Archivio per gennaio 2008
Oggi, su Repubblica TV, ho partecipato ad un interessante confronto con Alberto Asor Rosa, Salvatore Settis, Patrizia Fantilli e Claudio Martini sulle recenti innovazioni al codice dei beni culturali, che riporta allo Stato (e ai suoi uffici territoriali, come le sovrintendenze) il controllo dei beni paesaggistici e culturali, con l’intenzione di evitare abusi edilizi, scempi architettonici, devastazioni del paesaggio.
Claudio Martini (presidente della Regione Toscana) ha sottolineato di non essere d’accordo, ma credo che su questo si debba trovare un punto di equlibrio. Non può in ogni caso passare l’idea che il patrimonio nazionale sia “spezzettato” e gestito con criteri differenziati, come oggi avviene.
Ecco il video:
http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=16756
Oppure direttamente: mms://mediaserver.kataweb.it/repradio/video/palinsesto/2008-01-31/2008-01-31-12-00.wmv
5 Commenti »

La Redazione di Uno Mattina ha messo on line il video della mia intervista. E’ disponibile a questo indirizzo: http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiUno-1mattina%5E16%5E55336,00.html
P.s. gli utenti Linux sperimentano alcune difficoltà con il sito Rai TV, per cui vedrò di trovare una soluzione per il video, per adesso metto comunque il link.
6 Commenti »
Scritto da: Pietro Folena in Diario, Politica nazionale, tags: bipolarismo, dini, ds, legge elettorale, mastella, pd, politica, prodi, sinistra, veltroni
Oggi il Riformista ha pubblicato questo mio articolo.
Caro direttore, quando uscii dai Democratici di Sinistra avevo ben chiaro, mi si scusi l’immodestia, che sarebbe nato il partito democratico (allora si diceva “riformista”, poi s’è persa anche questa nobile parola della sinistra). E dissi quello che chiunque in buona fede poteva già allora prevedere: che sarebbe divenuto un fattore destabilizzante per l’allora costituenda Unione di centrosinistra. Si poteva già intravedere, infatti, nella formazione di un partito grande ma indefinito, una operazione di continuità della classe politica e, soprattutto, il tentativo, più volte esplicitato, di dare all’Unione un ponte di comando, prescindendo dalla semplice constatazione della presenza di un articolato pluralismo in quella coalizione. Appariva chiaro ciò che solo da ultimo Walter Veltroni ha esplicitato, e cioè che il Pd era destinato ad una vita solitaria. Si trattava, e si tratta, di una scelta legittima, che non condanno di per sé. Una scelta che non ho condiviso. Per tempo, lasciai i Ds prima che prendessero definitivamente quella strada.
Bisogna riconoscere che il Pd è stata una novità politica deflagrante. Quello che spiace è dover constatare come quella che si autodefinisce classe di governo, abbia decretato la sua fine così presto, con le sue proprie mani. Il partito democratico, invece di deflagrare il centrodestra, come qualcuno aveva ipotizzato, ha non solo distrutto l’Unione, ma anche forse se stesso, se, come pare, si aprirà nei prossimi giorni uno scontro interno che potrebbe sfociare in una scissione. In ogni caso, il Partito Democratico ha generato una maggiore frammentazione, di cui oggi è vittima.
Mastella e Dini erano i soci fondatori della Margherita nel 2001. Fisichella è una personalità corteggiata a lungo dai Dl che lo hanno poi eletto al parlamento. Si potrebbe parlare di una “congiura della palude”, di un governo che “cade al centro”. C’è del vero. Ma questo non basta a spiegare quello che è accaduto, a mio parere.
