Da Epolis di oggi
Se presto la politica non si pone l’obiettivo di ridare al Paese una speranza, il rischio che la crisi di credibilità che la investe divenga crisi di sistema è elevatissimo. Il 19 luglio del Presidente della Repubblica sembra raccontarlo. Nella giornata di ieri, infatti, Giorgio Napolitano, scrivendo alla vedova di Paolo Borsellino, ha detto che spera che via sia “il convinto e forte sostegno alle nuove indagini in corso sulla terribile stagione delle stragi che sconvolse il Paese nei primi anni novanta” . Queste indagini riguardano uomini degli apparati dello Stato che in quell’epoca avevano responsabilità rilevanti. Nella stessa giornata, scrivendo al CSM, sollecitato dallo stesso Mancino che lo presiede, ha sentito il bisogno di compiere un gesto volto a scongiurare la delegittimazione dell’organo di autogoverno dei giudici, che aveva provveduto a nominare a un importante incarico direttivo un magistrato oggi oggetto delle indagini sulla cosiddetta P3. Il CSM, la stessa Consulta, la magistratura possono subire una secca perdita di credibilità se non vi sarà un intervento deciso. Se apriamo il taccuino giudiziario-politico delle ultime settimane leggiamo della condanna in primo grado del gen.Ganzer, che comanda i Ros dei CC, per illecito traffico di stupefacenti; e ancora di quella dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro nell’inchiesta su Genova. L’indagine Anemone ha delegittimato la Protezione Civile e il settore delle opere pubbliche del Governo, e ha investito settori del Vaticano in un momento delicato per la Chiesa, che deve affrontare il mare montante delle denunce e delle indagini, in diverse parti del mondo, sulla pedofilia e sugli abusi sessuali. Quella sul riciclaggio connesso alle schede telefoniche, dopo aver colpito l’ex dirigenza di Fastweb, oggi investe il colosso Finmeccanica, vero gioiello dell’industria pubblica. Potremmo continuare. Ecco che il Quirinale interviene: ma i suoi poteri di equilibrio e di garanzia sono limitati. La differenza con Tangentopoli, vent’anni fa, sta nel fatto che quello era un sistema criminale di cointeressenza tra imprese e partiti di governo: la questione morale oggi è fatta di politici di mezza tacca che rubano per sé, di imprenditori incapaci di produrre, di faccendieri e di riciclatori in tutte le salse, e di istituzioni colpite da un cancro feroce e diffuso. (continua…)
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