Archivio per luglio 2005

Mi fa una certa impressione l’assordante silenzio con cui il principale partito dell’opposizione assiste al più devastante scandalo finanziario di questi anni. Eppure qui –con tutto il rispetto per le persone pubblicamente chiamate in causa, respingendo ogni atteggiamento sommario, condannando il metodo delle fughe di notizia e della pubblicazione delle intercettazioni e al di là degli aspetti penali che non competono alla politica- esplode la nuova questione morale. Emerge lo spaccato di un paese in cui un capitalismo speculativo, spesso di origini non chiare, che ha moltiplicato le sue fortune grazie alle cartolarizzazioni e che non ha creato un nuovo posto di lavoro, ha preso il sopravvento su un capitalismo produttivo. In cui molte banche, che negano ai giovani e alle loro idee sostegno, finanziano larga parte dei nuovi speculatori, in un intreccio in cui il risparmiatore non è garantito. In cui l’autorità indipendente suprema –incredibilmente riconfermata dalla maggioranza di governo come carica a vita- anziché vigilare fa, disfa, interviene, aiuta. In cui l’assicurazione a cui tanti operai, lavoratori, famiglie hanno dato fiducia, perché era dei lavoratori, e che ha operato grazie alla sacrosanta legislazione che difende il mutualismo e la cooperazione, mette a rischio questo patrimonio economico e di credibilità in una dubbia scalata al fianco degli speculatori. In cui la politica rinuncia a progettare, sognare, investire sulla ricerca, e si è costretti ad ascoltare stucchevoli prediche moralistiche da parte di un Governo che ha fatto del conflitto di interessi, dei propri affari (fino allo scandalo dei libri on-line denunciato dal Corriere della Sera) il proprio codice fondamentale.
In questo paese un’opposizione vera e soprattutto una forza socialdemocratica, legata al lavoro, una sinistra degna di questo nome dovrebbero assumere una posizione chiara, intransigente, alternativa.
E invece ci hanno spiegato che comprare e vendere mattoni è la stessa cosa che investire sul futuro. Per la verità ce lo aveva già spiegato Berlusconi. Non ci sto.

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Ieri sono intervenuto nel question-time a proposito del rapporto annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che accusa il Governo Italiano di gravi inadempienze nell’applicazione della direttiva europea sull’inquinamento da polveri sottili (automobili, industrie, centrali). Se l’Italia rispettasse la direttiva 33 persone ogni giorno si potrebbero salvare.

SMOG. FOLENA(PRC): GOVERNO NON CREDE A OMS?PROTESTI UFFICIALMENTE=

GIOVANARDI SMENTISCE DATI? MA GOVERNO NEANCHE C’ERA A CONFERENZA
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(DIRE) – ROMA- “Non e’ un caso che il governo, il 22 giugno
scorso in occasione della presentazione del rapporto Oms, seppure
invitato nelle persone dei ministri dell’Ambiente e della
Salute,Ønon fu presente neanche per confutare i dati terribili
che il Rapporto riportava”. Cosi’ il parlamentare del Prc Pietro
Folena commenta la riposta avuta dal ministro dei Rapporti con il
parlamento Carlo Giovanardi oggi, durante il Question time.
“Confermo, quindi, che il Rapporto Oms affermava che in
Italia,Ønel 2000, le morti premature per esposizione alle polveri
sottili erano un numero pari a 39.000, ovvero 106 al giorno.
Queste potevano ridursi di 12.000 l’anno nel 2020 se fossero
state attuate le normative vigenti in Europa contro
l’inquinamento di polveri sottili”. (continua…)

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L’Unità ha pubblicato oggi questa bella intervista di uno dgeli intellettuali più acuti di questo tempo. Ve la segnalo.

Intervista a Predrag Matvejevic

«Ho conosciuto in Bosnia l’Islam moderato»

Il suo percorso culturale e umano è quello di un intellettuale che ha cercato nel cuore dell’«inferno balcanico» di costruire «ponti» di dialogo tra identità, etniche e religiose, diverse e spesso violentemente contrapposte. Nato a Mostar (Bosnia-Erzegovina) da madre croata e padre russo, Predrag Matvejevic, scrittore, saggista e professore di Slavistica all’Università La Sapienza di Roma è emigrato all’inizio della guerra nella ex Jugoslavia scegliendo una posizione «da asilo ed esilio». Ed oggi, di fronte all’attacco terrorista e a chi in Europa, e in Italia, ribatte proponendo di alzare muri levatoi contro l’Islam, Matvejevic ricorda che: «Nel cuore dell’Europa esisteva un Islam moderato, laico, dialogante: era la Bosnia. Ebbene, l’Europa democratica, cristiana, tollerante, assistette in silenzio, un silenzio pesante, un silenzio complice, alla distruzione di quella esperienza. Assistette in silenzio, un silenzio imbelle, di fronte al massacro di ottomila musulmani bosniaci a Srebrenica. Quel silenzio ha rafforzato l’islamismo integrista». (continua…)

