Da Epolis di oggi
Memo per Pierluigi Bersani, da parte di un simpatizzante che non ti ha votato, perché le primarie non erano aperte a chi non crede nel Pd, e che ha accompagnato sua moglie a votare al gazebo.
Primo. Il noi, la collegialità annunciata, falla diventare una scelta radicale. Prova a essere il primo leader antileaderistico, dopo venticinque anni -da Craxi a Berlusconi- in cui si è costruito un modello unico di politica, fatto di una personalizzazione esasperata, distruggendo i partiti e i soggetti collettivi. Tu sei il ponte per una nuova generazione che solo in piccola parte oggi già fa politica.
Secondo. Costruisci un partito popolare, del lavoro – come hai dichiarato – ma guarda fuori dal partito e dai partiti: alla coalizione , senza la quale il centrosinistra non vincerà mai; e ai milioni di lavoratori e di precari che non si sentono rappresentati da nessuno. (continua…)
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Da Epolis di oggi
Si può commentare con ironia, come ha fatto qualche esponente dell’opposizione, ciò che ha detto Giulio Tremonti sul valore del posto fisso. Si deve, giustamente, come ha fatto il sindacato, domandargli coerenza tra il dire e il fare, a fronte di un Governo che manda a casa i precari della scuola. Si può persino dar poco credito a queste frasi, visto che Berlusconi, che fino a ieri ha inneggiato alla flessibilità, all’improvviso dà ragione al suo Ministro dell’Economia. Ma sarebbe disonesto intellettualmente, dopo un ventennio in cui -Confindustria in testa- si è lavorato sul modello americano per demolire garanzie e sistemi di sicurezza sociale, non applaudire e non incoraggiare, da parte di chi ha valori di sinistra, la svolta di Tremonti. La frana del liberismo selvaggio e della globalizzazione senza regole, che ha travolto gli USA e il mondo nell’ultimo anno, ripropone l’attualità del modello europeo: esso va evidentemente riformato e aggiornato, in una chiave non più nazionale. Ma ha una grande forza propulsiva, come ieri il regista Michael Moore ha riconosciuto occupandosi di sanità e come oggi fa il Presidente Obama propugnando una riforma europea del diritto alla salute per tutti. (continua…)
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Da Epolis di oggi
Nessuno ha detto, in questi giorni tempestosi, che prima di lanciare proclami sarebbe meglio leggere le motivazioni con cui la Corte Costituzionale ha bocciato il Lodo Alfano. Nella politica e nella giustizia-spettacolo – in cui i processi di Cogne o di Garlasco hanno avuto decine di teleudienze a Porta a Porta, e quelli a Berlusconi decine ad Anno Zero – non conta più il diritto, ma solo la forza. Capisco che un richiamo a quest’idea di diritto mite, a stare nel merito, a capire perché i giudici della Consulta hanno ritenuto non accettabile uno scudo protettivo per le quattro più alte cariche dello Stato, può sembrare assai fragile. Ma è giunto il tempo, dopo tanti anni di veleni e di contrapposizioni, che si organizzi un’azione ideale e culturale volta ad affermare l’indipendenza e l’imparzialità della giustizia, contrastando chi cerca di impedire che faccia il suo corso come chi cerca di usarla nella battaglia politica contro i propri avversari. (continua…)
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Da Epolis di oggi
Il lungo calvario del PD – iniziato dopo le elezioni sarde, con le dimissioni di Veltroni – è finalmente prossimo alla conclusione. La vittoria di Bersani al Congresso, che con ogni probabilità sarà confermata largamente alle primarie del 25 ottobre, chiude un’estenuante stagione di incertezza. Per la verità il prezzo che Bersani sta pagando al suo grande successo è un certo offuscamento di quel profilo socialista che in molti, a partire dalla maggioranza della CGIL, si aspettavano da lui. E’ stato complesso scorgere vere differenze programmatiche e culturali tra l’ex ministro delle attività produttive e Franceschini. Solo sul terreno delle alleanze, disegnando una nuova strategia di centro-sinistra (in rapporto con l’Udc e con quanto c’è alla sinistra del PD – pur coltivando molti dubbi-), la linea di Bersani appare sensibilmente diversa da quella ipermaggioritaria e autosufficiente che Veltroni aveva tratteggiato. (continua…)
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