Se allontaniamo per un attimo lo sguardo dagli alberi e guardiamo la foresta, allora forse appariranno più chiari i contorni della vicenda. Il governo cade sulla legge elettorale o meglio cade perché l’illusione di un bipolarismo – o addirittura di un bipartitismo – coatto ha generato l’instabilità che conosciamo. Questa è l’ideologia dietro al referendum promosso anche dagli amici di Romano Prodi. L’idea di una politica ridotta ad un perenne scontro a due. I Mastella, i Dini, i Fisichella sono gli esecutori materiali di un suicidio inconsapevole della classe dirigente del Pd. Ed è oggi singolare leggere i retroscena sulle pagine dei giornali e non trovare nulla di tutto questo. Tra chi difende Prodi e attacca Veltroni, o viceversa, e chi indica traditori un po’ ovunque, la politica si sta nuovamente incartando.
Invece io credo fermamente nella necessità, per la sinistra e l’ex centrosinistra, di mettere fine alla stagione della riduzione ad uno, delle spallate contro il pluralismo politico. Non funziona, non ha funzionato in questi 15 anni né a destra né a sinistra.
L’unico modo per uscire dall’eterna transizione italiana è oggi una legge elettorale che favorisca la nascita di 4-5 grandi formazioni espressione dei grandi filoni politici, culturali, sociali che non siano costrette ad allearsi per poter sopravvivere, che non siano costrette a dire ai propri elettori di essere d’accordo quando non lo sono, di avere un programma comune che poi non viene attuato. Per quanto mi riguarda, voglio iscrivermi ad una grande Sinistra ecologista, pacifista, dei lavoratori, laica e partecipativa.
Il modello elettorale tedesco è quello che, a detta di molti, può garantire la fine di questa transizione. Se l’urgenza, prima di tornare al voto, è questa, allora che nasca un governo in grado di portare a termine in tempi brevi l’approvazione della riforma elettorale.
La Sinistra, io credo, ha tutto l’interesse a perseguire questa strada. Abbiamo commesso l’errore di non unirci per tempo. C’è chi ha proposto gruppi unitari, liste comuni, primarie per designare un leader e un programma. Tutto questo non si è visto. Oggi sarebbe servito. Oggi saremmo pronti. Ma è inutile rivangare il passato.
Una Sinistra di governo, una Sinistra che voglia avere una funzione nazionale, lo dico ai compagni e alle compagne delle forze che hanno promosso gli Stati generali di dicembre, oggi deve assumersi la responsabilità di indicare al Capo dello Stato l’esigenza di non arrivare al voto senza aver prima aver sperimentato tutte le strade possibili per far nascere un governo che metta in breve tempo la parola “fine” al bipolarismo coatto.
3 Commenti »

La crisi aperta dall’uscita dell’Udeaur dalla maggioranza richiede di produrre atti nuovi, coraggiosi e forti da parte della sinistra. Se domani, durante il dibattito sulla fiducia, la Sinistra-Arcobaleno parlasse con un’unica voce, un portavoce unico, gli elettori avrebbero la rappresentazione di un vero processo unitario proprio nel maggiore momento di difficoltà del centrosinistra.
Credo che i nostri elettori si aspettino un segnale di questo tipo, dopo il buon discorso di Prodi. Le difficoltà per la maggioranza, come abbiamo sempre detto mentre i ’soloni’ dell’informazione stampata e televisiva affacciavano il fantasma dell’inaffidabilità della Sinistra, vengono da una parte del centro, proprio nel momento in cui si prepara una ridistribuzione della ricchezza e si firmano, con il contributo del governo, i contratti dei lavoratori.
Anche per questo, un segnale di grande determinazione unitaria come sarebbe quello che propongo, dovrebbe venire dalla Sinistra che si è dimostrata la parte più responsabile della maggioranza, molto più del centro e più dello stesso partito democratico.
11 Commenti »
Finalmente incominciano a circolare in rete opinioni più meditate dulla questione delle nuove norme per i blog didattici. Qualche link:
http://www.apogeonline.com/webzine/2008/01/10/19/200801101901
Dove si spiega la reale portata della norma e si analizzano anche criticamente i difetti (ci mancherebbe, ci sono) che però non sono tali da capovolgerne il sisgnificato. Sarà difatti un decreto del ministero dei Beni Culurali a stabilire i criteri precisi, decreto che però dovrà essere approvato dalle commissioni parlamentari.
