Archivio per 29 maggio 2005

Lo scontro in atto tra i riformisti-moderati è in sostanza uno scontro di potere. Di fronte alla quasi certezza di vincere nel 2006, coloro che siedono nell’auto-eletto “ponte di comando” del centrosinistra (la cosiddetta “Fed”) si sono messi a litigare su chi deve tenere il timone. A parole tutti dicono che il capo è Romano Prodi, poi però si sentono frasi come: “Dietro Prodi c’è una classe dirigente” che tradotte dal politichese vogliono dire che Prodi è un leader sotto tutela.
Lo stesso Romano Prodi si è fatto in parte trascinare in questa logica. Abbandonata l’idea di primarie per consolidare la sua leadership ha dovuto trovare un modo diverso per assicurarsi il “controllo” del centrosinistra e ha forzato, troppo, sulla Fed, suscitando la reazione della Margherita. Ma qui non si tratta di stabilire chi ha torto o ragione. La Margherita stessa ha sbagliato lasciando andare avanti il progetto della Federazione per poi fermarlo di colpo, come quando si tira il freno a mano nei treni e tutti i viaggiatori vengono scaraventati in avanti, facendosi male.
Il problema è che assistiamo, come dicevo, ad uno scontro di potere che nulla ha a che vedere con i contenuti. Mi farebbe piacere sapere cosa differenzia, sui programmi, Prodi da Rutelli, D’Alema da Marini, Fassino da De Mita. In tutta onestà non lo so, credo non lo sappiano neanche loro. (continua…)

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