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Soldati italiani in IrakQualche giorno fa suona il cellulare. E’ il Ministero della Difesa che mi domanda se voglio andare a Nassiriyah a trovare i soldati. Molti mesi fa avevo chiesto, con altri colleghi del Forum dei deputati pacifisti – Elettra Deiana, Silvana Pisa, Paolo Cento -, di fare visita al contingente italiano. Ci volevamo rendere conto, al di la’ delle polemiche parlamentari sulla vicenda irakena, di cosa realmente succede nella provincia di Dhi Qar, posta sotto il controllo italiano. E, perche’ no, spiegare al di fuori delle aule parlamentari e delle manifestazioni pacifiste, le ragioni del ritiro. Ci avevano detto di no, per ragioni di sicurezza. A Nassiriyah non viene una delegazione parlamentare dal 2003, qualche settimana prima della strage del 12 novembre. Ora, dimostrando una importante sensibilita’, le Forze Armate invitano noi, conoscendo bene le nostre opinioni, insieme a una delegazione ufficiale della Commissione Difesa del Senato e a Antonio Di Pietro che recentemente ne aveva fatto richiesta. (continua…)

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Sull’Iraq non c’è altra strada se non quella di casa. Dall’Unione deve arrivare un segnale chiaro di unità nella richiesta di ritiro delle nostre truppe. I distinguo sulla base di documenti di accompagno rassomigliano molto ai vecchi riti della politica fatti di preamboli e postille.
In punto è che la strategia della guerra ha fallito, e l’attentato di Londra ne è la tragica dimostrazione. Più si continua in questa strategia e più si alimenteranno le paludi dell’odio da cui sorge il terrorismo. Anche per questo è necessario il ritiro.

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IL SITO DI UNITI A SINISTRA

Nasce la rete “uniti a sinistra”.Dopo due mesi di incontri, contatti, relazioni prende forma il luogo “intermedio”, il primo ponte su cui insieme abbiamo lavorato. Nasce sabato 9 luglio, a Roma al Centro Congressi Cavour (via Cavour 50/A), dalle 10 alle 14. Questa rete, frutto di un percorso comune di esponenti impegnati in realtà diverse (istituzionali, sindacali, dei movimenti), prende forma attorno ad un appello su cui è in corso la raccolta delle adesioni, che verranno comunicate il giorno dell’assemblea. Le adesioni vengono raccolte all’indirizzo e-mail unitiasinistra@libero.it, presso gli uffici di alcuni eletti che partecipano a questo processo (Mario Agostinelli, Antonello Falomi, Pietro Folena, Francesco Martone, Anna Pizzo) e presso le associazioni Punto Rosso di Milano e Sinistra Romana di Roma. E’ in allestimento un sito internet di cui daremo notizia nei prossimi giorni.
La rete non si prefigge di presentare una propria lista alle elezioni né di diventare un partito o parte di esso: l’orizzonte del suo lavoro va ben oltre l’appuntamento del 2006. Il proposito di questa rete, aperta a adesioni individuali e collettive, è invece quello di far agire insieme realtà territoriali, culturali e associative, iscritti e non iscritti ai partiti della sinistra, con l’obiettivo di riformare la politica, portare nelle pratiche politico-istituzionali valori, metodi, proposte dei movimenti, e creare le condizioni, insieme a quelle forze che hanno accettato di rimettersi in discussione, di una nuova sinistra partecipativa e democratica, che abbia una dimensione e un orizzonte europei. Qui di seguito pubblichiamo il testo dell’appello da sottoscrivere.
(continua…)

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Questo breve articolo, che racconta di una splendida lotta in corso a Cosenza, a cui ho partecipato, esce domani su Liberazione.

Venerdì scorso cinquecento manifestanti –disoccupati, forestali, no-global, migranti-, con le bandiere della CGIL e di molte forze della sinistra, si sono ritrovati sulle rive del lago Cecita, vicino a Camigliatello, in Sila, per avviare la riappropriazione pubblica e sociale dell’ex-colonia dei Monopoli di Stato. L’iniziativa, promossa dalla Camera del Lavoro e dai centri sociali, faceva pensare a tante immagini degli anni 40 e 50 quando le stesse bandiere accompagnavano le occupazioni di tanti latifondi.
Ma perché oggi occorre pensare a una stagione di lotte che abbia la medesima chiarezza e forza di quella di allora?
L’ex-colonia occupata ha funzionato fino a dieci anni fa. Ha ottocento posti-letto, servizi organizzati e sofisticati nel cuore di un ambiente tra i più belli d’Italia. Migliaia di bambini figli di operai e di lavoratori a reddito basso hanno per quasi (continua…)

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