Ancora: http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2155649
E’ una mia intervista a Punto Informatico.
http://www.minotti.net/fair-use/pietro-folena/e-se-folena-avesse-ragione.htm
Un blogger giurista informatico spiega che nonostante tutto… ho ragione
Marco Scialdone (anche lui giurista informatico) spiega, pur criticamente, che non c’è alcun allarme: http://scialdone.blogspot.com/2008/01/nessuno-ha-rubato-nulla-era-cultura.html
Ma soprattuto questo: proposta nel sito di Wikipedia
(ringrazio Kensan per la segnalazione)
EDIT: Oggi su Repubblica.it un nuovo articolo : http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/scienza_e_tecnologia/diritti-web/autore-non-profit/autore-non-profit.html
EDIT2: Anche Guido Scorza, dal quale è nata la polemica, ora sostiene che Minotti ha ragione. http://www.guidoscorza.it/?p=231
17 Commenti »
Riguardo l’articolo: http://www.visionpost.it/index.asp?C=9&I=2785 pubblicato anche altrove, sono purtroppo costretto a replicare alle inesattezze dell’amico Cortiana. Mi dispiace che vengano da una persona competente in materia e con la quale ho collaborato in passato.
Procediamo con ordine e in modo puntuale.
Fiorello afferma:”Nella nota del Presidente della Commissione Cultura della Camera relativa alla legge di riforma della Siae si definisce l’introduzione del comma 1-bis come la costituzione di una “piccola – piccolissima, ma comunque importante – isola di libertà” il cui perimetro è stato definito attraverso l’interlocuzione esclusiva con i rappresentanti Siae, Fimi, Asmi, il Sindacato nazionale Scrittori e il Sindacato Autonomo Siae-Conf.Sal, con le conseguenti “mediazioni accettate”. “
Questo è inesatto. Sono stati auditi quei soggetti perché la legge riguardava la Siae, non il diritto d’autore. Siamo stati noi a premere per introdurre la piccola norma a favore dei blog didattici, scontrandoci con alcuni dei soggetti citati.
Scrive ancora Cortiana: “Un tavolo aperto di confronto avrebbe ad esempio permesso alle commissioni presiedute dal Prof. Gambino e dal Prof. Rodotà di dare il proprio contributo. “
Difatti noi abbiamo cercato di non ostacolare quel lavoro, evitando di mettere mani in modo pesante alla legge sul diritto d’autore. Ho incontrato appositamente Gambino proprio per assicurargli che la Commissione Cultura avrebbe aspettato senz’altro la conclusione dei lavori. Quella della commissione Gambino è stata – e credo continuerà ad essere – la sede “multistakeholder”. Ora tocca al decisore politico intervenire sulla base di quei lavori, in raccordo con il prof. Gambino e la sua commissione che ci ha fornito materiali preziosi, idee e proposte di lavoro.
Sempre Cortiana afferma: “Proprio la SIAE già nel 2004 nel “Compendio delle Norme e dei Compensi di opere delle Arti Visive”, nella Prima Sezione all’art.7.-INTERNET precisava che: “Comunque la riproduzione delle immagini non dovrà eccedere i 72 DPI di risoluzione e dovrà essere di bassa qualità.” “
Appunto è ciò che la Siae fa. Chiede un compenso, con tanto di tabella, anche ai siti didattici per la riproduzione di opere coperte da diritto d’autore. Ora, o meglio dopo il decreto attuativo del ministero, che dovrà essere approvato dalla nostra Commissione, non potrà più farlo, se tali immagini non avranno qualità tale da competere con l’uso commerciale (e sfido chiunque a sostenere che un’immagine sul web come di solito vengono pubblicate possa essere usata in un book fotografico).
