

D’Alema in Europa per rafforzare l’Italia
Scritto da: Pietro Folena in EuropeiGlobali, Politica nazionaleDa Epolis di oggi
La partita che si sta giocando sulle nuove nomine europee ha per l’Italia un’importanza molto grande. E purtroppo il peso che l’Italia può esercitare nel suo esito è abbastanza limitato. Occorre riconoscere al Governo, a partire dal premier, di aver assunto un atteggiamento coraggioso nel sostegno dato a Massimo D’Alema. Immaginiamo quanto costi nella coscienza di tanti elettori e supporter accaniti di Berlusconi, che certo non mancano, l’appoggio, che auspichiamo non vacilli nei prossimi giorni, dato a un ex-comunista. Ma oggi l’Italia, non solo per responsabilità recenti, ha un credito internazionale debole. In D’Alema molti leaders europei – e tutti i socialisti europei, in modo coeso e convinto – vedono una figura che, a differenza da quanto succederebbe per un esponente tedesco, francese o britannico, inevitabilmente condizionati da un prevalente interesse nazionale, può costruire una politica estera e di sicurezza comune e condivisa. Quella che è mancata negli anni passati all’Europa. Nell’epoca di Bush quest’assenza è stata in parte compensata dalla posizione franco-tedesca di opposizione alla guerra in Irak, col sostegno di Zapatero. Nell’epoca di Obama – con Hillary Clinton nelle stesse funzioni del futuro Mister Pesc – il vuoto è clamoroso. L’Europa sembra indietro, imballata, incerta. Dal rapporto euro-atlantico, dove D’Alema può godere di una forte relazione con la nuova amministrazione Usa, a quello con la Russia e la Cina, fino allo snodo fondamentale delle relazioni mediterranee, la candidatura italiana appare convincente e forte. In particolare l’Europa potrebbe divenire protagonista della ripresa di un processo di pace in Medio Oriente, dopo le recenti aperture del Presidente americano. La decisione che verrà presa il prossimo 19 ottobre dipende proprio da questo: se prevarrà l’egoismo nazionale, si sceglierà una candidatura non rilevante e impegnativa, tale da non fare alcuna ombra ai ministri degli esteri dei singoli paesi; se prevarrà la voglia di cooperare e rilanciare l’immagine europea, per l’ex premier di sinistra del nostro Paese la partita sarà vinta. (continua…)