Archivio per maggio 2005
UE: FRANCIA; FOLENA, ORA OCCORRE UNA PAUSA DI RIFLESSIONE
POI SINISTRA DEL ‘SI” E DEL ‘NO’ LAVORINO AD UN NUOVO TESTO
(ANSA) – ROMA, 30 MAG – Dopo il voto francese l’Europa decida
per una pausa di riflessione e la sinistra del ‘no’ e del ’si”
critico lavorino insieme: l’obiettivo e’ trasformare le
ratifiche in occasioni per discutere i tratti di un nuovo testo.
Cosi’ il deputato indipendente del Prc Pietro Folena.
”Sarebbe un errore grave e dilettantesco – spiega Folena –
se coloro che si sono spesi in favore della Costituzione europea
facessero finta di non vedere quanto e’ accaduto ieri in
Francia. L’elemento della paura, dell’incertezza, non puo’
essere liquidato come il frutto di ignoranza sui contenuti del
Trattato. Al contrario, i timori che hanno animato i francesi
non erano infondati”. (continua…)
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Stasera sarò, con Francesco Martone, a Milano (ore 21, Camera del Lavoro) all’assemblea indetta da AltraLombardia. Questo movimento, che ha in Mario Agostinelli uno dei promotori, è un bellissimo laboratorio di quella rete delle sinistre che intendiamo promuovere. Parteciperanno anche Emilio Molinari, Vittorio Agnoletto. E concluderà Nichi Vendola, anticipatore vincente di un’idea di pratica politica partecipativa.
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Lo scontro in atto tra i riformisti-moderati è in sostanza uno scontro di potere. Di fronte alla quasi certezza di vincere nel 2006, coloro che siedono nell’auto-eletto “ponte di comando” del centrosinistra (la cosiddetta “Fed”) si sono messi a litigare su chi deve tenere il timone. A parole tutti dicono che il capo è Romano Prodi, poi però si sentono frasi come: “Dietro Prodi c’è una classe dirigente” che tradotte dal politichese vogliono dire che Prodi è un leader sotto tutela.
Lo stesso Romano Prodi si è fatto in parte trascinare in questa logica. Abbandonata l’idea di primarie per consolidare la sua leadership ha dovuto trovare un modo diverso per assicurarsi il “controllo” del centrosinistra e ha forzato, troppo, sulla Fed, suscitando la reazione della Margherita. Ma qui non si tratta di stabilire chi ha torto o ragione. La Margherita stessa ha sbagliato lasciando andare avanti il progetto della Federazione per poi fermarlo di colpo, come quando si tira il freno a mano nei treni e tutti i viaggiatori vengono scaraventati in avanti, facendosi male.
Il problema è che assistiamo, come dicevo, ad uno scontro di potere che nulla ha a che vedere con i contenuti. Mi farebbe piacere sapere cosa differenzia, sui programmi, Prodi da Rutelli, D’Alema da Marini, Fassino da De Mita. In tutta onestà non lo so, credo non lo sappiano neanche loro. (continua…)
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Oggi sono a Gorizia, relatore al workshop della Provincia sull’acqua (ore 17.00, sala del Consiglio Provinciale). L’iniziativa si svolge nell’ambito di “dieci giorni per l’acqua”, che avvia un progetto per il sistema idrico in Burkina Faso. Domani, sabato 28 maggio, in contemporanea con la grande manifestazione per l’Africa promossa da Veltroni, a Rieti in piazza alle 18.30 terremo un’iniziativa contro la privatizzazione dell’acqua in quel territorio.
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Non siamo dei pazzi visionari. In Germania, come in Italia, matura il tempo di una nuova sinistra socialista, pacifista, antiliberista. Per un socialdemocratico tedesco come Lafontaine è una rottura storica proporre un’alleanza con gli ex-comunisti dell’est.
Per un ex-comunista come Bisky è una rottura storica accettare il confronto su questa sfida. Così Galloway da un lato, e settanta deputati laburisti sempre più autonomi dall’altro disegnano in Gran Bretagna un quadro nuovo. E in Francia, dove la sinistra è ferocemente divisa sul referendum, si stanno rimescolando le carte. Comincia ad aprirsi un cantiere europeo di una nuova sinistra.
L’Italia, dove dalla sinistra DS a Rifondazione ci sono esperienze innovative e avanzate, deve divenire il laboratorio avanzato di questa sperimentazione. Carla Ronga ne ha scritto efficacemente su Aprileonline e Achille Occhetto ha rilasciato una dichiarazione molto giusta che trovate più sotto.