Cortiana: “Forse la mediazione parlamentare è consistita nell’introduzione aggiuntiva del concetto di “degrado”? “
No, noi abbiamo cancellato il compenso, come ho spiegato.
“Non ho trovato negli articolati dei disegni di legge dei Verdi la fonte di ispirazione di cui parla Pietro Folena; comunque toccherà a loro chiarire. “
DDL Senato 1461, Bulgarelli: “Art. 4. «È consentita la pubblicazione attraverso la rete internet a titolo gratuito di immagini a bassa risoluzione unicamente per uso strettamente didattico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro, fatto salvo il riconoscimento della paternità dell’opera».
Faccio anche notare che la bassa risoluzione o la degradazione qualitativa è considerata da diversi giuristi americani uno degli elementi di valutazione nel fair use degli Stati Uniti, tanto richiamato e così poco conosciuto. Ad esempio è utile la lettura di questo saggio: http://www.copyright.iupui.edu/highered.htm
Pareri simili si trovano anche su copyright.gov da parte di insigni giuristi, tecnici, docenti. Non ci siamo inventati nulla.
In conclusione: si poteva fare di più? Forse sì. Si poteva fare meglio? Forse sì. Ma non s’è fatto male. Si può accusare Folena di tutto ma non di avere scritto la fine della libertà della rete.
15 Commenti »
In rete si diffondono notizie allarmanti, quanto infondate, come queste: http://www.visionpost.it/index.asp?C=9&I=2774
Ecco come stanno invece le cose…
Mi dispiace che in rete si travisi in significato, giuridico e politico, dell’introduzione del nuovo comma 1-bis nell’articolo 70 della legge sul diritto d’autore.
Prima di tutto va rilevato che rimane in piedi, del tutto, il primo comma, il quale limita la riproduzione alla citazione e al riassunto e, quindi, non all’intera opera.In più il motivo della pubblicazione non può essere la mera illustrazione. Viceversa il nuovo comma 1-bis estende – e sottolineo questo aspetto – la possibilità di pubblicazioni “libere” sia pure solo per siti didattici e scientifici all’intera opera (immagine o musica), anche se degradata. Cosa significa, in pratica?
Se ho un blog didattico, un sito scientifico, a norma dell’articolo 70 non posso pubblicare opere coperte da altrui diritto d’autore, per intero. Ad esempio se ho un sito didattico sulla fotografia, non posso pubblicare un’opera di un grande fotografo come H.Newton né un file audio con una canzone di un cantante famoso, per esempio Vasco Rossi. Ma neppure la foto al microscopio di una cellula, se coperta da diritto d’autore.
Con questa nuova norma, invece, previa definizione dei criteri da parte del ministero (noi avremmo voluto scriverli direttamente nella norma, ma abbiamo accettato una mediazione) questo sarà possibile. Ovviamente a certe condizioni (di qui la minore risoluzione o la degradazione) in modo tale che non si entri in contrasto con l’utilizzazione economica dell’opera stessa. Ad esempio, un file audio potrebbe essere messo a disposizione sul sito con una qualità non paragonabile a quella di un cd, ma comunque ascoltabile. O un’immagine con dimensioni non utili alla riproduzione a stampa (quindi praticamente tutte le immagini del web).
L’ispirazione è stata un disegno di legge dei Verdi proprio riguardo i siti didattici.
Si può certo dissentire per la portata limitata dell’intervento, ma difatti non era certo quella la sede per una revisione del diritto d’autore complessivo. La commissione del professor Gambino era al lavoro e mai ci saremmo permessi di procedere senza prima aver acquisito i suoi risultati.
Quindi tutto si può dire, ma non che questa novella restringa le libere utilizzazioni attuali. Semmai, di poco, le allarga, venendo incontro all’esigenza di tanti docenti che hanno blog e siti didattici. Né può essere confusa con altre questioni (il diritto di panorama e il codice Urbani) che nulla hanno a che vedere con questa piccola – piccolissima, ma comunque importante – isola di libertà.
37 Commenti »
|