisce toccheranno tagli e riduzioni sicuramente superiori. Certo: a noi un Obama manca, una leadership materiale e morale capace anche in momenti come questi -come ha fatto il Presidente Usa nel suo discorso alla nazione- di mobilitare con credibilità le coscienze dei cittadini. Abbiamo invece un Premier a cui i suoi collaboratori chiedono il silenzio per molti giorni, nel timore che le sue parole facciano precipitare definitivamente la credibilità italiana. Abbiamo un titolare dell’Economia, sul cui principale collaboratore pende una richiesta di arresto con gravissime imputazioni. Abbiamo una maggioranza in frantumi, col leader della Lega che sbeffeggia l’inno nazionale. E a questo si aggiunga che non si è vista traccia, nella manovra italiana né di una riduzione dei privilegi della politica -scandalosamente salvati nelle ultime convulse ore di confronto parlamentare sui tagli- né di un’opera di giustizia sociale, cominciando a chiedere veri e forti sacrifici ai più ricchi e ai più forti. Obama si appresta invece a chiedere ai benestanti ben altro contributo alla salvezza del Paese. (continua…)

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