Archivio per la Categoria “Vi parlo di me e di chi mi sta vicino”

Chi sono, chi amo, cosa mi piace

invito - folena

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Questo invece è il video dell’intero convegno:

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invito convegno gf folena

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Dal Corriere della Sera di oggi. Pagina spettacoli

Nuovo canale di Sky: spazio anche a design, cinema e musica

Pasquale Elia

Il film – Le riprese sono state effettuate tra Poggio a Caiano e Firenze. Rutger Hauer (68 anni, nella foto con la folta barba bianca) sarà Michelangelo anziano.

hauer

13 settembre 2012

MILANO — Torna l’arte in tv. In Italia era di fatto scom­parsa, mentre in Francia, Ger­mania e Inghilterra nessuna crisi del settore ha mai minac­ciato il canale tematico. A col­mare il vuoto di idee, immagi­ni e suggestioni ci pensa la tv satellitare di Murdoch che, a partire dal 1° novembre, arric­chirà il suo bouquet con Sky Arte HD. E ad inaugurare il nuovo spazio televisivo sarà una docu-fiction su Michelan­gelo Buonarroti, o meglio su­gli aspetti più privati del genio del Rinascimento, il creatore di capolavori come il David o la Pietà avrà il volto di Rutger Hauer, il replicante che in Bla­de Runner pronuncia il famo­so monologo «Io ne ho viste cose che voi umani…».

Una scelta per niente casua­le, quella di battezzare il cana­le (fortemente voluto dall’ad Andrea Zappia e dal vicepresident Andrea Scrosati con l’uo­mo che dedicò tutta la sua vita a dipingere e a scolpire la bel­lezza: l’affresco della Cappella Sistina fu inaugurato da Giulio II il giorno di Ognissanti del 1512. Il prossimo 1° novembre saranno passati quindi 500 an­ni da quando Michelangelo smontò i ponteggi per lasciare al mondo una delle sue tante meraviglie. «Era da tempo che cercavamo un partner per rea­lizzare un documentario sul­l’artista in vista dell’anniversario, ma nessuna delle reti a cui l’avevamo proposto ci ha rispo­sto. Poi abbiamo saputo del nuovo canale e Sky ha subito accettato il progetto», dice Pie­tro Folena, presidente dell’as­sociazione Metamorfosi che gestisce in esclusiva le opere di proprietà dalla Fondazione Casa Buonarroti. E per l’occa­sione sarà allestita anche una mostra a Roma (palazzo San Macuto, dal 31 ottobre all’8 di­cembre) intitolata «Michelan­gelo e la Sistina». (continua…)

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Il Gazzettino di oggi ha pubblicato oggi questa mia lettera

Gentile Direttore,

a vent’anni dalla scomparsa di mio padre, Gianfranco Folena, che dal 1956 al 1990 ha insegnato nell’Ateneo patavino, vorrei approfittare delle pagine del Gazzettino per sottolineare un tratto peculiare della sua personalità. Gianfranco Folena, toscanissimo di radici, ha avuto con il Veneto e con la sua cultura un rapporto speciale. Altri grandissimi toscani hanno coltivato una passione particolare per questa terra: da Giotto a Francesco Petrarca, morto ad Arquà, da Donatello, che per un decennio lavorò a Padova, a Michelangelo Buonarroti, che nelle sue fughe “politiche” da Firenze riparò sempre a Venezia, fino a Galileo Galilei che elesse per un lungo periodo Padova come luogo del suo studio e della sua ricerca. Ma, nell’epoca contemporanea, si fa più difficoltà a capire come mai un uomo come mio padre, che aveva vissuto un’infanzia orfano di madre e lontano dal padre, medico militare in servizio, spinto agli studi umanistici dall’amatissima zia Costanza Zanchi, professoressa di materie classiche al liceo; normalista a Pisa con maestri come Giorgio Pasquali e Luigi Russo, autodidatta in prigionia in India -insieme ad altri futuri intellettuali del secondo Novecento, da Ludovico Quaroni a Umberto Serafini- e poi, dopo la guerra, laureatosi con Bruno Migliorini a Firenze, abbia messo le radici a Padova, costruendo qui la sua carriera e la sua famiglia. E come mai abbia rifiutato in più occasioni cattedre prestigiose, per esempio a Firenze e a Roma, rimanendo in Veneto. (continua…)

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Da l’Unità del 15 febbraio 2012 – pag 43

Gianfranco Folena, un amore sconfinato per la vita della parola

Vent’anni fa moriva il filologo, linguista, storico e critico. Aveva un senso vivo del dialogo tra forme culturale diverse

