Archivio per novembre 2008

 

Da Epolis di oggi

Lo spettacolo offerto dal Parlamento sulla vigilanza Rai è deprimente. Piacerebbe vedere la stessa passione sulle questioni che riguardano la vita, il salario, la pensione, gli affitti. Parliamo invece della Rai, e della volontà dei partiti di posizionarsi in modo efficace per ottenere un po più di spazio per sé e un po meno per gli altri.

Il principale responsabile di questa situazione è la maggioranza: prima col veto personale a Leoluca Orlando, e poi con il colpo di mano (per la verità più rozzo che da regime) che ha portato allelezione di Villari. Il secondo responsabile è Antonio Di Pietro: nellaver insistito solo su Orlando, anche quando il Pd e lUdc gli avevano chiesto (continua…)

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 Da Epolis di oggi. Di questo tema parlerò ne “il diavolo e l’acquasanta – 2° puntata”, in onda su red tv, canale 890 sky, venerdi 14 alle 21

“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. E’ l’art.32 della Costituzione italiana a dare con limpida espressione una risposta ai mille dubbi che, in un credente come in un non credente, sorgono di fronte all’angosciante interrogativo su cosa sia lo “stato vegetativo permanente”. E Beppino Englaro, tenace uomo della Carnia, che ha sentito – per come conosceva sua figlia Eluana, che rifiutava in radice l’idea di poter “vegetare” – di aver perso la propria figlia sedici anni fa, ci invita a riflettere (nel suo emozionante libro “Eluana, la libertà e la vita”) su cosa sia la dignità umana. E’ stato il Novecento, con l’olocausto e le dittature fasciste e comuniste, a proporre questa nozione in termini di diritto universale. La (continua…)

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da Epolis di oggi

“We just made history”. In questa frase, nella consapevolezza di aver appena fatto la storia – com’è scritto nella mail che Barack Obama ha inviato ai milioni di sostenitori per ringraziarli – , c’è la chiave di lettura di quest’indimenticabile 4 novembre 2008. La realtà, come in  tutti i punti di svolta della vicenda umana, ha superato l’immaginazione. Vince Obama della giustizia sociale. La sua storia americana – figlio di un nativo di un villaggio keniota – e quella di Michelle, di famiglia operaia, hanno rappresentato l’America  non visibile ai grandi speculatori di Wall Street: ha preso il potere  il simbolo di una società che vuole redistribuire la ricchezza, tutelare la casa, rafforzare il lavoro, promuovere la salute. Vince Obama nero, e rinasce nel mondo il fascino degli Stati Uniti così colpito in questi anni. E’ un’idea di società aperta, interculturale, integrata nel mondo. L’Africa trova voce (continua…)

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