Lafontaine, il collante della sinistra
Germania. È rottura tra Spd e Verdi. Oskar ”il Rosso” lascia il partito e sogna la lista unica
Carla Ronga
La Renania ha voltato le spalle al governo Schröder, e oggi anche Oskar Lafontaine (continua…)
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da l’Unità di oggi 24 maggio 2005
di Pietro Folena
La risposta di Umberto Ranieri al mio articolo su Blair mi induce ad una replica. Prima di tutto ringrazio Umberto per la puntualità delle sue osservazioni. E ammetto che dimostrare le mie tesi è un compito piuttosto impervio, visto che Blair le elezioni le ha vinte. Ma nella metafora calcistica che apriva il mio articolo, l’unico punto su cui Ranieri “stira” a suo favore le mie argomentazioni, ho cercato di dire che in politica vittoria e sconfitta non possono essere giudicati con gli stessi parametri del calcio. In altre parole non possiamo fermarci al dato numerico, ma occorre analizzare le ragioni più profonde che lo hanno determinato. Massimo D’Alema, quando il centrosinistra vinse nel ‘96, mise tutti in guardia rispetto a facili entusiasmi affermando che avevamo vinto più per la divisione e la debolezza dell’avversario che per nostro merito. Era vero. Purtroppo, soprattutto nella seconda metà di quella legislatura, ci siamo scordati di essere conseguenti con quell’analisi. (continua…)
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E’ morto Paul Ricoeur. La stampa italiana ha commentato nelle pagine interne, e in modo un pò distratto, la scomparsa di uno deipiù grandi filosofi del 900. Poche eccezioni, e fra queste Liberazione e il Manifesto. Le Monde apre in prima pagina con la sua foto e ha quattro pagine di commenti e di analisi.
Un uomo al crocevia di ideologie, tendenze, religioni, discipline il cui pensiero aiuta molto a vedere in modo diverso questo tempo inquieto, e (proprio perché conosceva la sofferenza, anche quella più inspiegabile) anche le nostre sofferenze. Suggerisco la lettura di La memoria, la storia, l’oblio (pubblicato quando aveva 87 anni). Qui riporto una sua recente intervista ad Avvenire. (continua…)
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Quel 23 maggio ero a Roma. Stavo al mare, approfittando di qualche ora di riposo. Dovevo tornare a Palermo (lì ero stato eletto alla Camera qualche settimana prima) il giorno dopo. La televisione, in edizione straordinaria, all’improvviso diede la notizia della strage di Capaci. In qualche minuto l’illusione che Falcone e la moglie si fossero salvati, fossero solo feriti, svanì. Andai di corsa in aeroporto. I voli erano tutti pieni, carichi di giornalisti che da ogni parte d’Italia e del mondo scendevano a Palermo. Riuscii, come deputato locale, a salire su un volo, ospite nella cabina di pilotaggio. Il silenzio e l’incredulità di tutti i passeggeri erano irreali. Scendendo verso Punta Raisi, una pioggia fine e fitta scendeva ininterrottamente, quasi che anche il cielo fosse sgomento… (continua…)
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Sono a Cagliari, oggi. Partecipo a un dibattito promosso dai movimenti e forze politiche (associazione Asquer, Cagliari Social Forum, Carovana della pace, Mani Tese, Aprile, AIFO, Movimento U.N.A., FP Cgil territoriale, FP Cgil regionale, PRC federazione Cagliari, Ds federazione Cagliari) sul tema: “Privatizzazioni: oggi l’acqua, domani l’aria?”. L’iniziativa si svolge alle 17, presso la Sala dell’Associazione stampa, in via Barone Rossi 29. In Sardegna ci sono propositi di privatizzazione dell’acquedotto.
Di questi temi (e di Bolkestein) abbiamo discusso fino ad ora tarda con un centinaio di persone a Novara, l’altra sera. La domanda al centrosinistra, su questi temi, è molto radicale e esigente. Non possiamo permetterci di sbagliare
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Davvero uno spettacolo pessimo quello messo in scena dall’ala riformista del centrosinistra. Solo per dare un quadro, riporto alcune delle più significative definizioni che negli ultimi due anni hanno segnato il percorso del cosiddetto “triciclo” (a proposito, fui io per primo ad usare questa espressione in una riunione della direzione dei Ds): “Asse”, “timone”, “guida riformista”, “cerchi concentrici”, “soggetto”, “federazione”, “partito riformista europeo”, “cooperazione rafforzata”. Sono solo alcuni dei nomi dati al progetto di fuoriuscire dall’alveo della sinistra. Perché di questo, alla fine, si tratta.
Prima domanda: quel progetto è tramontato per le scelte della Margherita? Non credo. E’ una strana storia quella dei rapporti Quercia e Margherita: nel 2001 Rutelli fece concorrenza ai Ds a sinistra, adesso sono i Ds che fanno concorrenza alla Margherita su posizioni di centro (dalla guerra alle privatizzazioni). Il progetto è un progetto di fondo: fare una cosa non più di sinistra: quindi difficilmente si fermerà di fronte al “niet” di Rutelli. (continua…)
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