Giulio Ferroni, italianista

Vent’anni fa (13 febbraio. 2012), moriva Gianfranco Folena: nato nel 1920, aveva lasciato da poco l’insegnamento di Storia della lingua italiana all’università di Padova, che aveva condotto da grande maestro, formando uno stuolo di validissimi allievi e dando spazio a tutte le più vitali esperienze non solo della linguistica, della letteratura, della critica, ma di tutto il più ricco ambito delle forme artistiche e delle discipline umanistiche. Questa vastità di interessi trovava il suo centro nell’amore per la parola, per la sua circolazione vitale e per la sua consistenza fisica, per la lingua come espressione di umanità, manifestazione essenziale del possibile senso umano del mondo: ed era la filologia, come amore per la vita della parola nella storia e nel presente, per i libri e la scrittura come voce della memoria e della passione, a tenere insieme, in un’esigenza di concretezza e di rigore, tutte le sue molteplici curiosità e competenze. Cosi attento alle opere, ai testi, alle forme e alle esperienze più varie, Folena affidava il suo immenso sapere a tante occasioni particolari, lo esercitava in un continuo dialogare e interrogare: per lui era sempre essenziale la presenza viva, l’interesse e la disponibilità per le persone con cui ogni volta si davano scambi aperti in più direzioni, sempre rivolti ad arricchire l’esperienza, a trovare nuove strade e nuove possibilità (formidabile la sua attività di animatore del Circolo filologico e linguistico padovano, da lui fondato). (continua…)

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Ho trascurato dal 17 febbraio il blog. Quel pomeriggio ero a Mattinata, e ho ricevuto una telefonata di Andrea. Avrebbe partorito la notte. Sono tornato a Roma. Alle sette e mezzo ero da lei, e alle 23.03 è nato un magnifico bambino di 2 chili e 900. Gianfranchino è arrivato, reimpiendo di gioia i genitori, la sorella Camilla, che sta diventando una perfetta baby sitter, la nonna e tutti quelli e quelle che ci vogliono bene. Con dolore dopo qualche giorno di full immersion col pupetto riprendo la campagna elettorale (sono capolista del PRC-Sinistra Europea in Puglia e Molise). Mi toccherà separarmi da Gianfranco, dall’amore della mia vita Andrea, dalla mia dolcissima e meravigliosa Camilla. Meno tempo possibile, facendo avanti e indietro, e aspettando il 10 aprile per una ragione mia, e nostra, straordinaria – oltreché per la ragione che molti milioni di italiani aspettano – .

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Copertina Senza AggettiviInsieme ad Alessandro Genovesi e Paolo Nerozzi ho scritto “Senza aggettivi”, un libro sulla e per la sinistra. Quella sinistra diffusa nella società italiana ma che difficilmente si riconosce nella politica “ufficiale” dei partiti. Quella sinistra che, soprattutto dopo le scelte moderate dei Ds, vorrebbe trovare qualcosa di nuovo.
Non quella che si sbraccia per difendere Unipol, per intenderci.

Dalla Quarta di copertina:
L’onda lunga della globalizzazione neoliberista ha prodotto uno tsunami culturale e simbolico, oltre che economico, che ha travolto il pianeta. Lo sforzo da compiere è allora quello di contrapporre all’universalismo del mercato, un altro universalismo. Alimentare una nuova idea comune di destino: questo è il fine di una moderna “rivoluzione”. Questo è il compito di una moderna sinistra. (…) Siamo tutti impegnati nella ricerca di un nuovo pensiero critico, di una nuova coerenza intellettuale ed etica tra quanto detto e quanto poi praticato, di una nuova politica. La fine del Novecento non è infatti la fine delle utopie, non è la fine della storia, non è la fine di parole come socialismo, giustizia sociale, libertà…

Senza aggettivi
Sinistra, movimenti, democrazia

Pietro Folena, Alessandro Genovesi, Paolo Nerozzi

Baldini Castaldi Dalai Editore 2005, pag. 290 euro 13,90

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E’ morto Paul Ricoeur. La stampa italiana ha commentato nelle pagine interne, e in modo un pò distratto, la scomparsa di uno deipiù grandi filosofi del 900. Poche eccezioni, e fra queste Liberazione e il Manifesto. Le Monde apre in prima pagina con la sua foto e ha quattro pagine di commenti e di analisi.
Un uomo al crocevia di ideologie, tendenze, religioni, discipline il cui pensiero aiuta molto a vedere in modo diverso questo tempo inquieto, e (proprio perché conosceva la sofferenza, anche quella più inspiegabile) anche le nostre sofferenze. Suggerisco la lettura di La memoria, la storia, l’oblio (pubblicato quando aveva 87 anni). Qui riporto una sua recente intervista ad Avvenire. (continua…)

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Occorre pensare la politica senza pensare politicamente

Pierre Bourdieu

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