Archivio per novembre 2005
Da Liberazione di domenica 27 novembre. Appuntamento oggi alle 17.30 al Teatro Colosseo a Roma.
Bertinotti propone una nuova “casa” per la sinistra a cui non piace il mercato
Non ci mette molta enfasi, lo fa discendere dai ragionamenti che ha fatto fino a quel punto. Chi lo sta a sentire si accorge subito però che è un passaggio chiave. I giornalisti meno, sono tutti presi dalla ricerca della battuta polemica quotidiana. Sono attenti solo all’eventuale risposta che il segretario potrebbe dare a questo o quell’altro, siano indifferentemente Cossutta o Rutelli. O Ruini. Fausto Bertinotti concede invece pochissimo, quasi nulla, alle esigenze di chi fa i titoli sui giornali. Davanti al comitato politico nazionale del suo partito, parla della sinistra, parla della sinistra del futuro prossimo. parla della sinistra che ancora non c’è e che, invece, ci sarà da qui a quattro, cinque mesi. E dice – ecco il passaggio chiave – che (continua…)
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di Cindy Sheehan
Cara Barbara,
il 4 aprile 2004 suo figlio maggiore ha ucciso mio figlio maggiore, Casey Austin Sheehan.
A differenza del suo figlio maggiore, il mio era una persona meravigliosa e si era arruolato per servire il suo Paese e per cercare di rendere il mondo migliore. Casey non voleva andare in Iraq, ma conosceva il suo dovere.
Suo figlio si assentò senza permesso dalla sua unità speciale.
George non riusciva nemmeno a sopportare l’Alabama Air National Guard. Casey si è arruolato nell’esercito prima che suo figlio ne diventasse il comandante in capo. Sappiamo tutti che suo figlio pensava di invadere l’Iraq già nel 1999. Casey era un uomo morto ancor prima che George diventasse presidente e ancor prima di arruolarsi nell’esercito nel maggio 2000. (continua…)
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IRAQ/FOSFORO BIANCO. FOLENA: “ESERCITO ITALIANO ANNULLI GLI ORDINATIVI DI ARMI CHIMICHE”
Dichiarazione dell’on.Pietro Folena (indipendente Prc – rete “Uniti a sinistra”)
“Con una macabra corsa all’imitazione ora anche l’esercito italiano si dota di armi chimiche al fosforo bianco. E’ un fatto di una gravità inaudita”. Lo afferma Pietro Folena, deputato indipendente di Rifondazione comunista ed esponente della rete “Uni a sinistra”, commentando le anticipazioni dell’inchiesta de “L’Espresso”.
“Non ci interessa se tecnicamente quelle munizioni hanno altri scopi. Abbiamo ben visto a cosa sono servite a Fallujah e quale siano le loro potenzialità in termini di guerra chimica.
E la guerra chimica rimane un crimine contro l’umanità.”
“Il tempismo con il quale l’Italia si dota di armi al fosforo bianco è la dimostrazione, tragica ed evidente, di come il nostro paese sia al traino degli Stati uniti in ogni aspetto della politica estera e militare. Ciò la dice lunga sulla credibilità del ritiro dei nostri soldati dall’Iraq, sbandierato propagandisticamente in questi giorni.”
“Chiediamo che le forze armate italiane – conclude Folena – disdicano gli ordini effettuati e distruggano le eventuali altre munizioni chimiche in loro possesso. Su questo produrremo i conseguenti atti parlamentari e chiediamo anche che venga subito calendarizzata la mozione già presentata dal nostro gruppo proprio sull’uso del fosforo bianco a Fallujah”.
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Tutti ormai riconoscono che occorre ritirarsi. E allora: perché tergiversare?
(DIRE) – Roma- “Il ritiro immediato delle truppe occupanti e’ e
resta l’unica vera soluzione di pace per quel paese”. Pietro
Folena, deputato indipendente del Prc, commenta gli ultimi
annunci di Berlusconi e Martino sul ritiro dall’Iraq: “Anche la
destra piu’ oltranzista sa che la guerra e’ impopolare, e alla
vigilia delle elezioni pensa, con un gradualismo condizionato
alle decisioni USA, di ammorbidire il proprio volto. Del resto la
censura sul documentario di Rainews24, che testimonia l’orrore di
uno sterminio di massa di cui politicamente e’ responsabile anche
chi ha sostenuto e sostiene la coalizione dei “willings”, la dice
lunga su come Berlusconi in doppiopetto provi a far dimenticare
il Berlusconi con l’elmetto corso a Washington nel settembre 2002
ad assicurare il concorso italiano alla guerra”.
Folena attacca poi anche il leader dei ds: “Questo confuso
condizionato gradualismo di un ritiro allungato nel tempo- un
anno, nello scenario irakeno e mediorientale, e’ un tempo
lunghissimo- viene oggi proposto anche perche’ alcuni esponenti
moderati dell’Unione, a partire da Fassino, hanno cercato in
queste settimane di far cambiare posizione a Prodi, e di
prospettare un ritiro graduale e concordato”.
