Da Epolis di oggi
In attesa di concreti segnali di vita e di combattività delle opposizioni (che oggi, col Pd che manifesta al Palalottomatica speriamo arrivino), la maggioranza di governo – sparigliata mesi addietro dall’iniziativa di Fini e dalle contromosse del premier- si ingarbuglia sempre di più. La tempesta delle inchieste in corso, a partire da quella Anemone, è tutt’altro che terminata. Ma l’accelerazione che Berlusconi ha impresso al ddl sulle intercettazioni – un testo che ha saldato un vasto fronte di contrarietà, e che internazionalmente danneggia l’immagine dell’Italia- , con l’obiettivo non nascosto di mettere Fini con le spalle al muro, si sta rivelando un boomerang. Da un lato perché quel testo, come abbiamo già avuto modo di sottolineare su queste pagine, scontenta quasi tutti: poliziotti, magistrati, editori, giornalisti, popolo web, e soprattutto un’opinione pubblica , anche a destra, indignata e offesa dopo il caso Scajola e la vicenda Bertolaso. E dall’altro perché i problemi urgenti del Paese sono altri – a partire dal destino di Pomigliano, dallka messa in forse del carattere universalistico delle leggi sul lavoro, dalle crisi industriali, dalla precarietà, dall’emergenza ambientale –: e anche il centro-destra non si può permettere il lusso di dare l’impressione che si occupa di altro, e cioè principalmente dei destini di alcuni esponenti politici. La nomina di Brancher a Ministro appare, in questo quadro, un segno di debolezza. (continua…)
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