Archivio per gennaio 2011

Leggo, non senza sconcerto, che il PD non dovrebbe dire la sua su Mirafiori. A me sembra che si cerchi di coprire una divisione interna con un presunto rispetto dell’autonomia sindacale. Io invece penso che il PD, se vuole essere partito del lavoro e dei diritti, non può non schierarsi in modo limpido.  Non si tratta di fare il mestiere del sindacato: ma la sfida che Marchionne ha aperto, con prepotenza e tracotanza, è politica e democratica, non è solo sindacale. Uscire dal contratto nazionale, rifiutare di parlare con una parte delle rappresentanze sindacali e dei lavoratori, ricattare una fabbrica e una città con la minaccia di chiudere e di trasferirsi in Canada, è una posizione  che viola la legge, straccia la Costituzione, offende il buon senso.

Ma purtroppo la convinzione che sia necessario liberarsi della sinistra e dei suoi valori, e delle più elementari idee socialiste e solidaristiche ha scavato a fondo, in questi anni. Il Partito a cui mi sono iscritto qualche mese fa non può essere la caricatura di un centrismo senza valori e senza convinzioni. Ecco perché è ora, com’è stato fatto da qualcuno in questi giorni -penso a Cofferati- che si faccia sentire e alzi la voce una nuova sinistra del PD; o comunque lo facciano tutte quelle e tutti quelli che vogliono, dopo anni di incertezze e di confusione, un PD di sinistra. Non estremo, non minoritario: una grande forza popolare che afferma i diritti di chi lavora.

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