E conclude: “L’Unione si e’ impegnata, anche con atti pubblici
e con votazioni in Parlamento, a disporre il ritiro dei nostri
soldati non appena si sara’ insediata alla guida del paese.
Questa deve rimanere la posizione dell’Unione: non una promessa
elettorale ma un impegno di governo. Anche per questo a gennaio,
se e quando Berlusconi e Martino proporranno in Parlamento il
loro piano- se ce l’avranno e se avranno l’autorizzazione da Bush
e Rumsfeld per farlo-, l’Unione dovra’ portare la propria
proposta altermativa”.
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Oggi con tutto il gruppo del Prc ho presentato questa mozione per chiedere conto al governo dell’uso del fosforo bianco da parte dell’esercito Usa a Falluja.
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La Camera dei Deputati:
• preso atto del documentario realizzato dal giornalista Sigfrido Ranucci di RaiNews-24 e trasmesso dallo stesso canale nei giorni scorsi a proposito delle prove schiaccianti e inoppugnabili dell’uso di fosforo bianco da parte delle forze armate USA nell’assedio della città irakena di Falluja nel novembre 2004, nel corso del quale hanno perso la vita migliaia di civili;
• considerato che il fosforo bianco è un’arma di distruzione di massa bandita dalla comunità internazionale e vietata dalle convenzioni internazionali sottoscritte anche dagli USA;
• considerata la grandissima eco internazionale che quest’inchiesta giornalistica sta riscuotendo;
impegna il Governo
- a condannare con fermezza l’uso di queste armi da parte dell’amministrazione USA;
- a promuovere presso l’ONU un’iniziativa immediata per realizzare un’inchiesta ufficiale sull’uso di queste armi e sulla violazione delle convenzioni internazionali, e per portare in giudizio i responsabili di questi crimini;
- a verificare che nelle infrastrutture militari USA e NATO sul territorio italiano non siano presenti armi di tale natura.
Franco Giordano, Pietro Folena, Titti De Simone, Elettra Deiana, Alfonso Gianni, Ramon Mantovani, Graziella Mascia, Maria Celeste Nardini, Giuliano Pisapia, Marilde Provera, Giovanni Russo Spena, Tiziana Valpiana
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Oggi il ministro degli interni, Giuseppe Pisanu, ha informato il parlamento (dopo ben 13 giorni!) sugli scontri avvenuti a Roma tra studenti e forze di polizia durante la manifestazione del 25 ottobre contro la legge Moratti. Pisanu è riuscito a mettere insieme terroristi e studenti, a negare ogni addebito verso alcuni membri delle forze dell’ordine che hanno agito oltre gli ordini di piazza, come lo stesso Questore di Roma (quindi non un pericoloso sovversivo) ha ammesso.
Questo è il resoconto stenografico del mio intervento. (continua…)
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Sulla tragedia delle periferie francesi si sono lette molte cose, in questi giorni, imprecise e stereotipate. E soprattutto un affannoso tentativo di esorcizzare quanto avviene, considerandoci immuni. Voglio ricordare che a Roma, in piccolo, l’estate scorsa sono andati a fuoco centinaia di auto e di motorini. Questa rivolta ci parla direttamente, e soprattutto a noi, sinistra, che siamo incapaci di rappresentare una speranza per quella generazione. Vi propongo una bella intervista dello storico francese Jacques Le Goff.
“L’odio è soprattutto rivolto
contro la società e contro uno dei suoi simboli di successo”
“La rivolta di una generazione
che non ha più avvenire”
“Le colpe del governo sono enormi”
“Più che ai moti studenteschi del Sessantotto, la violenza dei ragazzi di banlieue mi fa pensare alla rivolta dei Ciompi che vide opporsi nella Firenze del Trecento i lavoratori tessili alla borghesia cittadina”, dice Jacques Le Goff, grande medievalista, raffinato scrittore ed esperto conoscitore della storia d’Italia. “Mi vengono in mente anche le sommosse dei chartists, durante i primi movimenti operai nell’Inghilterra appena industrializzata”. La conversazione di Le Goff spazia da jacqueries a sanguinosissime repressioni, da insurrezioni a teste mozzate. Poi però il celebre studioso comincia a sparare a zero sullo stato francese e sulle colpe del suo massimo rappresentante, il presidente Jacques Chirac, che definisce una “nullità politica”. “Non è il governo di centrodestra che ha creato la situazione attuale, ma è lui che l’ha aggravata”.
Professor Le Goff, come si è giunti a questa crisi?
