Archivio per luglio 2007
Piero Fassino se l’è presa perché Bertinotti ha detto che i politici non devono avvalersi di privilegi, soprattutto in questa fase delicata. Poi ha attaccato la sinistra dicendo che siamo minoritari e non contiamo nulla…
In questa intervista al Tempo gli rispondo.
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Ieri il Riformista ha pubblicato questo mio articolo.
L’articolo di Paolo Franchi sul referendum che Rifondazione intenderebbe tenere per decidere se rimanere al governo è pieno di contenuti condivisibili ed anche intessuto da un rispetto per l’interlocutore che è purtroppo merce rara tra i riformisti. Anche per questo merita una riflessione da parte di chi, come me, pur non essendo iscritto a quel partito condivide con esso un percorso politico, quello di Sinistra europea.
Nella mia valutazione ci sono due elementi. Il primo è la condivisione del principio per cui un partito, il suo gruppo dirigente, non decide in solitudine sulle scelte più importanti. Qualcuno sostiene che il leader,quando decide, è solo. Io penso che quando il leader è solo prende le decisioni sbagliate e si condanna a rimanere in solitudine. Quando invece un partito cede il suo potere ai propri elettori, questo è un fatto da salutare come la rottura di un paradigma e il possibile inizio di una stagione differente nel rapporto tra politica e cittadini. Ben venga quindi che il Prc chiami i cittadini e gli elettori a scegliere. Se lo facessero tutti i partiti oggi non parleremmo di crisi della politica, almeno nei termini attuali.
I problemi, però, sono due, uno a monte ed uno a valle. Quello a monte è che ad una decisione del genere si poteva non arrivare affatto, se la sinistra, non solo il Prc, avesse raccolto per davvero l’appello di Fausto Bertinotti all’unità. Invece ci siamo incartati in discussioni interne, riflessi identitari, esegesi a volte ridicole sul vero significato delle parole del presidente della Camera.
Malgrado lo sforzo generoso che Franco Giordano e il gruppo dirigente hanno condotto sulla strada dell’unità, evidentemente questo sforzo non è stato ancora sufficiente. (continua…)
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Intervista al parlamentare del Prc-Sinistra Europea: «Sulle pensioni il “patto” non ha retto»
Folena: «Coinvolgiamo il popolo della sinistra
Divisi subiamo l’egemonia del piddì»
Alessandro Antonelli da LIBERAZIONE
Quel passo falso sulle pensioni, che ha diviso la sinistra in entusiasti e detrattori, la dice lunga su quanta strada bisogna fare per approdare all’unità. Il giorno dopo la tempesta sull’accordo siglato tra governo e sindacati, Pietro Folena, parlamentare della Sinistra europea e presidente della commisione Cultura della Camera, scorge segnali di schiarita, ma chiede più coraggio. Occorre un’accelerazione verso il soggetto unitario, bisogna uscire dalle segreterie e interrogare la società. Altrimenti «Biancaneve, il partito democratico, sarà sempre più forte dei quattro nani dell sinistra». (continua…)
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INTERNET. FOLENA: “IMPORTANTE SENTENZA TRIBUNALE DI ROMA SU PEER-TO-PEER”
“La sentenza del tribunale di Roma che condanna due aziende per violazione della privacy degli utenti riguardo lo scambio di materiale tramite il peer-to-peer è importante e costituisce un elemento che anche la politica dovrà valutare”. Lo afferma Pietro Folena, presidente della Commissione cultura della Camera (competente anche per il diritto d’autore).
“Occorre – prosegue Folena – la depenalizzazione della condivisione dei contenuti, anche perché è ormai provato che essa non danneggia i detentori dei diritti, ma addirittura in alcuni casi induce un ‘bisogno’ di cultura che ha positive ricadute anche sul mercato. Una recente ricerca dell’Anica, ad esempio, dimostra che tra chi fa file sharing vi è una maggiore propensione ad andare al cinema rispetto al resto della popolazione.”
