Archivio per dicembre 2008

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Da Epolis di oggi

La drammatica riunione della Direzione del Pd sembra almeno aver messo uno stop alla sensazione, nei giorni delle inchieste e degli arresti, di un Partito totalmente allo sbando, non difeso dai suoi massimi dirigenti. “Non mi riconosco in questo partito”, aveva detto addirittura non un qualunque elettore ma il suo segretario. In un partito fortemente presidenzialista, fatto ad immagine e somiglianza del suo leader. Ora invece i toni vengono corretti, e si fa appello, al tempo stesso, ad un orgoglio di partito e ad un’innovazione.

Né l’uno né l’altra, tuttavia, possono bastare. Da un lato il PD è un partito giovane, ancora privo di una storia e di una vicenda – e persino di un pantheon di padri e maestri – che giustifichino la sua esistenza: di fronte ad altre vicende giudiziarie (sapendo che ci sono uffici giudiziari in Italia storicamente forti coi deboli e deboli coi forti, e quindi pronti a usare lp’attuale congiuntura negativa del Pd) e ad altri clamorosi insuccessi elettorali (come in Abruzzo, con un Pd cannibalizzato da Di Pietro), la leva dell’orgoglio non basterebbe. (continua…)

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Da Epolis di oggi

Lo scontro feroce – quasi una guerra tra feudi dell’Italia preunitaria – tra le Procure di Salerno e di Catanzaro può divenire l’innesco di un meccanismo di autodistruzione della magistratura italiana. Sedici anni dopo Mani Pulite (una sorta di esplosione improvvisa, quasi cinquant’anni dopo la Costituzione, di tutto quello che era stato compresso nella democrazia bloccata ), il potere giudiziario, privo di controlli e di equilibri, è impegnato in un’opera di cannibalismo incrociato. La magistratura, anzi, le (continua…)

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Da Epolis di oggi

Le ultime settimane ci hanno regalato una rappresentazione del dibattito interno al PD demoralizzante. Non mi turbano le lotte intestine: la politica non è un pranzo di gala, e i partiti senza dialettica e democrazia sono azzoppati. E’ la ragione di queste lotte che però appare opaca: il tema sembra solo chi comanda, tra ex-diessini e ex-democristiani. Il Pd invece dovrebbe avere la forza di dire al Paese cosa vuole: che idea di società, di lavoro, di sicurezza, di garanzie per milioni di italiani angosciati per il proprio futuro. Dovrebbe dire se è più una forza di sinistra, dei lavoratori, o una forza moderata, vicina ai grandi poteri di questo Paese. Dovrebbe dividersi, se necessario, su questo, su quali ricette perseguire, se essere socialista e laburista, o liberale e moderata. (continua…)

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