“È una situazione latente, che cova sotto le ceneri da diversi anni. Perché è esplosa proprio adesso? Per via delle drammatiche condizioni economiche, sociali e culturali in cui si trovano questi giovani che non sono minimamente integrati e che non hanno avvenire”. (continua…)
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Gli elettori di centrosinistra, in Sicilia, vanno verso le primarie. E’ passato meno di un anno dall’esperienza pugliese, e ora Rita Borsellino, candidata dalla società civile, dal PRC, dal PdCI, dai Verdi, dallo Sdi, dal movimento erede della rete di Orlando, è sostenuta anche dai DS e sfida il moderato Latteri. In Sicilia si può aprire una nuova stagione: dalla qualità delle primarie, da una nuova soggettività democratica può venire la forza per sconfiggere Cuffaro, la cattiva politica, l’infiltrazione mafiosa.
La Sicilia, ancora una volta, è diventata un laboratorio per la politica nazionale. Una situazione ingarbugliata, quella della candidatura del centrosinistra alla presidenza della Regione, che teneva con il fiato sospeso non solo i siciliani ma l’intero mondo politico, ha trovato una soluzione positiva e oserei dire “logica” nella proposta di Rita Borsellino, ora appoggiata anche dai Democratici di Sinistra.
Rita Borsellino rappresenta, a nostro parere, una candidatura vincente perché in discontinuità con la gestione di Totò Cuffaro (dico “gestione” perché la parola “governo” è eccessiva se riferita all’attuale giunta regionale). Non vanno tenute in considerazione alcuna le sirene di chi, come una cantilena, ripete che una candidatura “radicale” è perdente in una regione moderata come la Sicilia. Sono balle. Balle politologiche. Ho l’esperienza diretta della candidatura di Nichi Vendola in Puglia, nata in modo non dissimile da quella di Rita Borsellino, cioè attraverso comitati sorti un po’ ovunque nel territorio che hanno richiamato alla partecipazione persone di ogni provenienza, spesso lontane dalla politica. In Puglia, la situazione iniziale era anche peggiore: un candidato gay, comunista, un po’ anarchico. Sostenuto solo da due partiti (Rifondazione e Verdi) che insieme non si avvicinano neppure al 10% dell’elettorato. Contro di lui tutti gli altri partiti, tutto il ceto politico, tutti i giornali e le televisioni. Eppure Vendola ha vinto le primarie e poi la sfida con Raffele Fitto, il rampollo di una famiglia democristianissima e presidente uscente. (continua…)
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Giovedì sera ci sarò, davanti all’ambasciata iraniana. Più del fastidio per la doppiezza di molti dei partecipanti –a cui con evidenza interessa poco del regime iraniano e persino di Israele, ma importa la demonizzazione del pacifismo- e per la strumentalità della convocazione di questa iniziativa –non poteva, Giuliano Ferrara, telefonare a Sansonetti, o a Polo, o a Padellaro per promuovere insieme la fiaccolata?- in me è forte, persino lacerante il bisogno di opporsi qui ed ora, con la forza delle idee, della ragionevolezza, della contestazione civica e democratica al fascismo di Teheran. Ci sono già stato, altre volte, sotto quell’ambasciata, e non posso non essere di nuovo lì davanti. Sì: quello di Teheran è autentico fascismo islamico. Col benestare distratto dei campioni occidentali dell’esportazione dei diritti umani –poiché alla Borsa dei Valori Occidentali di Washington il nemico dopo l’11 settembre era diventato Saddam, uno dei pochi despoti laici rimasti nei paesi musulmani- non un dito è stato alzato contro la feroce repressione degli studenti che avevano preso la parola. Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace, in Italia è stata accolta in modo imbarazzato dai responsabili istituzionali. Nelle ultime elezioni-farsa sono state cancellate e impedite centinaia di candidature, e lo pseudo-riformismo iraniano di Katami –a cui anche la sinistra moderata aveva precipitosamente aperto linee di credito- si è dimostrato la facciata di cartapesta del fascismo iraniano. Gli intellettuali, le donne, gli oppositori radicali, come i mujaheddin del popolo, vengono ammazzati, incarcerati, torturati in un regime in cui non vige lo stato di diritto. (continua…)
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Sabato scorso Roma è stata invasa dalla prima manifestazione nazionale per la casa dopo tanti anni. Sono stato presente, in coerenza con le posizioni sostenute in Parlamento in queste settimane e di cui ho dato conto anche nel mio blog. Ma perché tanta insensibilità da parte di molte componenti, soprattutto moderate, dell’opposizione? Di seguito il mio articolo uscito su Liberazione.
Nei film dell’orrore, quasi sempre, i protagonisti si ritrovano in una casa abbandonata infestata dai fantasmi. In Italia, di case così, ce ne sono una su quattro. Magari senza fantasmi e meno terrificanti di quelle dei film. E però pur sempre disabitate. Un fatto grottesco se si pensa alla crisi abitativa del nostro paese: 250mila famiglie e single, ogni anno, si mettono alla ricerca di una abitazione. E gli affitti, in 4 anni, sono cresciuti dell’80%. Considerando la modestissima crescita degli stipendi, si tratta di un salasso insostenibile per milioni di famiglie. Secondo le previsioni del Cresme nel 2007 (cioè domani) il 40% delle buste paga andrà in canoni di locazione. Non va meglio per chi la casa vorrebbe (continua…)
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