Archivio per aprile 2007

Il mio blog è in fase di ristrutturazione. In queste settimane l’ho un pò trascurato. A giorni saranno on-line le modifiche. In occasione del settantesimo anniversario della morte di Gransci (segnalo l’intervento di Tronti su Gramsci, pubblicato da Rosso di Sera) merita di essere inserito oggi questo articolo di Ettore Mo sul prossimo libro di Julik, Giuliano

Di Antonio Gramsci è stato scritto molto e l’interesse per la sua vita e le sue opere si è particolarmente intensificato negli ultimi mesi, mentre si stava avvicinando il settantesimo anniversario della morte, avvenuta il 27 aprile del ‘37. Ma la maggior parte degli scritti si è concentrata sulla figura dell’intellettuale e del politico, anche per stabilire l’attualità e validità del suo pensiero e del suo ruolo nel mondo contemporaneo. Ciò che mancava in questa fluviale produzione letteraria era l’uomo Gramsci, l’umanità di (continua…)

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Oggi il Sole 24 Ore ha pubblicato questo mio intervento.

Da quando sono presidente della Commissione cultura e istruzione della Camera, ricevo giornalmente centinaia di e-mail, fax e telefonate. A scrivermi e a chiamarmi, soprattutto, gli insegnanti precari, ma da un po’ di tempo i più numerosi sono diventati i dirigenti scolastici (che, scusate se sono antico, chiamo ancora presidi o direttori). Si lamentano perché non hanno i soldi per far funzionare le scuole, a partire dal dramma di dover coprire le supplenze. In tempi di campagne su “fannullopoli” e “sprecopoli” è difficile parlare di danari da spendere nel settore pubblico. La tendenza vorrebbe che i docenti venissero licenziati, che nessun nuovo insegnante venisse assunto, che le scuole si arrangiassero con le donazioni dei genitori o di qualche azienda in cerca di sgravi fiscali. Così, purtroppo, ha ragionato anche il governo con l’ultimo decreto liberalizzazioni, nel quale ha introdotto una norma (che siamo riusciti a tamponare, ma non eliminare) che rischia persino, con un meccanismo perverso, di sottrarre soldi alle scuole pubbliche.

I risultati di questa tendenza ora sono sotto gli occhi di tutti coloro che hanno dei figli a scuola e investono direttamente la classe docente, umiliata perché il suo lavoro è considerato solo un costo, e quella dei dirigenti scolastici, alle prese con debiti crescenti per evitare di interrompere quello che è un servizio pubblico.

Non si può continuare così. Lo dico senza voglia di polemica al ministro Fioroni e al sottosegretario Bastico. Non si può ridurre il tutto ad una questione burocratica, né sottacere che i soldi non ci sono. Bisogna invece prendere provvedimenti seri e urgenti. Ad esempio usando un po’ del ‘tesoretto’.

La scuola è il secondo dei 12 punti “irrinunciabili” stesi da Romano Prodi. Per questo faccio mio l’appello di tanti dirigenti, docenti, genitori e studenti: quel punto va attuato e va riconosciuta alla scuola la valenza di priorità, anche economica. So che il presidente Prodi pensa che la civiltà di un Paese si misura dalla qualità della sua istruzione. Noi abbiamo un ottimo sistema, fatto di tanti lavoratori che danno l’anima alla scuola. Ma i soldi sono troppo pochi. Presidente, usi le maggiori entrate fiscali anche per la scuola, per pagare le supplenze, per comprare i gessi, per avere una scuola che funzioni. Ne va del futuro del Paese.

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Oggi “La Stampa” ha pubblicato questa mia intervista contro le sanzioni penali per chi usa i programmi peer-to-peer.

Folena: “Il download va depenalizzato” L’esponente del Prc: non si esageri coi controlli “Ho proposto una revisione del diritto d’autore”
BRUNO RUFFILLI

È un oggetto bellissimo», dice Pietro Folena dell’iPod che ha regalato a sua figlia. Poi il presidente della Commissione Cultura alla Camera in quota Rifondazione Comunista passa all’attacco: «Cos’è il digitale, se non una grande semplificazione della comunicazione?», si chiede. E prosegue: «L’accesso alle informazioni e alla cultura è più facile che in passato, ma c’è sempre chi, brevettando un software o imponendo standard proprietari, tende a creare un mercato che escluda i concorrenti. Siamo contro ogni forma di monopolio, quella di Microsoft come quella di Apple». (continua…)

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Sabato Il Manifesto ha pubblicato questo mio intervento

L’articolo di Franco Russo, pubblicato sul manifesto del 5 aprile scorso, mi spinge a spiegare ai lettori del giornale il contenuto del mio intervento nella giornata conclusiva della conferenza di organizzazione di Rifondazione comunista, dedicata alla nascita della Sinistra europea in Italia e del «cantiere» per un soggetto unitario della sinistra al quale Uniti a sinistra, Ars e Associazione Rossoverde si sono primariamente dedicate.
Proprio riguardo a quest’ultimo, ma anche alla Sinistra europea, ho richiamato la genesi del partito socialista italiano. Ho parlato, più che del socialismo delle origini, dell’origine del «partito dei lavoratori» (il primo nome del Psi) che nacque non per fusione di gruppi dirigenti nazionali ma unificando partiti regionali e leghe di espressione sindacale e cooperativa nati prima del 1892. Questo percorso, credo, dovrebbe essere anche alla base della nuova soggettività che vogliamo costruire. Non un partito che nasce per decisione di vertici, ma una «federazione» di soggetti espressione dei territori. Questi soggetti, le «case della sinistra», dovranno raccogliere non solo le forze che già hanno dato un contributo nazionale al percorso della Sinistra europea e quanti, come il Correntone, stanno maturando l’idea di contribuire a costruire una nuova soggettività a sinistra, ma anche i tanti movimenti che nel paese si fanno portatori di istanze civili, sociali e democratiche, i giovani in cerca di una politica che abbia «senso», singoli compagni e compagne, i tanti militanti che ogni anno hanno deciso di non rinnovare la tessera al Pci-Pds-Ds, insomma quell’arcipelago che sente l’esigenza di una grande forza della sinistra «di popolo e di governo». (continua…)

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