A tal proposito Folena ricorda che “la Camera ha già approvato alcun ordini del giorno bipartisan per favorire la condivisione della conoscenza. Ora stiamo studiando misure legislative che vadano in questa direzione, tutelando sia il diritto d’autore che i diritti degli utenti”.
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E’ stato presentato ieri dai deputati questori (Albonetti, Colucci e Galante), insieme al dirigente del servizio informatica, il piano per il passaggio dell’infrastruttura informatica della Camera da Windows a Linux, il noto sistema operativo open source.
Il piano prevede il passaggio graduale dell’intera amministrazione di Montecitorio al nuovo sistema (server, desktop e applicazioni) e l’opzione, a richiesta, per le segreterie e i deputati (compresi i computer portatili).
Inoltre la biblioteca di Montecitorio renderà disponibili al pubblico diverse postazioni informatiche con Linux.
Il piano è stato sviluppato dal servizio informatico e dai questori dopo l’accoglimento di un ordine del giorno di Pietro Folena, presidente della Commissione Cultura, in sede di bilancio della Camera.
A tal proposito Folena dichiara: “Si tratta di una decisione straodinaria e rilevantissima. L’istituzione centrale del paese, il parlamento, decide non solo di risparmiare (il che è di per sé un obiettivo importantissimo), ma soprattutto decide di rendersi indipendente sul piano tecnologico, adottando un sistema open source e quindi liberandosi dai vincoli del software proprietario. In tal modo si va incontro alle esigenze di trasparenza e di sicurezza che sono doverose per una istituzione pubblica. L’esempio della Camera costituisce un importante precedente per tutte le amministrazioni pubbliche, alcune delle quali sono già passate a Linux determinando enormi risparmi (la provincia di Bolzano, ad esempio, risparmia così 1 milione di euro l’anno).
Il merito va ai deputati questori e all’amministrazione della Camera, che si sono dimostrati sensibili ad un tema tanto importante.
Invierò la mia proposta di legge sul software libero nella pubblica amministrazione a tutti i deputati, invitandoli anche a scegliere Linux per i loro computer in ufficio e per i portatili, sia per ragioni di costi che per quelle di sicurezza, trasparenza e libertà.”
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(AGENZIA DIRE) Roma, 10 lug. – “Penso che Gianfranco Fini debba chiedere
scusa agli insegnanti italiani”. E’ quanto suggerisce Pietro
Folena, presidente della commissione Cultura della Camera ed
esponente di Rifondazione comunista, a proposito delle parole
pronunciate ieri a Bologna dal leader di Alleanza nazionale sui
docenti, definiti “un manipolo di frustrati che incitano
all’eversione”.
La difesa della categoria, per Folena, passa anche attraverso
le parole scritte qualche giorno fa da Pietro Citati sulla
‘Repubblica’ (”gli stipendi vanno almeno raddoppiati, e via via
aumentati nel corso del tempo”). Per il deputato del Prc,
infatti, il corpo docente nel nostro Paese ha “stipendi da fame”
e vive una “intollerabile proletarizzazione”, mentre “si
duplicano le carenze istituzionali, accumulate negli ultimi anni,
quando all’Istruzione c’era Letizia Moratti”.
“Quando era al governo- incalza Folena- Fini non si era mai
sognato di esprimersi in questo modo”, e ricorda che, come
sosteneva Don Milani, “gli insegnanti non sono solo dei
dipendenti pubblici, ma hanno una vocazione, una missione,
rappresentano il cuore piu’ profondo della Repubblica”.
Al di la’ delle polemiche con An, il
presidente della commissione Cultura di Montecitorio, sottolinea
come “il vero tema nero sia lo stipendio degli insegnanti”, e
ricorda che “il primo atto della commissione che presiedo e’
stato quello di chiedere la stabilizzazione dei precari della
scuola”. Per questo, conclude Folena, la scorsa settimana “ho
salutato con soddisfazione la notizia della firma del decreto per
l’assunzione di 50mila insegnanti e 10mila Ata”.
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